Gli italiani dormono in stazione,
i rifugiati in alloggi di lusso
Ecco quello che succede, ad esempio, a Siena: reportage agghiacciante da quella che era l'isola felice della sinistra
Non se ne può più. Ha dell’incredibile quanto sta accadendo negli ultimi mesi in Italia. Con il rischio che dopo le tensioni registrate a Corcolle, Tor Sapienza e Infernetto a Roma e nelle zone periferiche di Milano possano sfociare in ogni città di quel che resta del Bel paese.
A lanciare un altro allarme è il Corriere di Siena che ha effettuato un agghiacciante reportage. Aumentano di giorno in giorno i senesi che dormono nei pressi della stazione: dietro i cespugli di viale Cavour o ancora dietro il punto Telecom di Pantaneto.
Ma Siena non era l’isola felice del centrosinistra? Intanto anche nel capoluogo senese, oltre a vitto e l’alloggio, ai clandestini spettano anche 40 € di diaria.
La crisi morde, è vero. Bisogna essere caritatevoli, questo è altrettanto vero. Ma i vari governi che si sono succeduti in questi anni hanno sempre dato priorità agli altri, non certo agli italiani in difficoltà: a cominciare dall’asfissiante pressione fiscale (in aumento anche con il governo Pd-Ncd-Sc) e da Equitalia. Nel frattempo la disoccupazione – di mese in mese – continua a salire, soprattutto tra i giovani.
Gli ipotecano la casa.
Mentre gli italiani - compresi gli alluvionati e i terremotati, nonostante le rassicurazioni di Renzi - sono costretti non solo a pagare le tasse, ma a campare anche i rifugiati e gli extracomunitari. A chi non ce la fa? Gli ipotecano la casa.
Ha vinto l'astensione
L'Emilia rossa non c'è più: il Pd Bonaccini si afferma ma vota solo il 37% degli elettori. Schiaffo a Renzi anche in Calabria: passa Oliverio, candidato che il premier non voleva
L'Emilia rossa non c'è più: il Pd Bonaccini si afferma ma vota solo il 37% degli elettori. Schiaffo a Renzi anche in Calabria: passa Oliverio, candidato che il premier non voleva
Elezioni regionali per pochi intimi in Calabria ed Emilia Romagna e desta sensazione proprio il dato dell’affluenza alle urne di questa regione, una volta ‘la rossa’ per eccellenza, dove comunisti e post-comunisti andavano a votare anche se c’era da farlo per il classico asino che volava.
Ieri in Emilia-Romagna ha invece votato il 37,7% degli elettori, poco più in Calabria, con il 44,1%. Numeri impressionati, se paragonati alle Regionali del 2010 (68% in Emilia Romagna) e alle Europee di 6 mesi fa (addirittura il 70% in Emilia-Romagna).
A Bologna e dintorni molto ha influito sull’elettorato la vicenda delle spese pazze in Regione che ha travolto proprio il maggiore partito della sinistra.
Stefano Bonaccini del Partito Democratico, comunque, è come scontato il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna. Buono anche il risultato del leghista Alan Fabbri, secondo; male tutti gli altri partiti.
In Calabria vince Mario Oliverio, pd ma anti-renziani. Wanda ferro, candidata di un centrodestra diviso, si ferma attorno al 25%.. Anche qui male i partiti tradizionali e i 5 stelle.
Alla fine, l’ulteriore allontanamento della gente dalla politica si è rivelato un flop per le politiche governative, anche se un po’ tutti, ad iniziare dalla Boschi mandata in avanscoperta da Renzi, ci tenevano a far sapere che non poteva trattarsi di un test per il governo stesso.
Dal canto suo, Matteo Renzi si è espresso con il solito tweet: "Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto”. Contento lui…
Igor Traboni
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