IL POLITICAMENTE CORRETTO OVVIAMENTE INFLUENZA LA STAMPA: INFATTI LE NOTIZIE VENGONO INGROSSATE O VENGONO TENUTE SEGRETE A SECONDA DELLE CONVENIENZE.
La scorsa settimana i media hanno scatenato un putiferio sulla notizia del sacerdote che inizialmente si era rifiutato, durante un funerale cattolico, di benedire la salma di una signora marocchina, per poi ripensarci per l'indignazione della gente. Se la donna in questione, di religione islamica, è stata ammessa nel rito cattolico funebre, il prete avrà sicuramente sbagliato a comportarsi in quel modo. Prima di quelle esequie c'era stata un'ampia discussione tra le alte gerarchie ecclesiali sulla questione se ammettere o no una non cattolica nel rito funebre: alla fine hanno deciso per il si, considerando che la signora si stava avvicinando al cattolicesimo. Quindi, dopo le dovute autorizzazioni, non si capisce come mai il prete si sia comportato così: su questo sono d'accordo. Mi chiedo soltanto perché ingrossare in modo spropositato questo piccolo fatto e non fare altrettanto con degli episodi di cronaca più gravi. Ah già, perché la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione devono attenersi alle disposizioni "corrette politicamente", tendenti alle mode del momento e al "progressismo politico". Di seguito riporto una notizia ignorata dai grandi quotidiani, ad eccezione de "Il Tempo" .
Da noi saresti una p..." Aggredita una soldatessa
"Nel nostro paese le donne sono considerate p..ne (…) Se non ci lasciate andare vi ammazziamo"
Così due giovani africani si sono rivolti ad una soldatessa che presta servizio a Roma alla fermata Cipro della metro. I due africani, secondo quanto racconta il Tempo, sono stati arrestati. Accusati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale hanno patteggiato la loro pena: 6 mesi di reclusione. Si tratta di un 23enne proveniente dal Senegal e di un 25enne originario della Guinea. Gli imputati hanno un regolare permesso di soggiorno e svolgono servizi di sicurezza presso alcuni negozi del centro storico di Roma. Martedì scorso, verso le 14,30, stavano tornando dalla pausa pranzo quando, dopo essere entrati all’interno della stazione della metropolitana Cipro, a Prati, erano stati notati dai militari dell’Esercito che sorvegliano gli obiettivi sensibili della Città Eterna.
"Uno di loro, dopo aver guardato verso di noi – ha spiegato in aula la soldatessa – ha sputato". Poi le ingiurie: "Tu al mio paese avresti fatto una brutta fine. Se non ci lasciate andare vi ammazziamo", avevano continuato a urlare cercando di "disarmare e strappare di dosso all’agente – recita il capo d'imputazione - l’arma". E ancora: "Nel nostro paese le donne sono considerate p..ne". Da questo scambio verbale ne è nata una colluttazione. E i due sono stati arrestati e processati per direttissima. "Quello che sembrava essere un fatto politico, magari legato al terrorismo, si è dimostrato essere un fatto culturale, legato alla diversa considerazione della donna-ha dichiarato illegale della difesa, Andrea Panfili – Uno dei due africani, secondo gli operanti, si era mostrato infastidito alla vista di una donna soldato. Secondo i miei assistiti erano solo irritati perché dovevano tornare in fretta sul posto di lavoro".
Mario Valenza - Gio, 21/01/2016 - 16:23
Quelle aree politiche solitamente sono così sensibili su questi temi: parità di sessi, anzi di genere, violenza sulle donne, femminicidio (nuovo vocabolo istituito appositamente), femminismo, eccetera. Immaginiamo se gli autori di quell'aggressione fossero stati degli italiani: per giorni avremmo avuto dei titoloni sui giornali e le discussioni infuocate avrebbero dominato le trasmissioni televisive. Invece se si tratta di "preziose risorse", elevate al rango di semidei, meglio imboscare tutto. Appunto: se si tratta di esseri in parte divini non bisogna toccarli per non scatenare le ire degli Dei dell'Olimpo. Noi invece dell'altra parte politica non ci stiamo e ci ribelliamo, a costo di beccarci le maledizioni di Giove: auspichiamo che coloro che compiono atti simili vengano allontanati al più presto.