LO SPETTACOLARE E TERRIFICANTE ATTO TERRORISTICO DELL’11 SETTEMBRE 2001 NEGLI USA AVVIÒ NUOVE FORME DI BELLIGERANZA, ALTERNATIVE ALLE GUERRE DIRETTE TRA STATI. OGGI NULLA È CAMBIATO.
Nessuno poteva
immaginare quello che sarebbe accaduto a Nuova York e a Washington l’11
settembre 2001, neanche il cinema hollywoodiano era mai arrivato a fantasticare
tanto. Dei dirottatori presero il comando di quattro aeroplani di linea
americani e tre di essi li fecero schiantare contro le torri gemelle
newyorchesi e contro l’edificio del Pentagono, sede delle forze armate
americane. Il quarto aereo non colpì l’obbiettivo a cui era diretto e si
schiantò in un bosco grazie alla ribellione dei passeggeri che sfidarono con
coraggio i terroristi. Quegli attentati causarono oltre 3.000 morti; molti
altri se ne aggiunsero negli anni a venire, per le ferite riportate negli
attentati e per i tumori, causati dal fumo e dalla polvere delle macerie dei famosi
grattaceli. La rete terroristica Al Qaeda, capeggiata dal miliardario saudita
Bin Laden, aveva pianificato e preparato da mesi gli attentati; qualche attentato,
sempre di quella matrice, c’era stato anche negli anni precedenti, ma nessuno
prevedeva che gli Usa avrebbero potuto subire in casa propria un atto di
guerra, paragonabile all’attacco giapponese a Pearl Harbor nelle Isole Hawaii
nel dicembre 1941.
Facendo un confronto
fra queste due aggressioni subìte dagli Stati Uniti c’è un’abissale differenza:
mentre a Pearl Harbour si trattava di un attacco aereo da parte di una potenza
straniera, di un’entità statale che aspirava ad espandersi militarmente,
l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 non era stato effettuato da nessuno
stato, ma da un nemico invisibile, motivato dal fanatismo religioso di matrice
islamico. Dopo la fine della Guerra Fredda e della contrapposizione ideologica
tra Usa e Urss abbiamo avuto un periodo di tranquillità e pensavamo che non ci
fosse più nessuna minaccia reale per noi abitanti del mondo occidentale: avevamo
cantato vittoria troppo presto. Oggi le nuove minacce per la pace mondiale non
vengono da nessuno stato in particolare ma da nemici presenti in mezzo a noi,
che fingono essere integrati e di accettare i nostri valori e le nostre leggi,
come scrisse la scrittrice Oriana Fallaci all’indomani dell’11 settembre ne “La
rabbia e l’orgoglio”, un articolo di giornale poi divenuto libro: un occidente
senza più né rabbia, né orgoglio, che sta in silenzio e rinuncia alla propria
anima in nome di un buonismo e di un mondialismo sfrenato. Dopo New York altre
città occidentali vennero colpite, oltre ad alcune arabe/islamiche rette da
regimi democratici e moderati, prima da Al Qaeda poi dall’Isis: Londra, Madrid,
Parigi, Nizza, Bruxelles, Berlino, Barcellona.
Ci sono coloro che provano a giustificare questi nefasti atti di terrore, facendo anche condanne storiche, dicendo che è anche colpa degli americani, degli occidentali, per il loro appoggio ad Israele e per le terre che occupano in Medio Oriente. Non mi sembra che prima dell’11 settembre 2001 gli americani occupassero militarmente molti territori arabi: erano stati chiamati in Arabia dai Sauditi per timore di essere invasi dall’Iraq. Pochi coraggiosi hanno il coraggio di parlare di jihad, tra cui la già citata Fallaci, cioè una guerra santa portata avanti da gruppi di fanatici religiosi con l’intento di islamizzare l’intero pianeta. Certo, gli statunitensi commisero degli errori dopo di allora: dichiararono guerra all’Afghanistan, retto dai fondamentalisti talebani e che proteggevano Bin Laden, e ci poteva stare, ma dopo vent’anni di occupazione, al ritiro è tornato tutto come prima; rovesciarono la dittatura di Saddam Hussein in Iraq, la quale non c’entrava nulla col terrorismo islamico, dando avvio ad altre instabilità e ad altre lunghe guerre. Sia Saddam che Gheddafi erano stati nemici giurati degli Stati Uniti e furono dittatori spietati, però quando c’erano loro l’ordine e la stabilità nelle loro terre erano garantiti, al contrario di oggi. Dopo venti anni, non è cambiato nulla: è vero che ci sono più controlli e che Bin Laden è stato ucciso, ma la penetrazione in occidente di quelle frange, capeggiate da eredi dallo sceicco saudita, non si è mai arrestata, qualche piccolo atto di terrore ogni tanto si verifica (grazie all’ingenuità dei vari governanti che non hanno a cuore la protezione dei popoli e della loro identità) e oggi quelle che sono cellule dormienti domani potrebbero essere affascinate da richiami ispiratori.
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