IL PORTOGALLO NON SARA' UNA NAZIONE RICCHISSIMA, MA E' ALL'AVANGUARDIA PER LE INFRASTRUTTURE, CONSERVA LA PROPRIA IDENTITA' STORICA, RELIGIOSA, NAZIONALE ED A VOLTE E' SIMILE AL NOSTRO TERRITORIO PER IL PAESAGGIO AGRICOLO.
Il mio 2016 è iniziato con un breve viaggio di quattro giorni in Portogallo: precisamente nelle due maggiori città del paese (Oporto e Lisbona) e in qualche piccolo centro limitrofo di importanza storica - religiosa. Il Portogallo è un'antica terra di grandi navigatori (Enrico il navigatore e Vasco da Gama per esempio) e nel '500 era la maggiore potenza del mondo: tant'è vero che quando Cristoforo Colombo per la Spagna scoprì le nuove terre americane, gli spagnoli, sapendo della fortissima concorrenza portoghese nel navigare i mari, furono costretti ad accordarsi coi lusitani tramite il papato, il quale stipulò un accordo. Oggi è una piccola nazione non molto influente, sarà anche più povera rispetto all'Italia e qualche situazione di degrado è presente; però per alcuni aspetti è migliore a noi.
Dal punto di vista delle infrastrutture sono molto avanti: i due maggiori aeroporti del paese (di Lisbona e di Oporto) sono grandissimi e sono collegati ai centri delle città con delle efficienti linee di metropolitane (la maggioranza paga il biglietto, alla faccia del luogo comune "i portoghesi"), le strade a doppia carreggiata sono presenti anche nei piccoli centri di importanza turistica, dei grandissimi ponti agganciano un capo all'altro di Lisbona e di Porto (o Oporto) e al termine di uno di esso (il 25 aprile: prende il nome dal giorno dell'inizio della Rivoluzione dei Garofani) c'è una grandissima statua del Cristo a simboleggiare la tradizione religiosa. (In italia un'opera pubblica di importanza strategica è di difficile realizzazione: o perché la burocrazia lo impedisce, o perché ci sono i soliti oppositori e c'è il rischio che la mafia mangi tutto e costruiscano con materiali scadenti) In ogni luogo pubblico, in ogni trasmissione televisiva, in occasione delle feste natalizie, era presente un albero di natale e ovviamente le città erano illuminate a festa: nessuno sognerebbe mai di rinunciare ai propri simboli nazionali. In Portogallo è presente una consistente comunità africana, originaria delle ex colonie dell'Angola, del Mozambico, del Brasile, che è ben inserita nel tessuto storico, religioso, linguistico portoghese; di islamici non ce ne sono quasi. Nei luoghi turistici, nelle stazioni e negli aeroporti prima ci sono le scritte portoghesi, poi inglesi ed altre; sui manifesti campeggia la scritta pt., il dominio internet portoghese, che come si legge, è il simbolo del loro orgoglio nazionale. I prodotti che produce la terra rendono la Lusitania (antico nome del Portogallo) simile al nostro territorio: in particolare per i vini (famosi quelli di Porto) e per l'olio di oliva.
Un giorno ho partecipato ad un'escursione organizzata, con tanto di guida, a Fatima e dintorni. I grandi monasteri che ci sono, sono il frutto dei voti dei sovrani del Portogallo per le vittorie nelle guerre: contro gli Arabi e contro gli Spagnoli. Il paese di Fatima prende il nome da una principessa araba fatta prigioniera dai cristiani e convertita al cristianesimo dalla consorte del primo Re portoghese, Mafalda di Savoia; oggi è famosa per la Madonna apparsa nel 1917 ai tre pastorelli con i suoi tre segreti e ci sarebbe da dibattere. All'inizio avevo un po' di soggezione a recarmi a Fatima, poi ho vinto la paura pensando alla Madonna del colle in cui ebbi i natali, ai margini di quel Latium Vetus, origine di quei popoli latini, che grazie alla maestosità di Roma antica, i discendenti sono presenti pure lì, nella lontana Lusitania: ho pensato che la Madonna è sempre quella. Inoltre la presenza dei ristoranti, dove si mangia molto bene e si spende poco, del centro commerciale che vende gli articoli religiosi, che benedicono al termine di ogni messa, e il comportamento consueto della gente del luogo (che è uguale a quella delle altre parti, con pregi e difetti), mi hanno messo ancor di più a mio agio. Infine è da citare il Portogallo come la terra dell'esilio di alcuni sovrani di Casa Savoia (nonostante qualche errore commesso dai Re d'Italia, quella casata ha restituito all'Italia l'indipendenza e la dignità di Roma antica, dopo secoli e secoli di umiliazioni, di vergogne e di sottomissioni): Carlo Alberto, che diede inizio alla stagione risorgimentale, che a Oporto ha una piazza e un teatro intitolati, e Umberto II che chiuse il ciclo dei Sovrani Savoia in Italia.
Quando un viaggio finisce la tristezza è maggiore delle perplessità iniziali e della soddisfazione di avercela fatta.
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