Non chiamatelo "gadget"
Demagogia spicciola in casa Pd: cosa non si fa per un titolo sui giornali
Quella
proposta di legge che vuole impedire la vendita di oggetti che
richiamano a Mussolini e al Fascismo è un'offesa alla storia
È sbagliato il
concetto di fondo. Profondamente sbagliato. Ed ecco perché in Italia si
perde del tempo dietro a uno come l'onorevole Fiano, che se c'è una cosa
che ha capito è che basta pronunciare il nome "Mussolini" ed ecco,
magicamente, la notorietà, i titoloni, i dibattiti.
Il problema sta nel fatto che Mussolini
non è un "gadget", Mussolini è storia. Il Fascio littorio non è un
"gadget", anch'esso è storia. Per quale motivo se andiamo a Venezia e
compriamo una riproduzione di una gondola la chiamiamo "souvenir" mentre
un busto del Duce lo chiamiamo "gadget"?
Andiamo con ordine. Se vado a Roma e
trovo una bancarella con il busto di Giulio Cesare posso comprarla e
portarmela a casa. Se vado al Cairo posso acquistare una riproduzione
della maschera funeraria di Tutankhamon. E così via, a Milano potrei
acquistare una statuetta del Duomo, a Napoli un quadro di Totò o di
Eduardo, ad Assisi una cartolina di San Francesco e passando per Foligno
sarebbe cosa buona e giusta portarsi a casa anche un ritratto di Santa
Chiara. Potrei fare una lista infinta, no? E allora qual è la ragione di
tanto clamore quando si parla di un busto del Duce o di una
riproduzione del Fascio littorio? La storia è storia, ma di che
parliamo?
La questione è che l'errore sta a monte.
Ma quali "gadget"? Souvenir, semmai. Riproduzioni di personaggi e
vicende storiche, questo è. Come il Colosseo, come il sarcofago di
Tutankhamon eccetera, eccetera, eccetera. Insomma Mussolini non è un
"gadget", è un personaggio storico. E anzi sarebbe cosa giusta poterne
acquistare un ritratto non solo a Predappio ma in ogni negozio d'Italia.
Qui non è una questione di "democrazia",
il problema della "democrazia" non va neppure posto. È sbagliato il
punto di vista: che si "possano" produrre, vendere e acquistare prodotti
che riproducono il volto di Mussolini, o i simboli del Fascismo, è cosa
ovvia, non deve neppure essere messa in discussione. Poi, mi scuseranno
i "compagni" del Pd, ma allora dovranno arrestare pure il loro Sindaco
(Pd) di Predappio, perché l'amministrazione ha di recente prodotto e
diffuso una medaglia commemorativa della Fondazione della Città che reca
l'immagine della Casa del Fascio e, dal lato opposto, il vecchio
simbolo di Predappio con un bel Fascio littorio in bella mostra. Quella
medaglia come vogliamo definirla? Un "gadget"? No, quella bellissima
medaglia è un oggetto commemorativo di un fatto storico. Dunque
Frassineti può e gli altri comuni mortali no?
Ancora: c'è stata - appena sono scattati
i 70 anni dalla morte di Benito Mussolini - una corsa alla
pubblicazione del suo "Diario di Guerra". È stato pubblicato da almeno
tre case editrici. Giusto, è storia. Evviva! A proposito, Il Giornale
d'Italia pubblica stralci di quel Diario da un pezzo, a noi la storia
sta a cuore sempre (quotidianamente è il caso di dire), e siamo a
disposizione di tutti, on line e pure gratis. Insomma, il "Diario di
Guerra" di Mussolini possiamo forse chiamarlo "gadget"? No, dunque. Non
lo è, come non lo sono i busti, i Fasci eccetera.
C'è poi un'altra questione: e cioè
dell'oggettistica varia e multiforme che gira in commercio. E questo è
un altro paio di maniche. Perché vi sono oggetti alquanto discutibili,
che non fanno onore alla storia e che - quelli si - andrebbero
"vietati", per una questione di rispetto della nostra vicenda patria.
Per esempio, le "mutande". Ma insomma, si possono commercializzare
"mutande" con il volto del Duce? Ecco, facciamo un esempio: ve lo
immaginate un paio di mutande con l'effige di Giulio Cesare? Dobbiamo
essere seri, e fare le cose per bene. Le "mutande", onorevole Fiano, le
faccia togliere dal commercio, pensi che sarei persino d'accordo con
lei!
Questione a parte, poi, sono gli oggetti
di stampo nazista. Quella non è storia nostra, se vogliono possono
venderli a Berlino, da queste parti sono alquanto inopportuni e
contribuiscono alla confusione che è sin troppo ben diffusa tra Fascismo
e Nazismo. Parliamo di due esperienze storiche diverse, diversissime.
Il fatto di aver avuto un "alleato scomodo" in un periodo della nostra
storia non significa che dobbiamo continuare a fare confusione e a
contribuire alla diffusione di un messaggio sbagliato, inesatto,
incompleto e deviante. L'Italia pensi alla sua, di storia, anche perché
non ha proprio niente da invidiare a quella degli altri Paesi, tantomeno
alla Germania, soprattutto se ci riferiamo a quel preciso momento
storico. Ecco, se in Italia togliessimo di mezzo le "svastiche" e i
busti di Hitler sarei contenta. Chi ne volesse acquistare potrebbe
andare a farlo a Berlino, è affare germanico e non italiano. Ma basta,
seriamente basta, con queste provocazioni, onorevole Fiano. Pensi, se
proprio vuole impegnarsi per il bene di questo Paese, a fare una legge
che aiuti gli Italiani che non arrivano alla fine del mese, faccia
qualcosa di sociale e di popolare. Guardi che l'esempio può trovarlo
agevolmente in quei simboli a cui lei è tanto ostile. Apra la sua mente,
tolga i paraocchi e la smetta con la demagogia, ché gli Italiani hanno
ben altre questioni da risolvere.
Emma Moriconi9/01/2016 11:25
http://ilgiornaleditalia.org/
Dux sulla neve: arresteranno il monte Giano per apologia di fascismo?
Chissà se l’onorevole Fiano e compagnia bella ora arresteranno anche la neve? Chissà se Laura Boldrini denuncerà il monte Giano
per “apologia di fascismo”? Chissà se scatterà l’allarme rosso, visto
che sta ancora spopolando sul web la fotografia con la scritta “DVX”. È
bastata una nevicata leggera per accentuare il contrasto fra terreno e
alberi, è bastato un cielo limpido e senza un fiulo di foschia «ed ecco
che nonostante i 90 chilometri di distanza la scritta DUX (a essere
romanamente precisi DVX) appare nitida agli occhi di chi si affaccia dal
Gianicolo o da Monte Mario», come riporta in bella vista il Messaggero: fotografia (di Francesco Toiati) e notizia poi rilanciate in rete a più non posso. Fu un omaggio a Benito Mussolini datato 1939, quando venne sagomata sul territorio del comune di Antrodoco, in provincia di Rieti, sul Monte Giano, un’abetaia di 20mila alberi su una superficie di otto ettari dagli allievi della Scuola delle Guardie Forestale di Cittaducale. Ironia
della sorte la “neve fascista” è caduta proprio mentre la ridicola
proposta di legge dell’onorevole Fiano del Pd di vietare per apologia di
fascismo ogni tipo di gadget mussoliniano veniva presa a sberleffi in
rete dalla maggoriu parte dell’opinione pubblica, non certo fatta di
soli nostalgici.
Dux, la storia dell’omaggio a Mussolini
«Nel dopoguerra, tra incuria e incendi nonché l’aggiunta, certo
casuale, di altri abeti, l’imperitura scritta rischiò più volte di
scomparire, poi nel 1998 la giunta regionale di centrosinistra di
Badaloni stanziò 260 milioni di lire, ufficialmente per la manutenzione
di quei boschi», si legge sul quotidiano romano. «Due anni dopo divampà
un incendio e le fiamme a ridosso degli abeti furono spente in extremis
dagli elicotteri della Protezione civile a cui si era appellato con
grande apprensione Luigi Ciaramelletti, reatino e assessore regionale
alla Cultura della giunta Storace. Tra polemiche nella Capitale e
ritardi si giunse così al 2004 prima che i lavori dei boscaioli sul
versante del monte Giano (1.820 metri) rendessero di nuovo ben distinta
la scritta, riconosciuta patrimonio artistico e monumento naturale senza uguali al mondo.
Anche in nome di mai dichiarate alleanze tra Sinistra e Destra del
reatino che negli anni hanno sempre difeso le tre letterone che
campeggiano anche sui viaggiatori, magari pure turisti, in viaggio sulla
trafficata Salaria. “La lotta al fascismo e alle sue eredità non si fa
con la motosega” dichiarò del resto Roberto Giocondi, del Pd sabino».
Intanto il web continua a scatenarsi ed è giù cliccatissimo l’“evento” a
cui sono invitati tutti gli italiani… “Una settimana bianca con gli onorevoli Boldrini e Fiano sul Monte Giano, per curare la loro ossessione contro il Duce”. Data, il prossimo 14 febbraio alle 17.
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