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domenica 26 aprile 2015

267) LA STORIA SCRITTA DAI VINCITORI (?)


IL FASCISMO ITALIANO CERTAMENTE NON FU TUTTO ROSE E FIORI (MA QUALE CORRENTE POLITICA LO FU?), PERO' I PRESUNTI VINCITORI RISCRISSERO LA STORIA A MODO LORO, RIMUOVENDO DALLA MEMORIA MOLTE COSE POSITIVE DI QUEL REGIME, CHE PER ANNI GODE' DI UN AMPIO CONSENSO POPOLARE.
 


Soltanto recentemente è iniziato un revisionismo storico, riguardante il Fascismo e le vicende belliche dell'ultimo conflitto mondiale, mentre per molti anni nelle scuole ci hanno fatto studiare una storia scritta a senso unico dai vincitori. Tengo a precisare che io non sono fascista (nel mio ambito familiare sono state presenti molte varietà di opinioni politiche: Fascismo prima della guerra, Dc nel dopoguerra, nell'altro ramo anche Pci ), però devo riconoscere che il Fascismo apportò molti cambiamenti positivi nella società italiana ed attuò delle buone politiche pro - masse popolari, da millenni sfruttate e trattate come animali: grandi opere pubbliche, come costruzioni di nuovi quartieri, di nuove città, di grandi vie di comunicazione, nuovi terreni agricoli strappati alle malsane paludi, riforme degli affari sociali (pensioni, settimana corta lavorativa, Inps, Inail), iniziative del dopolavoro/doposcuola (treni domenicali e radio a prezzi popolari, colonie marine per i bambini), sviluppo industriale (Iri), incremento demografico.

Gli unici nei furono che sia all'inizio che alla fine, quel regime si affermò e se ne andò in un clima di violenza generale e di guerre (soprattutto alla fine con la fatale e devastante alleanza con Hitler che causò le leggi razziali), in cui non solo i fascisti si macchiarono di gravi crimini. Nelle guerre civili ognuno cerca di tirare l'acqua nel proprio mulino per risparmiare il maggior numero di caduti dalla propria parte: fu così anche per i partigiani e per gli Anglo - Americani. Senza gli Alleati l'Italia non sarebbe stata liberata; nel centro - sud non ci fu nemmeno molta Resistenza, la quale non era un'esclusiva Pci. Penso che gli eccidi, sia quelli nazifascisti, sia quelli partigiani, sia quelli Alleati, vadano condannati tutti. Tra il proprio prologo e il proprio epilogo il Regime Fascista ha goduto di un vastissimo consenso popolare, perfino molti strati del clero lo appoggiavano, soprattutto dopo i Patti Lateranensi, e nella guerra civile i preti si divisero tra Repubblica Sociale e Resistenza: in entrambe le parti alcuni furono fucilati. Riporto una frase del futuro Papa Giovanni XXIII in occasione della caduta di Mussolini nel 1943:
"La notizia più grave del giorno è il ritiro di Mussolini dal potere. L'accolgo con molta calma. Il gesto del Duce lo credo atto di saggezza, che gli fa onore. No, io non getterò pietre contro di lui. Anche per lui sic transit gloria mundi. Ma il gran bene che lui ha fatto all'Italia resta. Il ritirarsi così è espiazione di qualche suo errore. Dominus parcat"


La verità è che le masse si genuflettono con facilità alla cosa o alla moda del momento, a tal proposito mi viene in mente un noto proverbio corese che fa al caso nostro: "quando tata mmazzé jo porcio tutti disseno: "tata nostro!"; quando i sbiri venneno 'n casa tutti disseno "cchiappate tata!" Tata è Mussolini che fonda l'Impero e tutti lo osannano e l'acclamano; gli sbirri che vengono in casa sono gli Anglo - Americani: tutti quelli che acclamavano il Duce si fanno partigiani e lo catturano. Se fossero arrivati i russi tutti sarebbero divenuti comunisti, se un domani arriverà l'Isis tutti si faranno islamici. Il Fascismo era lo stato: tutti volenti o nolenti sono stati costretti a servirlo (tranne una piccola minoranza di oppositori) e ad indossare le divise; quelli che le uniformi mostravano con più orgoglio, magari nel dopoguerra si fecero intellettuali, dirigenti e militanti dei tre maggiori partiti (Dc, Pci, Psi) e indicavano Mussolini come il male assoluto. Fra tutti i totalitarismi il Fascismo italiano fu il meno peggiore. Non bisogna dimenticare che il Comunismo provocò 100 milioni di morti; anche in democrazia ci furono delle stragi, quelle di mafia, con i politici democristi siculi collusi. Ed anche le grandi religioni si sono macchiate di gravi crimini. Le condizioni di oggi non consentono un ritorno fascista, per cui è inutile che tutti si allarmino quando la Lega Nord (agli antipodi col Fascismo) organizza delle democratiche manifestazioni: si scagliano contro dei ragazzini che non conoscono a fondo la storia o l'hanno fatta interpretare loro in malo modo. Non sono neanche un leghista.

3 commenti:

  1. Padre Fedele Bisceglia "assolve" Benito Mussolini Il francescano Padre Fedele Bisceglia ha assolto in diretta tv Benito Mussolini.

    Il prete, imputato in secondo grado per presunte violenze sessuali ai danni di una suora, lancia la provocazione ai microfoni della giornalista calabrese, Antonella Grippo, nel corso della seconda puntata di Perfidia, il format tornato su una nuova rete, l' emittente regionale Viva Voce Tv. "Cercasi prete con le palle per celebrare Messa in diretta per il 70° anniversario dalla morte di Mussolini"», ha scritto testualmente Grippo qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook dopo la sospensione da parte della Curia di Reggio della celebrazione liturgica programmata in suffragio del dittatore del Ventennio. Ecco che - come scrive il Tempo - l'agguerrita cronista trova il prete. "Amo Gesù e amo il Vangelo, dove non c' è preclusione per nessuno. Mussolini, fino a prova contraria, è figlio di Dio, e Dio non ha figli di prima o seconda categoria", Ha poi aggiunto: "Avrei pregato per lui. Nel Vangelo c' è la misericordia di Dio"

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  2. Perchè gli antifascisti (italiani) non festeggiano la vittoria sul fascismo (della Russia putiniana)?
    Nazzareno Mollicone del 11 maggio 2015

    Il 9 maggio 1945 terminò, con l’atto di resa incondizionata sottoscritto per conto dell’Ammiraglio Doentiz, capo del governo dopo il suicidio di Hitler, dai generali Jodl con gli angloamericani e Keitel con i russi, la seconda guerra mondiale.
    Una guerra che apparentemente era stata combattuta tra il nazionalsocialismo ed gli alleati fascisti e nazionalisti italiani, ungheresi e romeni, e il comunismo: in realtà, a nostro parere, quella guerra appare oggi sempre più chiaramente non tanto una guerra ideologica quanto piuttosto una guerra per il controllo geopolitico del nucleo centrale dell’Eurasia, quello che Mackinder definì fin dal 1904 l’”heartland”.
    In effetti, la massiccia manifestazione politico-militare svoltasi a Mosca il 9 maggio scorso, con la sfilata di decine di migliaia di militari, di centinaia di mezzi blindati e missilistici, di aerei alla presenza del capo del governo cinese e di altre decine di rappresentanti proprio dei Paesi costituenti – sempre secondo Mackinder – il “rimland” od anello interno di protezione dell’”hertland”, ha confermato anche questo. Ma ancor più evidente è stato il significato nazionalista, e non ideologico, di quella celebrazione con la stupefacente sfilata di circa venti milioni di cittadini in ventiquattro città della Russia che inalberavano la fotografia dei loro parenti (ormai antenati) caduti durante la guerra. Questa sfilata, che a Mosca è durata per ore, è stata chiamata “il reggimento degli Immortali”…. Gli “immortali”, ossia il corpo di elite dell’impero persiano…Chissà se qualcuno penserà di fare lo stesso in Italia nel 2018 ricordando il 600.00 Caduti della prima guerra mondiale… ne riparleremo.
    Ma, dinanzi a questi aspetti simbolici – compreso la riesibizione ostentata e portata da tutti, militari e civili, dell’insegna dell’Ordine di San Giorgio, istituita della Zarina Caterina II^ e poi assunta come insegna dai “russi bianchi” anticomunisti, ripristinata dal nuovo governo post-comunista di Eltsin nel 2000 – qual è stata la reazione degli antifascisti in servizio permanente effettivo italiani?
    A questo proposito ricordiamo che due settimane fa, il 25 aprile, vi è stata un’orgia di celebrazioni (peraltro più televisive che popolari) della cosiddetta “resistenza” che avrebbe sconfitto, secondo la vulgata di regime, il fascismo in Italia.
    Ci si sarebbe quindi aspettato che il 9 maggio, in coincidenza con le celebrazioni moscovite, gli antifascisti italiani si sarebbero precipitati ad elogiare la Russia che, essa sì, aveva sconfitto i tedeschi nel 1945; ci saremmo anche aspettati che i massimi organi politici ed istituzionali italiani, da Mattarella a Renzi, si sarebbero precipitati a Mosca a rendere omaggio non tanto al suo governo piuttosto al popolo russo.
    Invece, stranamente, tutto questo non è successo: la stampa e la televisione di regime hanno di fatto ignorato o minimizzato la manifestazione di Mosca del 9 maggio, e l’unica presenza è stata quella di uno spaurito ministro degli esteri, già militante del Movimento Studentesco e del Movimento Lavoratori (?) per il Socialismo collegato a Democrazia Proletaria, che ha deposto una corona di fiori al monumento ai Caduti….

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  3. Tutto qui? Si potrebbe allora dire: ma che razza di antifascisti siete? Nel momento in cui si celebra la sconfitta prima del fascismo e poi del nazionalsocialismo, voi non andate a Mosca a festeggiare?
    Ed allora qui si svela la vera realtà dell’antifascismo nostrano. Innanzitutto, a Mosca le bandiere rosse con falce e martello erano poche, solo quelle storiche degli ex-reparti militari combattenti, sommerse dalle centinaia di migliaia di nastrini dell’Ordine di San Giorgio (strisce parallele nere e gialle). E come si fa a fare gli antifascisti senza bandiere rosse?
    Poi, c’è Putin. E questo non si sopporta: non ricorda Lenin e Stalin, anzi ha condiviso il cambiamento di nome alle città a loro intitolate; sostiene la Chiesa Ortodossa (tanto che il ministro della difesa prima d’iniziare la sfilata militare è entrato nella Cattedrale ed uscendo, salendo sull’auto di parata, si è fatto il segno di croce ortodossa); non vuole l’esaltazione dell’omosessualità come modello di famiglia, anzi sostiene la costituzione e la crescita delle nuove famiglie; ostacola i grandi banchieri e gli oligarchi; mantiene la banca di stato ed emette moneta. Soprattutto, difende l’autodeterminazione dei popoli in Crimea e nel Donbass, e contrasta l’egemonia statunitense che domina anche la politica e l’economia dell’Unione Europea.
    Ma, insomma, questo Putin, questa Russia è antifascista o magari un tantino nazionalista?
    In realtà, i nostrani antifascisti non volevano solo la fine della guerra e la sconfitta di un governo, volevano una nuova società, una nuova cultura, che è tutto il contrario di quella che si sta oggi manifestando in Russia.
    Ecco, allora svelato l’arcano: nel momento in cui apparentemente dovrebbe esserci l’apoteosi dell’antifascismo vincente settant’anni fa, l’antifascismo italiano si nasconde, borbotta, critica, non condivide l’azione politica e sociale di un popolo il quale, avendo combattuto per anni e sofferto perdite immense, oggi ritrova la sua tradizione (altra parolaccia, altra eresia da condannare per gli antifascisti) nazionale e storica, e vuole essere rispettata e lasciata decidere da sola sulla sua vita. Tanto è vero che oggi, strano a dirsi, i sostenitori di questa Russia ritrovata nella sua anima e nella sua storia sono gli esecrati “neofascisti”, che pure qualche lacrima di dolore e qualche omaggio ai Caduti di Berlino e delle altre città nel 1945 continuano a spargerle.
    Ma così si dimostra palesemente che gli antifascisti nostrani sono stati, e sono, solo dei traditori della Patria al servizio dei nemici geopolitici dell’Italia e dei suoi valori fondamentali.

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