PARENTI SERPENTI È UNA PELLICOLA DRAMMATICA DEL 1992, DIRETTA
DA MARIO MONICELLI, AMBIENTATA DURANTE LE FESTIVITÀ NATALIZIE A SULMONA
(ABRUZZO).
In occasione delle festività natalizie
pubblico un lungometraggio completo, che è disponibile nell’infinito universo
delle reti informatiche (fin quando non reclameranno e lo rimuoveranno) e che vedo
tutti gli anni in questo periodo, precisamente: “Parenti Serpenti”, diretto da Mario Monicelli nel 1992 e ambientato
a Sulmona, rinomata località abruzzese, famosa per la produzione dei confetti.
In una vigilia di Natale l’anziana coppia,
composta da Saverio (appuntato dei carabinieri in congedo) e da Trieste
(casalinga) attendono l’arrivo dei loro quattro figli, accompagnati dai loro
coniugi, e dei due loro nipoti (uno dei quali è Mauro, la voce narrante della
storia), i quali passeranno con i vecchi le feste di Natale. Tutto sembra
trascorrere nel calore della serenità familiare, nonostante si intraveda una
certa tensione tra alcuni, mascherata al meglio con l’ipocrisia, finché durante
il pranzo di Natale, Trieste comunica alla famiglia che lei e il marito, data
l’età avanzata di entrambi, intendono trasferirsi da uno dei loro figli e, a
chi si prenderà cura di loro, come compenso daranno metà pensione e
intesteranno la loro casa. I loro figli, di nascosto dai genitori e dai bambini, iniziano a
litigare violentemente perché nessuno vuole i due vecchi, ma il malloppo è
desiderato da tutti. Così si scopre che quell’armonia, regnante nella prima
parte del film, era tutta una finzione e escono fuori i segreti di alcuni,
tirati fuori dai loro stessi cari per ferirsi meglio o come attenuante per non
prendersi cura dei loro genitori: come l’omosessualità di un figlio degli
anziani coniugi o la relazione segreta, con tanto di fotografia pubblicata in
una pornorivista, tra il marito e la moglie, di una sorella e di un fratello. Quando
ormai esausti non litigano più e non riescono a trovare una soluzione, il
bambino Mauro gira i canali in televisione, fino a che non mette il notiziario
che parla dei morti nelle abitazioni a causa delle fughe di gas: cala il
silenzio e i familiari si guardano l’uno con l’altro, facendo intuire ad un piano diabolico - criminoso per sbarazzarsi dei vecchi. Il giorno 31 dicembre viene
regalata dai figli una stufa di gas difettosa agli anziani coniugi, ignari di
tutto. La notte di capodanno mentre i figli festeggiano in un veglione fuori
casa, i loro genitori saltano in aria, per mano del sangue del loro sangue. La
storia si chiude con Mauro che torna a scuola e in classe legge il tema sulle
vacanze, in cui scrive anche della morte dei nonni: chiedendosi perché i suoi
genitori e i suoi zii hanno dichiarato alle autorità e alla stampa che la stufa
era esplosa poiché era molto vecchia, quando lui ha visto (con uno sguardo
sospettoso) che l’ha portavano loro la mattina prima dell’esplosione. Forse
aveva capito tutto e non l’ha voluto ammettere? Probabilmente si, anche perché
durante la festa di capodanno è stato l’unico della famiglia che è rimasto
seduto al tavolo del ristorante e non si è buttato nella mischia per
festeggiare.
Il contenuto della bella pellicola, ma allo stesso tempo drammatica ed angosciante, non è
tramontato: ancora oggi sono all’ordine del giorno le liti familiari per la “roba” e gli anziani che diventano un
peso. Personalmente a me piace molto la prima parte: l'atmosfera della vigilia di Natale, le tradizioni paesane, il cenone in famiglia, il clima invernale tipico di quel periodo. Buona visione a quanti si imbatteranno in questo sito ed avranno il tempo
e la pazienza di visionare il filmato per la prima volta o di rivederlo di
nuovo, dopo aver letto la recensione.
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