IL REGNO
UNITO, USCENDO DALL’UNIONE EUROPEA, rispettando
la volontà popolare, HA DIMOSTRATO CHE è
POSSIBILE REALIZZARE CIò CHE SI
RITENEVA IMPOSSIBILE. LA PROPRIA ECONOMIA è
RIMASTA AVANZATA, NON FACENDOSI COIVONGERE DA MONETA UNICA E DA ALTRE
INIZIATIVE EUROPEE.
Il Regno
Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord, noto semplicemente come Gran
Bretagna o Inghilterra, è riuscito finalmente ad uscire dall’Unione Europea,
come sancì il referendum popolare di oltre tre anni fa. La democrazia e la
volontà del popolo sono state rispettate. Uscire è stato un percorso difficilissimo,
con molti ostacoli, a causa dei troppi bastoni tra le ruote che metteva il
parlamento. Dal referendum, cioè dal giugno 2016, ben tre governi si sono
succeduti: Cameron (che si dimise perché voleva rimanere in Europa alle sue
condizioni), May (costretta a gettare la spugna per l’assemblea legislativa che
bocciava i suoi piani di uscita) e Boris Jhonson che ce l’ha fatta ed ha
superato l’ostacolo delle urne, al fine di rinnovare un parlamento ostile,
mutandolo in favorevole. L’odierno Primo Ministro britannico in quattro e
quattr’otto ha organizzato le elezioni e le ha vinte, aumentando i parlamentari
favorevoli al cosiddetto brexit: sono state una sorta di secondo referendum. Da
tre anni a questa parte c’erano coloro che chiedevano un secondo referendum,
poiché ritenevano i britannici pentiti del risultato; la netta vittoria di
Jhonson alle elezioni parlamentari ne è stata la smentita. Se ci fosse stato un
secondo referendum la democrazia e la volontà popolare sarebbero state
stravolte. Se al referendum avesse vinto il sì all’Europa, i sostenitori del no
ne avrebbero potuto chiedere un altro?
Probabilmente
noi in Italia, se fossimo stati al posto dei britannici, ne avremmo viste di
tutti i colori per far trionfare quello che decide una ristretta oligarchia
seguace del corretto politicamente: dai brogli elettorali, all’annullamento
delle elezioni, dai ricatti degli speculatori finanziari tedeschi, al passaggio
dei parlamentari da uno schieramento all’altro, accroccando nuove maggioranze, per
impedire nuove elezioni, con la scusa dei provvedimenti urgenti da approvare. Un
po’ quello che avviene alla Regione Lazio da due anni a questa parte: il
Presidente Zingaretti è stato rieletto senza maggioranza, ma le opposizioni si
guardano bene dallo sfiduciarlo, per non rischiare la loro poltrona nelle nuove
elezioni e così perdere le favolose prebende da consiglieri regionali. Certo rispetto alla Gran Bretagna, per l’Italia
sarebbe stato molto più complicato uscire dall’Unione Europea,
considerando, che a differenza degli inglesi, è dentro l’euro e dentro l’area
di libero scambio Schengen.
Per una
nazione, che fino al 1945 possedeva direttamente e indirettamente mezzo mondo,
e ancor oggi la monarca britannica regna in qualche ex colonia tramite il Commonwealth,
sarebbe stato troppo umiliante sminuire il proprio prestigio e sacrificarlo
agli altari del super stato europeo. La Gran Bretagna, non facendosi
coinvolgere troppo dall’Ue quando era dentro e mantenendo la storica e potente
sterlina, ha dimostrato di saper tener testa alla Germania, che assieme alla
Francia sono state le maggiori beneficiarie e di quest’unione tra stati europei,
facendo impoverire gli stati mediterranei: infatti insidia ai tedeschi il
primato di stato più ricco europeo.
Un marco
tedesco equivale ad un euro e per i tedeschi non è cambiato granché, se non in
meglio, per noi italiani altroché: il valore di un euro è quasi di 2.000 delle
vecchie lire, ma con un euro compri tutto quello che costava 1.000 lire (circa
0,5 €); il cambio lire/euro per stipendi e salari è rimasto tale e quale, con
gli anni ci sono stati dei lievi aumenti ma difficilmente si riesce a fare
tutto quello che si faceva con le lire. Chissà se anche l’Italia avesse fatto
come il Regno Unito, evitando di dire sì a priori a tutto, oggi sarebbe tutta
un’altra storia anche per noi.
Sentiamo
dire spesso che ci sono dei processi irreversibili come Unione Europea,
immigrazioni di massa e non si poteva fare nulla per contrastarli e per tornare
indietro: l’uscita dei britannici dall’Ue ha smentito quelle parole. Io sono
per l’Europa ma a determinate condizioni: no al grande stato europeo dove
comandano unicamente francesi e tedeschi, sì ad un’aggregazione di stati per
favorire gli scambi commerciali e qualche organo istituzionale europeo potrà
essere mantenuto, ridimensionandone fortemente le funzioni, sì al ritorno alle
valute nazionali da affiancare all’euro, che resterà moneta unica per i
commerci tra nazioni dall’Ue.
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