L’universo
di Facebook, dove tutti possono liberamente dire ciò che vogliono, sfogandosi,
spesso rozzamente. In Questa rete sociale, che io non amo molto, si provano
gioie e delusioni ed è un po’ migliorata nei contenuti rispetto agli esordi.
Sono tornato su
Facebook da un po’ di mesi, dopo circa un decennio d’assenza, riattivando il
mio vecchio profilo, per cercare dei contatti con una persona che avevo tra le
conoscenze. A differenza delle altre volte, quando rientravo brevemente e poi
mi disattivavo, questa volta sono rimasto per un bel po’ di tempo. Nel periodo
d’assenza i gruppi e i personaggi pubblici che mi interessavano li potevo
visionare tranquillamente anche fuori Fb, ma dall'esterno non si gode dei
privilegi degli iscritti. Non amo molto le reti sociali o social, infatti le abbandonai per le troppe idiozie e stupidità che vi erano presenti e ci sono
tutt’ora, anche se gli argomenti interessanti sono cresciuti notevolmente rispetto
agli esordi. Preferisco scrivere sul mio blog: poche cose ma ben elaborate,
ragionate, sviluppate e Facebook è un ottimo mezzo per propagarle: infatti i
post è possibile pubblicarli anche lì. Le mie vecchie amicizie del debutto sono
state conservate, tranne qualcuna; alcune le ho eliminate, essendo non attive
da tempo; altri mi hanno eliminato.
Ci sono coloro che
chiedono amicizie a raffica, non guardando in faccia nessuno, non facendo
distinzioni tra belli, brutti, buoni, cattivi, destra, sinistra, religiosi,
irreligiosi, eccetera. Si assistono a dirette di vite personali h24, a “liberi editoriali”,
a volte volgari, su politica, cronaca, storia, fatti paesani, sport, dove
ognuno cerca di far valere le proprie ragioni e idee, scontrandosi animatamente
con i pareri opposti e non mancano insulti e violenti attacchi. Altre categorie
tra coloro che chiedono migliaia e migliaia di amicizie sono i titolari delle
attività commerciali per farsi pubblicità o gli amministratori dei comuni per
le stesse ragioni; nel nostro caso i membri del “Politburo corese”,
della nomenklatura e i loro addetti alla propaganda; idem per la fazione
politica opposta. Ci sono quelli che si divertono a collezionare seguaci, poi
quando arrivano a qualche migliaio lasciano perdere e, aprendo dei nuovi profili
(ad esempio Mario, Mario, anziché Mario Rossi o Peppe Bianchi invece di
Giuseppe Bianchi), ricominciano da capo a chiedere contatti, arrivando o
superando in numero le vecchie amicizie.
Io in linea di
massima le amicizie le concedo a tutti, anche se conosco poco o per niente i
richiedenti: vedo nella maggioranza dei casi che i nomi sono nostrani, coresi
(o di altre località limitrofe), notando le loro immagini e le amicizie comuni
deduco che gli aspiranti segugi virtuali siano reali. Se non concedo amicizie a
qualcuno di Cori o li elimino (finora non mi è mai capitato) devo avere qualche
valida e grave motivazione. Poche richieste ho rifiutato: nomi strani,
pseudonimi, persone e appellativi totalmente estranei con nessuna amicizia in
comune. Quando rifiuto, rifiuto semplicemente, non metto spam, che si dovrebbe
usare solo in caso di gravi motivi. Per quanto riguarda le amicizie che ho
chiesto, nella stragrande maggioranza dei casi ho ricevuto risposte positive,
soltanto qualcuno me l’ha rifiutata, addirittura spammandomi. Ci sono rimasto
molto male, anche perché si tratta di persone che in qualche modo mi conoscono
o ho avuto a che farci, non sono mai stato con loro in grandi discordie, qualche
volta salutano pure, scambiando qualche parola; per quelli che rifiutano e
conosco poco non fa nulla. Non c’è obbligo d’accettare amicizie virtuali, lo so,
ma addirittura mettere spam: mi sdegnano fino a quel punto; se uno rifiuta io
non ci proverò più. Se tali richieste le inviasse loro un bel pezzo di fica,
anche se non la conoscessero, che ci metterebbero ad accettare. Se si
preferisce avere poche amicizie con parenti e amici più stretti va bene, ma mi
sembra che costoro ne avessero centinaia e centinaia. Qualcun altro invece che non
ha intenzione di accettare e, allo stesso tempo, non avendo il coraggio di
bocciare la richiesta, lascia la questione in sospeso per lungo tempo. L’unico
fattore positivo di questa vicenda è l’individuare l’ipocrisia della gente.
Le bacheche le hanno
quasi tutti aperte, cioè visibili anche se non si è legati virtualmente ai
soggetti; io ho preferito riservare la mia agli amici: non perché abbia dei
segreti di stato da custodire, ma è sempre meglio sapere chi legge quello che
pubblico, lontano da occhi indiscreti; però degli informatori potrebbero sempre
esserci. Comunque, ripeto, chi vuole può richiedere amicizia. Oltre alle poche amarezze
ci sono state anche molte gioie: infatti i rifiuti sono stati solo pochi casi,
la stragrande maggioranza delle richieste d’amicizia hanno avuto esito positivo
e c’è pure chi ha ringraziato affettuosamente per averlo scelto tra gli amici
(o di aver accettato una richiesta). Tra i suggerimenti di contatti virtuali,
ci sono altre persone che in un modo o nell'altro conosco e il dilemma è il
seguente: saranno felici se invierò delle richieste o, scocciati, ti
respingeranno in malo modo? Se ci tenessero potrebbero inviarle pure loro. Qualcuna
di queste domande arriva, ma non quante te ne aspetteresti.
Una mattina ascoltavo
all'autoradio un dibattito sull'utilità o sull'uso distorto delle reti sociali
e la maggioranza degli ascoltatori intervenuti telefonicamente ha affermato che
l’iscrizione a questi social ha cambiato loro la vita in meglio, specie nel
campo delle relazioni sentimentali lunghe e durature.
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