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sabato 29 marzo 2014

221) BASTA CON L’ARROGANZA UE E USA

SE LA POPOLAZIONE RUSSA DELL’UCRAINA SCEGLIE DEMOCRATICAMENTE E PACIFICAMENTE DI ADERIRE ALLA FEDERAZIONE RUSSA NE HA TUTTO IL DIRITTO. L’UNIONE EUROPEA E GLI STATI UNITI, CHE NON SONO I PADRONI D’EUROPA E DEL MONDO, LA PIANTINO CON LA LORO ARROGANZA.


 Sia il parlamento dell’entità autonoma della Crimea, fino a poco tempo fa territorio ucraino, sia il popolo russo di quella regione, tramite referendum, hanno deciso l’uscita dall’Ucraina e l’annessione alla Russia. Dove sta lo scandalo? Sino ad adesso non c’è stata nessuna aggressione militare russa ai danni dell’Ucraina. Le potenze occidentali hanno guidato da dietro le quinte la rivolta in Ucraina contro il Presidente filorusso ed anti – Ue Yanukovich, che ha causato la sua caduta. I rivoltosi che si ribellano a coloro che ritengono governanti carnefici non sono meno violenti e meno crudeli degli stessi.

In Ucraina tutto cominciò quando il Presidente Viktor Yanukovich si rifiutò di firmare un accordo di collaborazione con l’Unione Europea: anche se la rivoluzione non era finalizzata all’adesione non suona un po’ strano tutto ciò? Dove sta scritto che si debba fare tutto ciò che impongono Bruxelles, Berlino e Parigi? La Svizzera qualche settimana fa con un referendum ha ristretto la libera circolazione nel suo territorio dei cittadini delle nazioni appartenenti all’Unione Europea; quest’ultima ha minacciato severe sanzioni contro la Confederazione Elvetica. Se il popolo svizzero ha deciso in quel senso, vada avanti e non si faccia intimorire.

Questo presunto super stato europeo, in mano ai tedeschi e ai francesi che si arricchiscono sempre di più, impoverendo gli altri popoli come il nostro, tentano di allungare i tentacoli sugli stati extra – Ue per far si che le loro egemonie economiche e politiche si imperino sempre più, cancellando le altre rimaste in piedi. Nel caso dell’Ucraina bisogna considerare dei fattori storici che determinarono la geografia attuale: quando si decise di affidare la Crimea ed altri territori dalla Russia all’Ucraina, tutto era circoscritto all’interno dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, ovvero l’Urss, che era uno stato federale. Era tutto in famiglia, nessuno allora avrebbe potuto immaginare che un giorno l’Unione Sovietica si sarebbe disciolta e le repubbliche autonome al suo interno sarebbero divenute indipendenti.


 L’embargo imposto alla Russia dagli Stati Uniti d’America potrebbe costarci caro: l’Italia a suo tempo con Berlusconi stipulò dei contratti vantaggiosi per le forniture di gas. Già si parla di società americane che forniranno il gas all’Europa: non suona strano anche questo? Per gli americani il referendum effettuato in Crimea non è legale e quello che essi fecero svolgere in Kosovo per renderlo indipendente com’era? E l’assorbimento della Germania Est nella Germania Ovest del 1990 fu legale? Decisero tutto dall’alto e il popolo non fu consultato.

Forse riusciranno nell’intento di strappare l’Ucraina dall’egemonia russa, a costo di amputarla dal punto di vista territoriale, per appropriarsi delle proprie risorse naturali. L’Ucraina aderirà al’Ue: ne sarà felice così la criminalità al suo interno calerà e tutti i delinquenti li spedirà in giro per l’Europa, soprattutto in Italia, il paese del bengodi, dove, per non essere tacciati di razzismo, tutto è lecito, tutto è permesso. Germania, Francia e Gran Bretagna alzeranno dei muri per ripararsi, mentre a noi impediranno di farlo. Proporrei uno scambio benevolo: Ucraina nell’Unione Europea e fuori l’Italia. 

giovedì 20 marzo 2014

220) OPERAZIONE "MARE NOSTRUM"

"Così l'Italia fa fare affari alle milizie islamiste"

I pericoli sulla rotta dalla Libia. Un funzionario rivela: "Traffico d'uomini in mano a un capo filo Al Qaida".

Gian Micalessin - Gio, 20/03/2014 - 08:44
da Tripoli
«Dall'inizio dell'anno gli sbarchi in Italia hanno raggiunto livelli senza precedenti (14mila ad oggi ndr). In Libia stanno arrivando frotte di clandestini e migranti provenienti da zone dell'Estremo Oriente che in precedenza non avevano alcun interesse per queste rotte.


Ahmed Asnawi, uno dei leader della rivolta anti Gheddafi, vicino ad Al Qaida, è ora a capo delle milizie islamiche che gestiscono il traffico di profughi
E dietro a quelli già sbarcati ci sono quelli in attesa.

Oggi abbiamo più di diecimila persone pronte a partire ammassate nei centri di raccolta o nelle case alla periferia di Tripoli, Zwara e Misurata. Ormai si è sparsa la voce che la traversata è facile e le navi dell'operazione Mare Nostrum salvano tutti. A fine inverno verremo sommersi dai nuovi arrivi». GUARDA IL REPORTAGE
Il funzionario italiano che a fine febbraio passa al Giornale queste informazioni dai suoi uffici di Tripoli è un veterano della lotta all'immigrazione clandestina. Parla a titolo personale e non vuole veder pubblicato il proprio nome, ma fa chiaramente intendere come l'esodo senza precedenti sia diretta conseguenza dell'operazione «Mare Nostrum» messa in piedi dal governo Letta lo scorso autunno. «Quell'operazione spiega il funzionario - ha generato aspettative in centinaia di migliaia di persone. La notizia delle navi italiane pronte a salvare chiunque si metta in mare ha fatto il giro del mondo. Per questo ormai arrivano dai quattro angoli del globo. E l'aumento della domanda moltiplica l'offerta. Ogni giorno compaiono nuove bande di trafficanti di uomini che non offrono più neppure le precarie garanzie del passato. Pur d'incassare li fanno salire su bagnarole di fortuna convinti che si salveranno grazie alle nostre navi. Ma quelle barche rischiano di colare a picco ad un miglio dalla coste libiche».
Oggi a tre settimane di distanza le previsioni del funzionario si stanno puntualmente avverando. E intanto l'operazione Mare Nostrum genera un'altra situazione tanto prevedibile quanto paradossale. «Quando i fondi di Mare Nostrum finiranno la Marina Militare sarà costretta a smettere di operare, ma le traversate non si fermeranno. I mercanti di uomini pur d'incassare continueranno a metter barche in mare e noi rischieremo nuove ecatombi. Per questo avvisava già a fine febbraio l'anonima Cassandra - bisogna trovare una via d'uscita prima di venir nuovamente messi sotto accusa dalla comunità internazionale». Ora anche quella previsione si sta avverando . Proprio ieri il capo di Stato maggiore della Difesa Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha annunciato la fine dei fondi. L'anticamera dell'ennesima tragedia con l'inevitabile coda di accuse al nostro paese è dunque già aperta. Ma i rischi per l'Italia non si fermano qui. «Nel sud della Libia spiegava la gola profonda - la situazione è fuori controllo. A Saba, la capitale del sud, gli scontri fra le milizie filogovernative e i cosiddetti anti gheddafiani, hanno creato una situazione apocalittica. I confini non esistono più, e nessuno sa quante centinaia di migliaia di persone stiano risalendo da Sudan, Mali e Niger. In quelle zone desertiche non esiste alcuna autorità, comandano i più forti e si muove di tutto dalla droga, alle armi, agli esseri umani».
In questo caso l'allarme non riguarda solo l'esodo di centinaia di migliaia di disperati, ma anche il rischio terrorismo. Nell'immenso deserto a sud di Saba il lucroso affare dell'immigrazione clandestina è ormai sotto il controllo di una milizia alqaidista interessata non solo ai lucrosi proventi in denaro, ma anche alla possibilità d'infiltrare informatori e militanti sui barconi diretti in Italia. A spiegarlo al Giornale, a patto di non veder rivelato il proprio nome, è un inquirente della procura di Tripoli impegnato in una difficile indagine condotta dai settori dei servizi d'intelligence libici sfuggiti al controllo dei Fratelli Musulmani. «Al sud il gruppo di Al Qaida più attivo - spiega - è quello legato Ahmed Asnawi un comandante molto vicino ad Al Qaida. Lui e i suoi uomini sono stati i primi a cercar di mettere le mani sul commercio di esseri umani. Li prendono sotto il proprio controllo li trasferiscono verso la Cirenaica e la Sirte e da lì organizzano la partenza verso l'Italia su grosse imbarcazioni. A differenza dei trafficanti tradizionali garantiscono barche più sicure a prezzi inferiori, intorno ai mille dollari. Quei soldi oltre a finanziare il gruppo di Asnawi garantiranno l'arrivo nel vostro paese e nel resto d'Europa di molti terroristi».

http://www.ilgiornale.it/

sabato 15 marzo 2014

219) UN ANNO DI PONTIFICATO DEL PAPA FRANCESCO

UN BREVE BILANCIO DEL PONTIFICATO DI PAPA FRANCESCO, AL SECOLO JORGE MARIO BERGOGLIO, AD UN ANNO DALL’ELEZIONE A SOMMO PONTEFICE.




Con l’avvento di Papa Francesco al Soglio Pontificio è radicalmente cambiato lo stile del Papa nei suoi modi di fare. Egli nel momento dell’elezione scelse di adottare una croce di ferro da portare al collo, anziché una d’oro, e tenne i suoi vecchi abiti. Già nel suo modo di salutare i fedeli con un “buonasera” o con un “buon pranzo” fece capire che avrebbe parlato diretto con un linguaggio semplice, alla portata di tutti e non esprimendosi con un lessico per grandi teologi difficile da comprendere. Qualche critica per i suoi modi di fare nel Vaticano e a volte tramite i suoi media non è mancata, tutto sommato la maggioranza degli alti prelati ha accolto positivamente il nuovo Papa e le sue innovazioni. Pensiamo per esempio al pettegolezzo: chi mai si sarebbe aspettato che proprio il Sommo Pontefice ripetutamente si scagliasse contro un argomento che apparentemente può sembrare di una non enorme gravità. Le chiacchiere distruttive sugli altri imperversano nei paesi medi – piccoli, nei luoghi di lavoro e perfino negli ambienti di Chiesa, sono basate principalmente sul sentito dire e senza che ci sia nulla di certo. Per questo Papa Francesco, cui giungeranno all’udito i pettegolezzi del Vaticano, ha pensato di dare una bella tirata d’orecchie a una parte dei suoi fedeli, cominciando dalla Città del Vaticano e terminando nelle realtà ecclesiali minori. Recentemente Egli ha letto una lettera di un sacerdote romano che si lamentava del fatto che ce l’avesse con i preti, i quali molte volte sono rimproverati: per la durezza nel predicare, per i loro stili di vita lussuosi e per i loro modi di fare; i richiami papali volevano essere delle sollecitazioni a ritrovare la semplicità, l’umiltà e la povertà da parte della Chiesa. Da parte del Santo Padre sono dei buoni esempi di stile semplice il sedersi a tavola o sugli autobus al paro di tutti gli altri sacerdoti e il visitare le parrocchie romane a bordo di una modesta vettura.



I maliziosi sostengono che tutti i papi recenti che volevano rivoluzionare la Chiesa non sono durati molto; allora cosa dire di Giovanni Paolo II che ha lasciato un’impronta profonda di rinnovamento nella storia del cattolicesimo ed ha regnato tantissimo? Beh in effetti il Papa Polacco scampò ad un grave attentato. Consiglierei a Papa Francesco, ricordandosi di Giovanni Paolo II, di non trascurare la sua sicurezza. Abbiamo parlato dei pettegolezzi, ma che cosa sono in confronto ai massacri dei cristiani nel mondo? Qui il Papa si fa sentire poco. Evidenzia il tema dell’accoglienza dei profughi di tutte le religioni, commemora le vittime dei naufragi e non tralascia il dramma della disoccupazione sempre più crescente in Italia. Quando gli Stati Uniti minacciarono un intervento militare in Siria Egli istituì una giornata di digiuno per la pace: la distruzione e la morte che il Papa voleva evitare con quell’iniziativa c’erano e ci sono tuttora, semmai quell’operazione, annullata per l’opposizione degli storici alleati dei siriani, avrebbe posto fine (ufficialmente) alle ostilità, come avvenne in Libia. Le mentalità della sinistra influenzano la Chiesa: ogni volta che sono gli Usa a minacciare le guerre, ecco allora scaldarsi le piazze e i media nel chiedere la pace; quando sono le altre nazioni che si preparano ai conflitti, come in questi giorni che sale la tensione tra Russia e Ucraina, a nessuno importa niente.

Questo Cattolicesimo ai conservatori ha concesso solo il ritorno alla messa tridentina su richiesta, con i progressisti dialoga sulle questioni a loro care: unioni civili, comunione ai divorziati, omosessualità. La frase di Francesco sugli omosessuali (“Chi sono io per giudicare?”) è stata interpretata erroneamente dai media come un’apertura verso i matrimoni tra persone dello stesso sesso; in realtà ha questo senso: se uno è nato con quel difetto o l'ha sviluppato non può farci nulla, così come chi nasce cieco o paralitico che colpa ne ha? Se fossero tutti sodomiti e se anche la Chiesa promuovesse delle politiche in tal senso, l’omosessualità si espanderebbe sempre di più e il genere umano si estinguerebbe; almeno in occidente: dove si diffondono sempre più le politiche omofile e che è anche abbastanza provato dal crollo delle nascite. Su questo punto e sul sostegno verso le famiglie tradizionali basate sul matrimonio tra uomo e donna il Pontefice si è fatto sentire ripetutamente: ha spronato i giovani ad essere fecondi e non essere zitelli e ha invitato a non accontentarsi di un solo figlio. Sull’accesso dei divorziati alla comunione si va verso la svolta: la Sacra Rota scioglie molti matrimoni, allora sarebbe contraddittorio per il Vaticano vietare l’eucarestia a dei divorziati. È un Papa che piace sempre di più al popolo e sono proprio quei modi di fare semplici, bizzarri ed imprevedibili che attirano, come ad esempio telefonare alle persone comuni o rispondere alle loro lettere. Anche a me arriverà una telefonata o un commento sul blog per questi miei pensieri? Naturalmente scherzo. Se così avvenisse non reggerei l’emozione. E in più io ed il mio sito vogliamo rimanere umili, modesti, all’ombra del paesello e mai ci sogneremmo di salire così alla ribalta. Preferisco che il Papa chiami le persone che hanno veramente bisogno di aiuto e di conforto.

martedì 4 marzo 2014

218) QUALE DESTRA?

DOPO LA FINE DEL PDL PREVALE UN SENSO DI SFIDUCIA NEL RICERCARE UN PARTITO ADATTO A PORTARE AVANTI LE IDEE DI DESTRA. "FRATELLI D'ITALIA" NON ERA INTERESSATO AL “MOVIMENTO PER AN” MA RIESCE A SOFFIARGLI QUEL SIMBOLO PER PURO CALCOLO DI CONVIENENZA.



In occasione delle elezioni politiche 2013 mi battei come un leone per il Pdl, il quale sembrava sfracellarsi senza nessuna possibilità di salvezza. Invece accadde il miracolo: quel partito si salvò e determinò da protagonista le sorti della politica italiana. Dopo pochi mesi si decise la fine dell’esperienza pidiellina con la rinascita di Forza Italia e la nascita del Nuovo Centrodestra che intrapresero strade diverse. Questa spaccatura ha determinato in me un senso di sfiducia, di delusione e di distacco dalla politica: esattamente un anno fa avevo sbarrato con fortissima convinzione il simbolo Pdl nella scheda per la Camera dei Deputati, in quelle per il Senato della Repubblica e per la Regione Lazio, contribuendo con la mia scelta ai presenti nelle liste di sedersi su quelle poltrone dorate e dopo qualche mese cambiano nome e si dividono. Credevo ancora fortemente nella fusione (per la verità un po’ troppo frettolosa) del 2008 tra FI e An.



Dopo l’iniziale sconforto mi sono mosso alla ricerca di un partito con i valori di destra, cancellati nel Pdl col passaggio a FI. Avevo seguito con attenzione le mosse di Storace, il quale era interessato insieme ad altri piccoli partiti dell’area destrosa alla rifondazione di Alleanza Nazionale: sembrava un interessante progetto. Ora non so come finirà quel cammino, visto che Fratelli d’Italia è riuscito a soffiare il simbolo di Alleanza Nazionale al Movimento per An; prima di appropriarsi di quel logo i suoi militanti dichiaravano che non erano interessati al ritorno ai partiti del passato, perché sarebbe stata una minestra riscaldata, loro guardavano al futuro e non al passato. Allora mi domando: perché non condividere con tutti gli altri piccoli partiti di destra quel simbolo e tenerlo solo per loro? Perché altrimenti i rappresentanti di Fratelli d’Italia si sarebbero dispersi nella grande folla dei dirigenti degli altri movimenti e solo pochi di essi sarebbero emersi; mentre ora aspirano a sfruttare il logo An, ridotto in miniatura nell’emblema di FdI, al fine di richiamare gli elettori e far sparire gli altri partiti di quell’area. Giorgia Meloni dà l’impressione di essere un Renzi in gonnella: è montata come lui, vuole strafare, bruciare i tempi, non vuole farsi umile e indicare chi ha più esperienza, inoltre ha un titolo di studio modesto, anche se in politica il grado d'istruzione conta poco. FdI ha organizzato le primarie delle idee in cui, oltre a far scegliere il simbolo ai votanti, sono stati posti dei quesiti con i seguenti risultati: favorevole alla riapertura delle case chiuse il 78% dei votanti, gli altri 8 quesiti hanno raggiunto o superato il 90% dei consensi, tra cui quelli sul blocco dell’immigrazione, divieto di aperture di nuove sale slot machines e dazi sulle merci dei Paesi che fanno concorrenza sleale contro l’Italia. Belle proposte approvate dagli elettori ma si tratterà solo di parole: quando i capi del partito siederanno su quelle poltrone si culleranno, dimenticandosi di tutto e dovranno venire a compromessi con i poteri forti nazionali ed internazionali, con i partiti più grandi e con i grandi organi di informazione orientati a sinistra.


Conviene di più costituire una destra forte che si fa sentire, che non si allea con nessuno e con il popolo fa le sue battaglie nelle piazze (vere e virtuali). Dove cercarla questa destra? Sul Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale per ora sono orientato sul no per come sono state fatte le cose. Vedrò cosa faranno Storace e gli altri e deciderò. Adesso non sono tanto estremista da votare il movimento di estrema destra Forza Nuova: se le cose andranno sempre peggio e i governanti non faranno scelte radicali a favore del popolo italiano in futuro Fn potrebbe fare il botto di voti. Non so potrei scegliere Forza Italia, ora che i più moderati sono usciti e vedrò se si costituirà un'ala destra al suo interno.


Oggi FI è l’unico grande partito di centrodestra, gli alleati al confronto hanno le briciole: più o meno i sondaggi danno gli stessi risultati del Pdl, allora non è stata tutta questa convenienza l’ennesimo cambio di nome.