Il fatto
principale del 2019 è stato, senza ombra di dubbio, l’uscita della Lega
dal Governo di Giuseppe Conte e la sua sostituzione col Partito Democratico.
Due aggregazioni politiche (Pd, M5S) fino al giorno prima
incompatibili tra loro e se ne dicevano di tutti i colori, che si sono unite
soltanto per l’ostilità per Salvini. In quella che è stata definita la “follia
d’agosto” Matteo Salvini ha deciso di abbandonare il governo per tentar la
via delle elezioni, al fine di sfruttare il grande successo ottenuto alle elezioni
europee di giugno dalla Lega, che è divenuto il primo partito italiano
per consensi col 34% dei voti. Le tensioni tra leghisti e pentastellati erano
più che evidenti: infatti da mesi l’esecutivo era bloccato a causa delle liti e
degli insulti tra i due partiti coalizzati, i troppi no grillini ne hanno
causato la rottura. Con la nascita del governo Conte II, composto da M5S
e Pd, tra ovazioni di giornalisti, dell’Europa e di altri antileghisti, la
pace e l’armonia sembrava apparentemente ristabilita all’interno
dell’esecutivo, col passare delle settimane, dei mesi, sono riapparse le tensioni e le liti tra vecchi e nuovi componenti, specie dopo la dettatura
dell’agenda in campo economico e finanziario da parte dell’Ue. Un altro
problema è sorto con la scissione di Matteo Renzi (l’eterno ambizioso ed
arrivista) dal Pd, per tenere sotto ricatto questo governo. Si sta cercando di
smontare quanto di buono effettuato dal Governo Conte I: deciso contrasto
all’immigrazione irregolare, al fine di riaprire il giro d’affari, quota cento
su pensioni, riduzione delle tasse; non tutti i componenti della maggioranza
governativa sono d’accordo e, al di là della retorica antileghista, si rendono
conto sotto – sotto che quei provvedimenti legislativi non sono tanto male.
Qualche
post è stato dedicato al politicamente corretto, il quale vorrebbe imporci le
idee di una ristretta cerchia, andando contro quello che vuole la maggioranza
della gente. Perfino alcune gerarchie della Chiesa (non tutte chiaramente) si
adattano, quando sono disposte a rinunciare a nostre tradizioni millenarie per
non urtare la sensibilità degli ospiti e non usano la stessa enfasi per i
cristiani perseguitati nel mondo. Anche l’attivista svedese per l’ambiente
Greta fa parte di questo contesto: una messa su soltanto per ragioni politiche,
che vende solamente aria fritta, tirando le orecchie all’occidente su temi che
lo preoccupano da molto e evitando di prendersela con quelle nazioni che hanno
scarsa tutela ambientale. Forse anche la scelta delle maglie verdi, che la
nazionale di calcio ha indossato in un incontro, è ispirata alla ragazzina. Gli
argomenti storici e politici corretti (e non) sono stati contornati dalle trame
di due libri: uno sulla vita di Giulio Andreotti, nel centenario della nascita,
e un altro intitolato “L’Italia non è più italiana” di Mario Giordano.
Per contrapposizione alla visione del mondo di oggi secondo i pochi che
detengono il potere mediatico, è stato dato risalto alla morte dell’eroe
italiano Lorenzo Orsetti, caduto in Siria (anche per noi) mentre combatteva lo
Stato Islamico: ovviamente è stata una notizia non considerata a dovere dalle
istituzioni italiane e dimenticata in fretta dai mezzi d’informazione.
Ampio
spazio è stato dedicato alla cultura, allo svago, alla religione: ci sono state vaste
descrizioni storiche – culturali delle città italiane di Bologna, Trento e
Bolzano, recensioni dei libri ispirati a fatti di Cori o al paese dedicati (“Il
delitto di Agora” e “Cori, storia, tesori e ritratto minimo”) e delle riflessioni sui possibili scenari della vita oltre la morte. Le dispute e
le rivalità paesane per le manifestazioni e gli eventi, l’abusivismo edilizio
(trattato ampiamente dai giornali provinciali insieme alla piaga del caporalato
agricolo), la morte di Tommaso De Gregorio, che mi diede l’idea del blog, e la
notizia della scarcerazione in anticipo di colui che fu giudicato colpevole di
un atroce delitto, hanno chiuso il cerchio su Cori.
Ad altri
fatti di cronaca nera è stata data importanza: in generale, prendendo spunto
dall’anticipata scarcerazione dell’autore del delitto di Cori, si sono citati
dei casi analoghi, per mettere in evidenza la mancata certezza della pena negli
atroci crimini spettacolarizzati dai media. Durante l’estate dei gravi casi di
cronaca hanno attirato l’attenzione: il delitto del carabiniere Mario Cerciello
Rega e lo scandalo insabbiato di Bibbiano, in cui dei bambini sono stati tolti
ingiustamente alle famiglie di origine per far soldi, tramite i servizi sociali
corrotti e i compiacenti politici di una parte politica che non può essere
toccata.
C’è stato
spazio anche per lo sport, in particolare è stata elogiata la figura di Claudio
Lotito, il quale nel calcio tiene alta la bandiera dell’imprenditoria italiana
in crisi: infatti prese la SSLazio con oltre 500 milioni di euro di debiti, col
tempo l’ha risanata, evitando il fallimento, la ripartenza dal calcio
dilettantistico e ha fatto fruttare le poche risorse finanziarie che ha messo a
disposizione, scoprendo talenti sconosciuti (giocatori, allenatori e direttori
sportivi) e vincendo trofei, anche se piccoli. Altri proprietari nel corso
della storia della Lazio hanno fatto peggio di lui e nelle altre società di
Serie A altri imprenditori più blasonati non hanno ottenuto i medesimi
risultati, pertanto sono ingiustificate le continue contestazioni dei tifosi
laziali alla sua figura.
È stato
tracciato un bilancio al compimento dei dieci anni di questo blog, il quale
quest’anno chiude al minimo storico in fatto di post pubblicati annualmente, ma
c’è stata un’importante novità: il ritorno su Facebook del suo creatore, dopo
anni ed anni di assenza, al fine di propagarlo, e qualche “mi piace” c’è
stato, tra le delusioni e le gioie che si provano nel citato social. Nel 2019
ci sono stati pochi post ma essenziali, ragionati, sviluppati a dovere e senza
alcun copia – incolla da altri articoli.