I PARLAMENTARI, PER
TIMORE DI ANDARSENE A CASA, HANNO RICONFERMATO IN MASSA SERGIO MATTARELLA
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL QUALE AVEVA DICHIARATO PIÙ VOLTE L’INTENZIONE
DI NON RIMANERE IN CARICA. VINCONO ANCORA UNA VOLTA LE SISNISTRE, OSTILI A
QUALSIASI ALTERNATIVA, NON DELLA LORO FAZIONE. EGLI SI DIMETTERÀ SE IL
CENTROSINISTRA VINCERÀ LE POLITICHE, ALTRIMENTI RESTERÀ PER SETTE ANNI.
È stata una farsa
politica la rielezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Già
si capita dai precedenti scrutini all’elezione che i parlamentari si
orientavano in quella direzione: era l’unico modo per non far litigare gli
schieramenti, rischiando così di far cadere il governo Draghi ed andare ad
elezioni anticipate. Per lo stesso motivo hanno allontanato la candidatura di
Draghi alla stessa carica. Dalla prossima legislatura si ridurrà il numero dei
rappresentanti legislativi popolari: ancora per un anno, fino alla scadenza
naturale della legislatura, essi manterranno i loro posti con i favolosi
stipendi; inoltre, ci sono ancora le pensioni previste (le hanno ridotte ma non
sono state eliminate) per i nuovi arrivati, che con un minimo di 4 anni e 2
mesi di servizio e di contribuzione ottengono dopo i 65 anni i vitalizi. Mica
potevano far saltare la legislatura a pochi mesi dal traguardo. I
rappresentanti di Forza Italia e della Lega (dei primi
soprattutto) si sono accomodati su quelle poltrone e non intendono mollarle,
hanno bruciato con i franchi tiratori la candidatura della Presidente del
Senato, una loro ex esponente di partito: non ce l’avrebbe fatta lo stesso, ma guardate
fino a che punto sono arrivati.
Lo stesso Matterella
non è stato coerente con le sue parole ripetute fino alla nausea, riguardanti
l’intenzione di non ricandidarsi alla Presidenza della Repubblica. Per questi
di sinistra è la prassi avere un loro rappresentante tra le alte cariche dello
stato, mentre è un abuso se tali cariche sono ambite dai rappresentanti del
centrodestra. Purtroppo, nessuno dei due classici schieramenti in autonomia
aveva la maggioranza, ma, andando avanti con gli scrutini, ad un compromesso
alternativo sarebbero arrivati. Ricordiamo che ci vollero ben 21 scrutini per
eleggere Saragat nel 1964 e addirittura 23 per Leone nel 1971. Pure nel 1992 chissà
per quanto tempo sarebbero andati avanti se non ci fosse stata la strage di
Capaci: Forlani fu bocciato e Andreotti si stava spianando la strada, poi
dovettero ripiegare in fretta e furia sul Presidente della Camera Scalfaro alla
sedicesima votazione. Tutto questo stupore per otto scrutini: non sono il
frutto della “Costituzione più bella del mondo”? Ci saranno sicuramente
problemi più importanti per il parlamento: si sarebbero potuti conciliare con
l’elezione del Capo dello Stato.
Sergio Mattarella è una bravissima persona ed è stato un buon presidente: la mia vuole essere una critica al sistema attaccato al potere, incapace di trovare un’alternativa, all’incoerenza e al centrodestra che non ha saputo far valere le sue ragioni. Penso però che sempre la sinistra avrà il coltello dalla parte del manico: infatti è probabile che Mattarella rimarrà sette anni se il centrodestra vincerà le prossime politiche, mentre si dimetterà se la prossima tornata elettorale arriderà alle sinistre, che avranno così i numeri per eleggere in santa pace chi dicono loro, come al solito.