IL 95° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA ITALIANA NELLA “GRANDE GUERRA”.
Il 4 novembre 1918, all’atto della firma dell’armistizio tra Regno d’Italia ed Impero Austro – Ungarico, si concluse dopo più di tre anni la Prima Guerra Mondiale, considerata anche la “Quarta Guerra d’Indipendenza” per unire e rendere indipendente l’Italia. Quella guerra comportò un sacrificio umano elevatissimo: di fronte a circa 5.000.000 di uomini chiamati in armi, ci furono oltre 615.000 caduti e più di 953.000 feriti e mutilati, tutti maschi in età attiva. La successiva Seconda Guerra Mondiale, che fu molto più tragica e durò di più, ebbe un numero di morti inferiore da parte italiana: caddero 313.000 militari e morirono 130.000 civili, in questo caso perirono oltre agli uomini giovani, donne, bambini e anziani. L'evento bellico del ’15 – ’18 comportò il primo grande incontro di massa dopo l’Unità d’Italia: allora il paese era contadino ed analfabeta in maggioranza, ognuno parlava il proprio dialetto e non ci si capiva, solo gli ufficiali erano istruiti. Non mancarono nel Regio Esercito ammutinamenti e defezioni, le quali venivano represse duramente dai comandanti; i capi delle’esercito furono il Generale Cadorna prima e il Generale Diaz poi. Ricordiamo brevemente l’andamento della guerra: dopo le prime avanzate italiane e le deboli controffensive austriache, nell’autunno del 1917 gli Imperi Centrali (che si concentrarono sul fronte italiano dopo la resa della Russia) vinsero a Caporetto, arrestando la loro avanzata sul fiume Piave; l’Italia non si scoraggiò e, con l’aiuto degli alleati, dopo un anno vinse a Vittorio Veneto, entrò a Trieste e a Trento e il nemico chiese l’armistizio.
Non oso pensare alle conseguenze in caso di sconfitta: ci avrebbero fatto pagare caro il tradimento e probabilmente saremmo tornati alla situazione preunitaria del 1848, rendendo vani le lotte e i morti del Risorgimento; invece fu l’Austria – Ungheria ad essere smembrata. Il Regno d’Italia, desideroso di completare l’opera del Risorgimento e chiamato a gran voce ad intervenire a guerra iniziata a fianco della nazioni della “Triplice Intesa” (Francia, Gran Bretagna, Impero Russo) e tradendo la “Triplice Alleanza” (Impero Tedesco, Impero Austro – Ungarico e appunto Italia), non fu considerato nella conferenza di pace di Versailles: ottenne solamente il Trentino, l’Alto Adige di lingua tedesca, la Venezia Giulia comprendente la penisola dell’Istria, ma non la costa dalmata (tranne la città di Zara), popolata da popolazione italica che era appartenuta alla Repubblica di Venezia. Clamorosa fu la protesta di Gabriele d’Annunzio che a capo di volontari occupò la città indipendente di Fiume. Parte di quello che avevamo redento è andato perduto con la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Oltre che per le amputazioni territoriali dell'ultimo conflitto mondiale, c’è rammarico anche per altre terre italiane perse o mai unite alla madrepatria: Corsica, Nizza, Malta, Canton Ticino. Accontentiamoci però dell’imponente lavoro e sacrificio che hanno fatto i nostri avi per donarci la nostra patria di cui andiamo fieri e orgogliosi. Nella ricorrenza dei defunti nel mese di novembre, si commemorano tutti i morti, anche quelli che recentemente hanno perduto la vita in modo drammatico ed inaspettato, ma non poteva mancare il ricordo di tutti i caduti in guerra, in tempi ormai lontani.
GUSTATEVI L’ANNUNCIO DELLA VITTORIA DEL 4 NOVEMBRE, REDATTO GENERALE ARMANDO DIAZ, CAPO DI STATO MAGIORE DELL’ESERCITO, CON "LA LEGGENDA DEL PIAVE" COME SOTTOFONDO MUSICALE.
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