I SOLITI PROBLEMI
ITALIANI: PER LA BUROCRAZIA E PER I RICORSI NON PARTONO MAI I LAVORI PUBBLICI FONDAMENTALI
PER LO SVILUPPO DI UN TERRITORIO (STRADE, FERROVIE, RICERCA DI FONTI
ENERGETICHE) E NON SI USA LO STESSO SCRUPOLOSO CRITERIO PER FERMARE L’IMMIGRAZIONE IRREGOLARE.
Sono anni ed anni
che si presentano progetti per le infrastrutture fondamentali per lo sviluppo
di un territorio e per mettere in sicurezza quelle esistenti, ormai obsolete e
pericolose: col tempo tali disegni rimangono solo belle illustrazioni, vuoi per
l’eccessiva burocrazia, vuoi per i molti ricorsi che fermano la loro attuazione.
È il caso del collegamento stradale Roma – Latina, vale a dire la Strada Statale
Pontina, che è stata declassata, da Superstrada che era, per l’eccessiva
pericolosità e per la mancanza dei requisiti minimi di sicurezza. Sono anni, se
non decenni, che si pala a vanvera, per far sì che i lavori, progettati da tempi
lontani, si avviino ed escano dal libro dei sogni. Nella maggioranza dei casi è
così pure per gli altri lavori previsti per strade, autostrade, ferrovie ad
alta velocità in tutta Italia. I contenziosi giudiziari fanno passare tempo
prezioso, facendo passare la volontà di realizzare le opere. Non si riesce a realizzare quel benedetto ponte sullo Stretto di Messina; la Turchia in pochi anni ha costruito ben quattro ponti che attraversano il Bosforo, unendo l'Europa e l'Asia. Negli altri paesi
europei i progetti riguardanti strade e ferrovie, ideati nello stesso
periodo in cui presentarono quelli relativi all’ammodernamento delle infrastrutture
del nostro territorio, da molto tempo sono stati avviati e sono anche giunti al
termine.
Oggi non è un buon
periodo per i lavori pubblici e privati di qualsiasi genere (molti interventi
col bonus del 110% si stanno fermando), a causa soprattutto dell’aumento dei
prezzi dei materiali da costruzione per la crisi internazionale bellica in atto:
è stato dato il colpo di grazia ad un settore che stentava a decollare per le ragioni
già citate. Idem per il discorso riguardante le energie: siamo costretti ad
importarle, quando potremmo evitarlo in buona parte. I soliti facinorosi
bloccano, attraverso vie legali e manifestazioni, la ricerca e l’estrazione di
gas naturale e petrolio presente nel sottosuolo italiano e siamo costretti ad acquistarlo
a cifre astronomiche dagli stati che lo estraggono senza problemi: è il caso
della Croazia che sfrutta il Mar Adriatico che gli abbiamo lasciato come fessi.
Una nazione tra le più sviluppate ed avanzate del mondo non può permettersi
ciò: ci sarà il rischio che venga superata da altre che realizzano senza
problemi e che venga estromessa dal G7.
Solo dove fa comodo a “certa politica” si pretende che si rispettino le leggi in modo minuzioso, preciso e scrupoloso; non si applica lo stesso criterio con l’immigrazione irregolare. Anzi, in questo campo si permette ufficialmente la non applicazione delle norme. Poco se ne sta parlando: in questo periodo sono ripresi gli sbarchi di massa di immigrati irregolari, i quali provengono in maggioranza da paesi dove non ci sono guerre. Gli ucraini che arrivano sono soggetti allo stato di protezione temporanea, che terminerà quando cesserà il conflitto nel loro territorio: qui siamo nel rispetto delle regole. In generale, si dovrebbe entrare solo attraverso la legalità. Se si continuerà a permettere l’afflusso incontrollato lungo le nostre coste, oltre alle tensioni sociali che si creeranno, sempre più gente sarà invogliata a partire e le stragi del mare non si arresteranno. Con moltissimi paesi bagnati dal Mar Mediterraneo, questo cosiddetto “porto sicuro” per le Ong solo nei porti italiani si trova?
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