È ARRIVATO IL TEMPO DEL RIPOSO TANTO SOGNATO NEL CORSO DELL’ANNO.
Il tempo del riposo e delle vacanze passa velocemente e non ce lo godiamo appieno come vorremmo. Quante volte lo sogniamo nel corso dell’anno, quando gli impegni primari e quelli facoltativi ci sfiancano? Oggi il sogno è realtà: questa realtà sarà di breve durata e non persisterà in eterno. Eppure basterebbe durante l’anno rinunciare agli impegni secondari per non ammazzarsi troppo, come ad esempio lo sport e il blog: ma come si fa? Una volta che uno è entrato nel vortice della forma fisica difficilmente ne esce: quando si molla si iniziano a mettere su dei chili di troppo e vengono i complessi; mentre se lo stesso non avesse mai fatto sport e se di natura non fosse stato troppo rotondo, avrebbe potuto continuare ad intraprendere una vita sedentaria senza ingrassare troppo. Anche per il blog bisogna fare uno sforzo, non si deve avere timore di esprimere le proprie idee e di essere schernito o linciato da chi non la pensa in egual modo, altrimenti arriverà sempre quello più furbo, con le idee diverse, estroverso, che non ha timore di esporsi pubblicamente e che pensa: “solo io ho una buona dialettica, una buona parlantina, una buona loquacità, non ho timore ad espormi, mentre gli altri o per timidezza o perché si vergognano, non mi contrasteranno mai!” Ci sono coloro che sanno parlare, ma mai riuscirebbero a scrivere i loro pensieri ed idee; mentre ci sono gli altri che sanno scrivere quello che pensano e non hanno i requisiti da oratori.
Oggi con i moderni sistemi informatici tutti sono più propensi alla scrittura; ma è sempre una questione di abitudine e d’esperienza diventare pratico nel far qualcosa, anche nel parlare in pubblico con un microfono. Qualcuno, nel periodo delle scorse elezioni comunali, disse che non avevo nulla da fare per scrivere; allora tutti gli altri che facevano i comizi, chiedevano i voti e diffondevano il materiale propagandistico, anche loro non sapevano come ammazzare il tempo? Tutti abbiamo diritto di giudicare, di criticare, di vedere cosa va e cosa non va dell’ambiente che ci circonda o della cosa pubblica, di dare dei consigli a coloro che, chiedendoci il consenso, decidono i nostri destini. Qui accetto le opinioni di tutti, però quando vengono con l’intento di offendere e provocare, infischiandosene degli argomenti trattati, e rincarando le dosi in maniera sempre più massiccia, allora arriva il momento per dire basta. Non voglio dire che sia affetto da sindrome di infallibilità o di perfezione, basta pensare che non ho mai giudicato i fatti privati degli altri, ne tantomeno coloro che trovano il coraggio di fare autocritica o mea culpa sulle loro vite personali, oppure che esprimo una posizione, un’idea, con la pretesa che sia la verità assoluta: no, assolutamente no. In tutto ci vuole il giusto dosaggio: sia da parte mia che mi trattengo il più possibile, anche quando sarei tentato di scatenarmi, e sia da parte degli utenti e delle loro eventuali risposte (comunque a costoro quasi sicuramente non mancheranno i loro canali informatici per esprimere i loro pareri). In tutti noi occorrerebbe quella dose d’umiltà che ci consente di riconoscere i nostri errori.
Oltre o quello servirebbe ricercare quel qualcosa di positivo che dà la forza di lottare nelle battaglie quotidiane delle nostre vite. Io nel mio caso ho una cornice in camera mia con un’immagine di quando ero sotto le armi (sedici anni fa e “sedici chili fa”): mi sprona e mi dà la forza di continuare a lottare e a non mollare in quei momenti in cui la pigrizia e la malavoglia vorrebbero imporsi nel corpo e nell’animo.
È dal quadro che la tua effigie da soldato,
con mimetica, anfibi, elmetto e fucile,
t’ammonisce: “per il tuo paese amato
eri pronto a lottare, oggi non sii vile
e combatti la battaglia della giornata.
Non fermarti sino a sera, dopodiché
arriverà la tua pace tanto sospirata:
in piazza, sopra al tavolino del caffè.”
Ho trovato questa sorta di metafora inserita in una mia poesia: come per la difesa della sua patria uno era pronto a combattere senza scappare, oggi deve fare il suo dovere, impegnandosi nella battaglia della giornata (lavoro, sport, blog), senza arrendersi e resistendo fino a sera, quando da vincitore si godrà la pace nel riposo e nello svago. Quelle poche ore serali sono il massimo, nell’attesa che, continuando a camminare, si raggiunga il fine settimana e pedalando ancora si taglia il traguardo delle ferie, periodo in cui si stacca la spina da tutto: alcune volte c’è un premio finale. Il premio consiste in qualche breve vacanza, non troppo lontano, percorrendo le comode autostrade italiane. Nella mia vita ho mancato il raggiungimento di alcuni ambiti obbiettivi, ma qualche modesta conquista che con i sacrifici ho ottenuto, accontentandomi me lo godo appieno (purtroppo c'è chi sta peggio), specialmente in questo periodo.
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