Mattarella invoca espulsioni per chi viene in Italia per delinquere e sconfessa la sinistra dell'accoglienza a tutti i costi. Ma nessuno prende le distanze
Massimo Malpica - Sab, 02/01/2016 - 08:31
Roma - C'è un passaggio nel primo messaggio di fine anno da presidente della Repubblica di Sergio Mattarella che ha rischiato di spiazzare il nucleo «buonista» del centrosinistra.
Qualcosa che non è sfuggito, per esempio, a Matteo Salvini. Il leader leghista alle 20.50 su Facebook annuncia: «Perfino il frizzante Mattarella dà ragione alla Lega: espulsioni per le centinaia di migliaia di clandestini presenti in Italia, che da mesi Renzi e Alfano mantengono in case e alberghi. E chi arriva in Italia, ne deve rispettare leggi e tradizioni». Naturalmente Mattarella, da vecchio esponente della sinistra Dc, non ha usato esattamente il tono e le parole del numero uno del Carroccio. Auspicando espulsioni solo per gli immigrati «pericolosi». Ma per altri versi è andato persino oltre.Nella scaletta del rapido discorso a reti unificate, per dirne una, Mattarella ha messo in fila lavoro, evasione fiscale, ambiente. Per poi passare al terrorismo fondamentalista e all'immigrazione. In una sequenza collegata non solo temporalmente, se concludendo il tema dell'accoglienza l'inquilino del Quirinale reclama la «collaborazione» delle comunità straniere «contro i predicatori d'odio e contro quelli che predicano violenza», o se parlando del «pregiudizio» il Capo dello Stato ne fa un problema bipartisan, che dunque va abbattuto «da una parte e dall'altra».
Non solo «peccato» degli italiani, insomma, ma anche degli stranieri che non si integrano. Verso i quali «serve accoglienza», concede Mattarella, che subito dopo aggiunge: «serve anche rigore». Richiamando esplicitamente la necessità di rimpatriare, ovviamente in modo «dignitoso», i migranti che non hanno diritto all'asilo.Solo buon senso, forse, ma non così scontato. «Chi è in Italia - detta la linea il presidente della Repubblica - deve rispettare le leggi e la cultura del nostro Paese». Quelli che non lo fanno, quelli che invece commettono reati «devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono». Ma a differenza degli italiani, aggiunge Mattarella, gli stranieri «che sono pericolosi vanno espulsi».La cosa singolare è che mentre Salvini plaude ai richiami del Quirinale a un maggior rigore sull'immigrazione, nessuno nel centrosinistra azzarda un seppur timido distinguo o prende le distanze. I professionisti del buonismo, spiazzati, si allineano. E i commenti, anche quelli di Sel e Sinistra italiana, sono tutti di elogio. Rimarcano la valenza «sociale» delle parole del presidente, plaudono (lo fa Nicola Fratoianni) al discorso da «bene comune», sottolineano la lotta alle diseguaglianze e glissano sugli stranieri da rimpatriare, sui pregiudizi al contrario, sui «migranti che sbagliano», sui predicatori dell'odio. Così il primo messaggio dal Colle di Mattarella diventa ecumenico. A sua insaputa.
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ll primo discorso di fine anno di Sergio Mattarella: la critica (silenziosa) a Renzi
Uno schiaffone a Renzi in diretta tv. Nel suo stile sobrio e riservato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella regalerà Capodanno amaro al premier. Il primo discorso da Capo dello Stato sarà breve "meno di venti minuti" e sarà una rottura con la tradizione incarnata dal 2006 al 2014 da Giorgio Napolitano: niente scrivanie, stanze settecentesche e pennacchi della Palazzina, Mattarella parlerà dal salotto della sua residenza privata. Un luogo intimo per "entrare in punta di piedi nelle case degli italiani" e per rivolgersi ai telespettatori senza fanfare né filtri dell'ufficialità politica.
Di cosa parlerà - Soprattutto, però, conteranno le parole. Ed è qui che arriveranno le botte più pesanti per la roboante autostima del presidente del Consiglio. Dopo aver ammonito politica, istituzioni finanziarie e magistratura a prendersi le proprie responsabilità sullo scandalo delle banche ("Episodi gravi - aveva detto qualche giorno fa -, le responsabilità vanno accertate e il risparmio tutelato", in quello che sembrava un monito bello e buono al tandem Renzi-Boschi), il presidente parlerà di crisi economica, lavoro, disoccupazione giovanile, questione meridionale. Insomma, tutte le questioni ancora aperte e che spesso il governo evita di affrontare quando non dà già, erroneamente, per superate.
Di cosa non parlerà - Non parlerà, invece, dei temi sbandierati da Renzi come grandi successi di questo 2015, le riforme. Fu questo uno dei temi principali dell'ultimo discorso di Napolitano, un anno fa. E il premier ha definito proprio le riforme come un "capolavoro parlamentare", chiarendo che in caso di sconfitta al referendum lascerà la politica. E il fatto che Mattarella non voglia spendere un minuto per un tema così centrale, dice molto.
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