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mercoledì 15 giugno 2011

96) DAI REFERENDUM A TUTTO AI REFERENDUM


LA MIA ESPERIENZA DA SCRUTATORE ELETTORALE, IL LAVORO DEI GIOVANISSIMI, IL CONFRONTO GENERAZIONALE, LA PAURA DEL NUCLEARE E I PROBLEMI ENERGETICO E DELL'INQUINAMENTO.

Quest’anno in occasione dei referendum popolari sono stato selezionato e chiamato come scrutatore. E’ stata una chiamata inaspettata e che mi ha colto di sorpresa, ma senza esitare ho accettato l’incarico: sia per fare nuove esperienze di lavoro e di incontro e sia per staccare la spina per qualche giorno dalle problematiche occupazioni quotidiane. Sono stato la novità di queste consultazioni elettorali, visto che non avevo mai svolto quella mansione, anche se in passato avevo già avuto esperienze analoghe, facendo il rappresentante di lista. Nell’ultimo articolo mi ero espresso a favore dell’estensione in questi referendum, da scrutatore invece non potevo fare assolutamente propaganda di nessun genere, né intralciare il voto degli elettori: se avessi fatto ciò sarei stato arrestato. Ero alla sezione numero 4, cioè la zona antica di Cori Valle, più i ricoverati dell’ospedale che desideravano votare; il mondo della Valle per me è quasi estraneo, addirittura mi sono più familiari Giulianello – Boschetto: tranne qualche raro conoscente e lontano parente, la maggior parte delle persone che mi passavano davanti mi erano sconosciute. Ho potuto però constatare che quella zona non è solo sinonimo di stranieri, è ancora popolata da moltissimi compaesani. È stata una bella esperienza, che non so quando mi ricapiterà ancora, potrei pure tornare a fare il rappresentante di lista se mi offriranno nuovamente quell’incarico.

Non mi è piaciuto il fatto che siano stati pubblicati i nominativi degli scrutatori sul sito comunale con i loro dati riservati: residenze e date di nascita; sarebbe bastato mettere soltanto i nomi, tanto ad ognuno di noi è stato consegnato l’avviso a casa. C’è chi tiene molto alla riservatezza dei suoi dati personali: basti pensare che le informazioni curriculari che si inviano a terzi, se uno lo mette per iscritto, sono protette da una legge che perseguita penalmente chi le rende di pubblico dominio o chi le cede ad altri (è altresì perseguibile chi le riceve) senza l’autorizzazione dell’interessato. Molte volte i curricoli vengono impostati male, per cui ci sono delle apposite agenzie di formazione lavoro dove si apprende in che modo comporli: ad esempio per chi cerca un qualsiasi lavoro manuale tutto fa brodo nelle esperienze lavorative, mentre per un avvocato di fresca laurea o con poca esperienza nel suo settore, sarebbe ridicolo se nelle esperienze di lavoro inserisse “barista, cameriere e volantinaggio”, nel caso avesse svolto quei lavoretti quando era studente. Ormai i ventenni o poco più, cioè i nati negli ultimi anni ’80, sia studenti, sia lavoratori occasionali in attesa di un’occupazione definitiva, iniziano a farsi notare per i lavori saltuari che il nostro comune offre. Io in passato qualche volta fui chiamato a lavorare sui pulmini o al museo cittadino come lavoratore socialmente utile, oppure si poteva essere chiamati a consegnare i certificati elettorali, prima che istituissero quelli fissi, o a fare i censimenti, ma per questo compito era necessario un titolo di studio molto alto. Non so se quei tipi di lavoro ci siano ancora, recentemente ho sentito dire che hanno istituito quello di tagliatore di siepi. Per il ruolo di scrutatore non c’è limite di età e la concorrenza si allarga: vuoi per il fatto che si cerca di arrotondare sui bilanci familiari, specialmente per le casalinghe e i disoccupati, e vuoi per il fatto che quel compito comporta dei vantaggi sulla professione abituale.

Continuasse il nostro comune a istituire i piccoli lavori temporanei per i giovanissimi, che molto probabilmente andranno a vantaggio di quei “pochi eletti”, in questo modo nella maggior parte dei casi si eviterà che essi prenderanno delle brutte strade. Comunque non è mica vero che chi lavora sia una persona modello: magari troverà pure maggiori risorse finanziarie per drogarsi, per chi ha quel vizio. Oggigiorno su questi temi sento tanti discorsi moralisti di coloro che hanno superato i 40 e che hanno i figli adolescenti, dicono: “eh, ai miei tempi si faceva così e non si faceva cosà!”  Errore clamoroso: quando costoro avevano 20 anni si trovavano negli anni ’80 e allora circolavano molti più soldi di oggi, anche loro avevano i motorini, le vespette, le macchine, andavano in discoteca e qualcuno si drogava. Quando nacquero era il pieno boom economico in Italia, almeno nelle grandi città, nei paesi come Cori erano ancora forti le radici contadine e pastorali, eppure la generazione dei loro genitori stavano attraversando quella fase di riscatto sociale che avrebbe consentito loro di godersi pienamente la vita da ventenni con tutte le negatività che ne sarebbero conseguite. E l’emigrante, che partì a cercar la sua fortuna, quando torna per sbandierare il suo benessere conquistato, rimane molto deluso vedendo che è tutto cambiato: invece delle capanne vede le ville, invece dei somari vede le Mercedes e così via; addirittura la sua terra natale è divenuta meta di altri che vi cercano l’America, che ultimissimamente se ne sta andando. Capito? Anche se rimane un classico nei confronti generazionali di tutte le ere, non serve a nulla dire “ai miei tempi”.

La cosa più importante di tutto è la salute: sembra a me che la vita si allunghi sempre di più per la maggioranza delle persone, nonostante inquinamento e tutto il resto, comprese le incriminate centrali nucleari. Queste ultime sarebbero state di difficile realizzazione se il nostro governo avesse proseguito su quella linea, era un’idea come tante: per esso sarebbe stato conveniente, altrimenti non avrebbe rischiato di cadere, sapendo bene che la maggioranza dell’opinione pubblica ne aveva timore perché ritiene che siano molto pericolose. L’energia che compra l’Italia dalla Francia è nucleare e costa il doppio, poi ci lamentiamo che arrivano le bollette salate; un po’ come la storia dei telefoni tascabili: nessuno vi rinuncia, ma le antenne per la recezione danno fastidio a tutti. I tumori esistono per gli più svariati motivi, non certo per la presenza delle centrali nucleari: la maggior parte di noi va al mare vicino ad una centrale di queste, dismessa da qualche anno, saremmo schiattati già da tempo se così fosse stato. Le radiazioni prodotte dai rifiuti ingombranti allora? Scusate, non ci sono gli incidenti stradali, ferroviari e aerei? Allora che facciamo, aboliamo le automobili, i treni e i mezzi volanti? Il processo della fissione comporta dei rischi e la presenza delle scorie, se un domani riusciranno a sviluppare la fusione nucleare, cioè il processo che avviene nel sole, si produrrà energia pulita senza più il problema delle scorie radioattive. Io penso che questi referendum, programmati già da un anno, senza i terribilI maremoto e terremoto che si sono abbattuti in Giappone, non sarebbero passati; la centrale nucleare al violentissimo terremoto ha resistito, il problema sono state le onde del mare provocate dallo Tsunami. Molti tra i politici di opposizione volevano il nucleare ed erano favorevoli alla privatizzazione dell’acqua, oggi per convenienza hanno cambiato opinione, gridando alla vittoria e sapendo bene che tutti hanno votato, compresa la gente di destra spinta dalla paura. La nostra corrente politica aveva lasciato libertà di scelta e senza ombra di dubbio rispetterà l’esito dei quesiti referendari. Per la questione energetica bisognerà trovare una soluzione, le energie rinnovabili hanno dei limiti e non potranno coprire completamente il fabbisogno nazionale.


Una postilla: mi è stato detto che io sono uno che parla male degli altri alle spalle. Nulla di più falso. Sempre il solito problema: se uno si espone nell'anonimato è un vigliacco ed un codardo, se lo fa alla luce del sole devono appiccicargli qualche etichetta. Sul blog parlo solo di argomenti pubblici, oppure se parlo di stili di vita delle persone, come ho fatto adesso nel confronto generazionale, parlo a livello generale, non mi sognerei mai di attaccare qualcuno in particolare solo perché non condivido quello che fa nella sua vita privata. A livello di contatti personali, a parte il fatto che io non ho grandissime platee che mi ascoltino, quando sento le chiacchiere di paese sugli altri e mi chiedono conferma su qualche pettegolezzo mi faccio furbo: prima di tutto mi guardo bene chi ho davanti e spesso dico di non sapere nulla, così non si rischierà di essere incolpati di averlo diffuso. Poi se sono gli altri a parlar male di te, allora quella è un’altra storia.  

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