È assurdo rinunciare alle proprie TRADIZIONI
gastronomiche, adattandosi alle esigenze alimentari degli ospiti. È illogico
cambiare la storica maglia azzurra delle squadre sportive italiane con quella
verde per motivi di sponsor (e anche in onore delle politiche ambientaliste di
Greta?)
Ha scatenato aspre polemiche
l’iniziativa dell’Arcivescovo di Bologna di istituire in occasione della festa
patronale di San Petronio il cosiddetto “tortellino dell’accoglienza”,
cambiandone il ripieno, in carne di pollo anziché maiale, per non offendere i
palati degli ospiti islamici. Il motto mondialista politicamente corretto che
impera è il seguente:” evviva siamo tutti fratelli, venite, prendetevi le
nostre chiese, espandetevi, fate attentati, che bello!” Ormai è presente
una politica di resa e di rassegnazione all’espansione musulmana in occidente,
agevolata anche da ampi strati della stessa Chiesa Cattolica; l’esigua
minoranza ecclesiastica che si oppone a ciò viene ammutolita, non considerata e
ovviamente non avrà mai la possibilità in futuro di eleggere un proprio
rappresentante al Soglio di Pietro, considerando che i cardinali
elettori progressisti sono in espansione. Invece nelle nazioni a maggioranza
musulmana non c’è reciprocità per le minoranze cristiane, che calano sempre di
più numericamente perché perseguitate, e mai si sognerebbero di chiedere di
cambiare, in base alle loro esigenze, gli usi e i costumi della maggioranza degli
abitanti delle nazioni dove vivono. Sono gli altri (ospiti, non padroni) che
devono rispettare le mentalità, le usanze, del paese occidentale che li ospita
e non fare il contrario; siamo a casa nostra, abbiamo i nostri usi e tradizioni
di cui dovremmo esserne fieri e non vergognarcene: mangiamo carne di maiale,
beviamo vino, birra e liquori. Se ad alcuni individui non vanno bene certi cibi
e certe bevande nessuno li obbliga ad ingerirli, mangiano e bevono altre cose,
non possono essere cambiati i connotati ad alcune millenarie prelibatezze
nostrane, come lo sono i tortellini bolognesi. Penso che la maggioranza degli
islamici presenti qui la pensi in questo modo, solo una minoranza vorrebbe
imporre a noi la sua visione di vita, ma costoro hanno già vinto se alcuni
nostri connazionali masochisticamente calano le braghe, adottando queste
pericolose mosse suicide.
Ha suscitato un po’ di scalpare la scelta della Federazione
di Calcio italiana di adottare per una gara della rappresentativa nazionale
A la casacca verde, invece di quella azzurra o al massimo di colore bianco e
senza scudetto tricolore. La seguente scelta ufficialmente sarebbe dettata da
motivi di sponsor che, strana coincidenza, è ricaduta proprio in un periodo di
grande attenzione mediatica verso i temi ecologisti lanciati dalla ragazzina
svedese Greta. Se fosse così il politicamente corretto andrebbe a sconvolgere
qualcosa di sacro, come lo sono le divise azzurre dello sport nazionale
italiano. Ci sono altre maniere ed altri modi per sensibilizzare l’opinione
pubblica sui temi della salvaguardia dell’ambiente e non bisogna agire solo
perché ha parlato una a caso, che non è nessuno, e che i mezzi d’informazione
hanno portato agli onori degli altari per altre ragioni, come quelle politiche.
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