È stata pubblicata postuma l’ultima opera letteraria di Francesco Moroni, l’ottava per la precisione. Dopo aver pubblicato per l’Associazione Artisti dei (Monti) Lepini, di cui per un periodo ne è stato anche il presidente: “Gli Sbandieratori e il Leone Rampante”, “Cori bianco, Cori rosso: storia di una denominazione di origine controllata”, “Per non dimenticare gli anni della guerra a Cori”, “Aspetti politici e sociali nella Cori del XIX e XX secolo”, “Notizie intorno alla Vergine Anagnina Oliva raccolti nei luoghi della sua venerazione”, “Cori, Sant’Oliva e il Coriolano”, “La Madonna del Soccorso e la Sacra Rapresantazione di Sante Laurienti, la ritrovata Oliva”, ora è uscita la sua ultima fatica, forse la più elaborata ed impegnativa di tutte, che si intitola “Nel Museo della Memoria, Ricordi della Cori del passato”. Personalmente possiedo tutti i libri di Moroni, tranne i primi due elencati, e li ho trovati molto interessanti, soprattutto “Per non dimenticare gli anni della guerra a Cori” e “Aspetti politici e sociali nella Cori del XIX e XX secolo”.
Non sapevo che fosse stato pubblicato un altro suo libro, il quale in questi giorni è stato proposto a me e alla mia famiglia di acquistarlo per attività benefiche: abbiamo accettato volentieri. L’autore ha voluto illustrare nella sua ultima opera letteraria una rappresentazione di una Cori sparita, che conobbe negli anni della sua infanzia, e che ora il progresso e il miglioramento delle condizioni di vita hanno fatto in modo di cancellarne ogni traccia. Il fine è di tramandare com’era il vostro paese, far conoscere un mondo che molti non hanno mai conosciuto (fortunatamente) e di cui egli non aveva nessuna nostalgia o rimpianti perché era molta la miseria nella maggioranza della popolazione, rassegnata a quelle condizioni e ai soprusi dei potenti. Per secoli è stato così, solo negli ultimi decenni il tenore di vita dei meno abbietti si è elevato di molto, sino ad equipararsi ai signori di un tempo, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche, all'industrializzazione sfrenata e all’assistenzialismo statale. Da una prima sfogliata superficiale che ho dato, nel volume non mancano raffronti tra il mondo di ieri e di oggi, elenchi di negatività in entrambi i tempi, o in un modo o in un altro. Il libro, che è composto da oltre 400 pagine, descrive molti aspetti paesani antichi: dai luoghi, quali strade, piazze, vicoli; ai mestieri; dallo scorrere dei giorni attraverso lavoro e feste; ai personaggi caratteristici, come preti e artisti vari; dagli svaghi, come la caccia, il cinema, il teatro, la banda musicale; ai prodotti della terra, alle poesie, eccetera, eccetera. Naturalmente l’autore si è avvalso della collaborazione di altre persone, le quali ha ringraziato in fase di presentazione, per le ricostruzione delle vicende storiche e per le fotografie incluse nel racconto. Spero che queste poche righe abbiano convinto, chi non l’avesse ancora fatto, ad acquistare questa piccola enciclopedia sul vostro paese.
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