Cronaca di una mia giornata particolare
Domenica scorsa mi sono recato nella città marittima di Civitavecchia per assistere alle cerimonie del raduno per i molti che sono passati alla caserma del “Primo Reggimento Bersaglieri La Marmora”, che era situata appunto in quella cittadina. Sono partito dal paese di Cori (LT) alle ore 7:00 e con due ore di automobile sono giunto alle ore 9:00 a Civitavecchia, già antico centro romano di Centumcellae, giusto in tempo per l’inizio delle celebrazioni; ma per ritrovare il parcheggio che era indicato nelle cartina insieme ai luoghi delle celebrazioni, che mi avevano inviato telematicamente insieme al lasciapassare per il posteggio e che avevo entrambi stampati, ho perso qualche minuto, così sono arrivato a cerimonie iniziate. I militari sono precisi, fossi partito qualche minuto prima…... ma non ero l’unico che in quel momento stava sopraggiungendo. Il tempo era caratterizzato da un forte vento e da sporadiche minacce di piogge, già me ne ero accorto mentre percorrevo l’autostrada, l’autovettura oscillava, pensavo ad un problema della stessa perché forse stavo correndo troppo, ma al ritorno mi sono tranquillizzato vedendo i tabelloni elettronici che indicavano il forte vento che giungeva dal vicino mare. Non era una giornata da mare: chi frequenta quel tratto di “litorale romano” (Fregene, Marina di Cerveteri, Santa Severa, Santa Marinella) se ne è stato a casa, anche il sottoscritto ci avrebbe fatto un pensierino al termine delle cerimonie in caso di giornata afosa. Erano presenti al raduno e alle celebrazioni, oltre naturalmente agli ex bersaglieri di Civitavecchia, le associazioni dei bersaglieri di molte zone d’Italia, ce ne erano anche delle nostre parti: Cisterna, Latina e Borgo Sabotino. Le associazioni dei bersaglieri comprendono molti ex bersaglieri, ma anche simpatizzanti adolescenti e ragazzi, dispongono di rispettabili abiti, sia borghesi, sia uniformi militari policromi di servizio e di combattimento, molte di esse hanno le fanfare, che naturalmente erano presenti, prima fra tutte quella molto nota di Guidonia. Codeste associazioni si sono schierate insieme agli ex bersaglieri del Primo di Civitavecchia, divisi per le compagnie che lo componevano: Prima Lupi, Seconda Falchi, Terza Tigre, Mortai Pesanti, CCS e Fanfara. Ogni compagnia ha svolto il rito della Foto Ricordo, mentre dal microfono uno dei presentatori invitava, in toni burberi ed irrequieti, al silenzio e ad affrettare le operazioni per via della minaccia della pioggia. La cerimonia è proseguita con l’arrivo del medagliere delle associazioni bersaglieresche, degli stendardi comunali di Civitavecchia e di Cosenza, dove ora ha sede il Primo Reggimento Bersaglieri, tutti gli schieramenti hanno omaggiato quei momenti mettendosi sugli attenti, innalzando i molti stendardi e i tricolori italiani (una sorta di presentat arm).
Le autorità civili e religiose civitavecchiesi hanno tenuto i loro discorsi, dopodiché hanno parlato gli ideatori del raduno e dei vecchissimi bersaglieri. Uno di loro è un generale in congedo, classe 1921, che fu inviato al Fronte Greco – Albanese nella Seconda Guerra Mondiale e che negli anni ’50 contribuì alla formazione del 1° Battaglione Bersaglieri a Civitavecchia. L’intervento più commovente è stato del bersagliere più anziano di tutti, classe 1916, l’emozione e la commozione gli hanno impedito di leggere il suo intervento, che è stato letto dal presidente della sua associazione bersaglieri: ha parlato della sorella morte che vide in faccia durante la guerra, quando fu inviato su tre fronti, ma ciononostante si è dichiarato fiero di aver servito la patria, di essere stato bersagliere e l’ultimo suo desiderio della sua vita è andare a Torino l’anno prossimo al raduno nazionale dei bersaglieri che si terrà nella città simbolo dell’Unità d’Italia per il 150° anniversario.
Alcuni signori anziani che erano presenti purtroppo oggi sono finiti sulle sedie a rotelle, gli alti ufficiali organizzatori della manifestazione li hanno confortati, ringraziati e rincuorati con calorosi gesti affettuosi. Ho rivisto alcuni ufficiali che sono avanzati molto di grado rispetto al periodo in cui li conobbi: da tenenti, da capitani che erano, oggi sono divenuti tenenti colonnelli e colonnelli, mentre i colonnelli di allora oggi sono generali. Si sentivano tra la gente che assisteva alle cerimonie parlate e cadenze di tutta Italia, del Nord e del Sud, non solo la parlata romana di Civitavecchia con leggerissimo accento toscano: è un’impresa ardua arrivare ad una lingua italiana nazionale pulita, senza né accenti, né cadenze. Dopo i discorsi e l’ammassamento tenutisi vicino al porto, i reparti improvvisati hanno sfilato per le vie della città, di passo e di corsa, mentre le forze dell’ordine, vigili, carabinieri e finanzieri, facevano attenzione che gli spettatori non li intralciassero.
Hanno voluto sfilare per le strade di Civitavecchia perché era il simbolo della loro libertà al termine dell’orario addestrativo, dove ci si svagava e dove nascevano persino gli amori. Il programma della giornata è stato svolto interamente di mattina, probabilmente hanno cambiato per via della partita di calcio che era in programma il pomeriggio, è stata annullata per via del maltempo la prevista esibizione delle "freccette tricolori" e le fanfare hanno chiuso con un concerto prima dei saluti finali e prima di recarsi nei ristoranti per chi aveva prenotato il pranzo. Io non avevo prenotato, ma ho preferito trattenermi per seguire la partita di calcio dell’Italia, così dopo aver mangiato una pizza e dopo aver bevuto una birra in una trattoria sarda, ho fatto un giro per il porto al Forte Michelangelo, dove era ancorata la Nave del Bersagliere e poi in auto mi sono recato alla Borgata Aurelia, frazione di Civitavecchia sulla strada di Tarquinia, dove per quasi 50 anni c’è stata la caserma dei bersaglieri. Tante volte bisognava muoversi con le circolari cittadine che terminavano le corse alle ore 20:00, dopodiché c’erano solo i tassinari vampiri a disposizione quando ci si recava alla stazione dei treni per la licenza, quando ci si recava in libera uscita e quando si rientrava in caserma: quante sòle, quante sofferenze, quante sudate, quante arrabbiature che ho sbeffeggiato e messo alle spalle nel momento che percorrevo quella strada con un'autovettura condotta da me.
Ho visto da fuori la caserma, che ora ospita un altro reparto dell’Esercito Italiano, ho rivisto la Borgata, mi sono fermato all’oratorio della sua chiesetta per seguire l’incontro Italia – Nuova Zelanda dei mondiali e poi sono ripartito imboccando il casello autostradale Civitavecchia Nord qualche chilometro più avanti. L’autostrada inizia e muore in quel punto, da circa un quarantennio si attende che venga prolungata sino a Livorno, per far in modo di decongestionare il traffico sulla pericolosa Via Aurelia. Sulla via del ritorno ho ripensato ad una volta che percorsi quell’autostrada su un taxi abusivo, preso insieme ad altre quattro persone alla Stazione Termini di Roma perché eravamo stati sorpresi da uno sciopero dei treni e pagammo 50.000 lire a testa: era la sera di San Valentino del 1998, era pure di sabato, nel momento in cui la gente spensierata, sorridente e ben abbigliata sostava negli autogrill nell’attesa di andare a divertirsi, noi depressi tornavamo nella prigionia. Oggi però abbiamo conquistato quella libertà, quella responsabilità e quella maturità che ci consentono di non aver più nulla da invidiare a quelle ragazze di quel sabato sera e che ci consentono di venire così lontano da soli con l’automobile: da 20 anni a 30 anni è un bel balzo, anche se c’è chi non ha dovuto attendere così a lungo perché anche a 20 anni giungeva a Civitavecchia con l’auto da terre molto più lontane della mia. Ma siamo stati bersaglieri e alla fine ne è valsa la pena: basta pensare di esserlo stati e si alza la testa nei momenti in cui giungono i nostalgici pensier, i ricordi che ci fan sospirar; alla fine delle giornate, come quella trascorsa, siamo stanchi, magari con il corpo, ma le nostre anime sono ancora tese verso l’ascesa dell’Italo Valor!
Piume al Vento
(Canto bersaglieresco)
Sfilano per le strade i bersaglier,
musica in testa, a gran velocità.
Ogni piumato fante se ne va
scordando i suoi nostalgici pensier....
L'ammirazion che desta il suo passar
è la sua vita, tutto il suo piacer
e se un ricordo lo fa sospirar
rialza la testa :"Sono un bersaglier!"
Passa!Le piume al vento l'Italia nel cuor!
Squilla con ardimento fanfara d'amor!
Stanco magari è il corpo
ma l'anima è ancor
tesa, verso l'ascesa dell'italo valor!
N.B.: le fotografie sono tratte dal gruppo Quelli del Primo Bersaglieri La Marmora.