SABATO 9 OTTOBRE, SOTTO UNA PIOGGIA TORRENZIALE E ALLA PRESENZA DEL VESCOVO, È INIZIATO IL NUOVO CORSO PARROCHIALE NELLE PARROCHIE DI CORI E ROCCAMASSIMA A GUIDA DI DON GIAMPAOLO BIGIONI.
Con una solenne celebrazione eucaristica nella chiesa dei Santi
Pietro e Paolo a Cori Monte, presieduta dal Vescovo Mariano Crociata e
concelebrata da vari sacerdoti e alla presenza delle autorità civili e militari,
sabato pomeriggio, sotto un acquazzone, è iniziato ufficialmente il nuovo mandato
di parroco per don Giampaolo Bigioni, originario di Bassiano. Lo stesso,
qualche tempo fa, era già stato da queste parti, precisamente nella Chiesa di
Giulianello, prima di essere trasferito a Borgo Hermada, da dove proveniva
adesso. Appunto, molti abitanti di Borgo Hermada, Comune di Terracina, erano
presenti nella cerimonia religiosa, giunti a Cori appositamente per assistere
all’insediamento del loro ex parroco: a dimostrazione che egli ha lasciato un
ottimo ricordo tra i suoi vecchi parrocchiani. Per i ritardatari le porte della
chiesa erano semichiuse: infatti c’erano gli addetti che bloccavano i nuovi
ingressi, quando la chiesa aveva raggiunto il massimo della capienza che consentivano
le normative Covid; più di qualcuno però è riuscito ad infilarsi nell’atrio con
la scusa della pioggia.
Come accennai qualche mese fa in un altro post il vecchio parroco
delle parrocchie di Cori, don Angelo Bonaiuto, lascia il paese dopo 12 anni,
andando a guidare la parrocchia di San Luca a Latina e lo seguirà il giovane
don Leonardo, da qualche anno in mezzo a noi, mentre don Giovanni diviene
parroco di una chiesa di Sezze. Don Giampaolo sarà affiancato, come viceparroci,
dal giovanissimo don Alessandro e dal già presente don Romano. Il lavoro non
mancherà di certo: siamo in un periodo in cui ci sono pochi sacerdoti e molte
chiese aperte al culto, per un paese con profonde radici e tradizioni legate al
cattolicesimo, il quale ha dato i natali a beati, a santi e ad altri uomini di
Chiesa illustri e con i prodigi della Madonna; nulla ancora si secca,
nonostante siano radicate tra i suoi abitanti le idee avverse alla religione e
la recente secolarizzazione. Don Angelo prendeva tutto con filosofia e delle
volte sdrammatizzava le varie situazioni con qualche simpatica battuta (spesso
nel suo e nel nostro dialetto), mettendo un buonumore generale tra i fedeli, e
non mancando di criticare la Chiesa stessa, sempre nel contesto della buona
fede e del messaggio del Vangelo. Negli ultimi mesi egli ha avuto un gran da
fare per organizzare comunioni e cresime, che si erano accumulate a causa del
fermo per la pandemia.
Penso che don Giampaolo continuerà il suo percorso, tant’è vero che è stato un suo allievo che ha guidato nella vocazione sacerdotale, anche il carattere, al primo impatto, sembra che sia quasi simile al suo. Come ha detto don Angelo, durante la sua ultima processione, siamo fortunati ad avere ancora in mezzo a noi dei preti italiani che, a differenza dei sacerdoti esteri, comprendono meglio il nostro ambiente e le nostre problematiche. Non si se il mandato di don Giampaolo sarà lungo e breve, ma una cosa è certa: i sacerdoti non stanno più tutta la vita nello stesso posto, come succedeva un tempo, quando erano pure originari del luogo dove svolgevano l’apostolato. L’ultimo prete che ha rispecchiato quelle caratteristiche è stato don Ottaviano Maurizi: ha svolto alla grande un ruolo di transizione tra la Chiesa vecchia e quella nuova. Auguri, dunque, di buon lavoro a don Giampaolo (e ai suoi aiutanti) nel proseguire il cammino dei suoi predecessori del Monte: don Angelo, don Fabio, don Gianni, don Livio, don Luigi e dei defunti don Ottaviano ed altri parroci della Valle. Auguri anche a don Angelo e a don Giovanni per i loro nuovi incarichi.
Nessun commento:
Posta un commento