TRASTEVERE
È UNA PELLICOLA DEL 1971 DIRETTA DA FAUSTO TOZZI CHE, ATTRAVERSO UNA CAGNETTA
SMARRITA, CI PARLA DELLE MILLE SFUMATURE DELL’OMONIMO QUARTIERE ROMANO, DALLE
CARATTERISTICHE DI UN PAESE, IN CUI FIGURANO ANCHE LE “MADONNARE”, DEVOTE ALLA MADONNA DEL DIVINO AMORE.
Nel lungometraggio “Trastevere”
del 1971, diretto da Fausto Tozzi, una
cagnetta di nome Mao, della razza bulldog francese, appartenente ad un noto
baritono del luogo, si smarrisce, finendo in mano ad alcuni personaggi
caratteristici trasteverini: inizia il giro in una famiglia di contrabbandieri,
passando per un droga party, arriva ad un poliziotto tossicodipendente, poi la
trova uno statunitense, che si suicida dal Gianicolo
dopo essere caduto nelle grinfie di un conte omosessuale. Successivamente l’animale
è accudito da un vedovo di una prostituta, con un figlio adolescente, che aiuta
le donne di strada, dopo Mao è travata da un garzone di un macellaio, seduttore
della moglie di un professore, il quale, per la delusione d’amore subìta, la
porta dalla Sora Regina: strozzina,
venditrice di sigarette di contrabbando e “regina”
delle Madonnare, devote alla Madonna del Divino Amore (il loro canto è: "viva, viva sempre viva, la Madonna del Divino Amore, fa le grazie a tutte l'ore, noi l'annamo a visitar!"). Regina è la protagonista
assoluta della pellicola: molte scene la riguardano ancor prima che le venga
portata la cagna. Il giorno del pellegrinaggio al “Divino Amore”, si guasta l’autobus lungo la strada, le Madonnare, sotto pressione di Regina,
cercano di completare il percorso a piedi, ma ad un passo dalla meta sono
sfinite e preferiscono fermarsi in un’osteria, finendo con l’ubriacarsi, per
poi cantare e ballare. Regina si sente male, la riportano a casa e muore. La
bara, a causa della grandezza, viene calata con le funi dalla finestra, mentre
parte il corteo funebre, tra lo strazio delle conoscenti di Regina, consce che la Trastevere che fu se ne
va con la sua “regina”, il
proprietario di Mao esulta per aver ritrovato la sua cagna. Il film termina con
una veduta di Trastevere, in cui si sentono le chiacchiere cattive, tipiche di
un piccolo paese, su Regina e la vita continua. Alcune scene furono a suo tempo
censurate, riducendo così la durata dell’opera. Un cittadino di Grosseto provò
ad intentare una causa contro il film per vilipendio alla religione: vi è una
scena in cui una madonnara, in toni coloriti e volgari, spiega secondo lei il
motivo per cui la Madonna
non vuole le pellegrine. Il giudice istruttore, tuttavia, decise il non luogo a
procedere poiché "la frase stessa
non era altro che l'espressione volgare, e certamente irriverente, per dire che
la Madonna
poteva pur esser risentita, che ben si inquadrava nella volgarità del
linguaggio che distinse il film in questione; che pertanto nella frase non
v'era né invettiva, né vi erano parole oltraggiose dirette alla Madonna".
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