Socci: "Il Papa
non parla di quell'eccidio. Perché scorda cinque milioni di morti?"
I
migranti morti nel Mediterraneo dal 2000 ad oggi, secondo calcoli
approssimativi, sono stati circa 27 mila.
È
un’orribile tragedia e va fermata. Ma da qui a definirla - come ha fatto ieri
papa Bergoglio a Lesbo - «la catastrofe umanitaria più grande dopo la Seconda guerra mondiale»
ce ne corre.
Debole
in teologia l’attuale vescovo di Roma appare debolissimo in storia
contemporanea. Basta ricordare una tragedia che Bergoglio dovrebbe conoscere
bene: la dittatura militare argentina dal 1976 al 1983 ha fatto circa 40 mila
vittime.
Parlando
di catastrofi umanitarie dal 1945 ad oggi (ma morti ammazzati, mentre così non
è per i migranti), va ricordato il genocidio del Sudan dove, nel 1983, fu
imposta la sharia anche a cristiani e animisti: alla fine del 2000, su 30
milioni di abitanti, si contavano quasi 2 milioni di vittime, 4,5 milioni di sfollati,
500 mila profughi all’estero e centinaia di donne e bambini ridotti in
schiavitù.
C’è
poi l’orrendo genocidio del Ruanda che, nel 1994, fece quasi 1 milioni di
vittime su circa 5 milioni di abitanti.
Infine
c’è il capitolo comunista su cui Bergoglio glissa sempre. A parte l’Urss (che
dal 1917 - secondo le stime minimali - fece 20 milioni di vittime) c’è la Corea del Nord (inferno
comunista tuttora funzionante): dal 1950 circa 3 milioni di vittime. E la Cambogia: dal 1975 al
1979 i Khmer rossi hanno fatto 2 milioni di vittime su 6 milioni di abitanti.
Accanto
ad altri macelli comunisti dal 1945
in avanti (Africa, Vietnam, Afghanistan, Europa
dell’est, Cuba), che hanno fatto anch’essi qualche milione di vittime, c’è il
caso più tragico: la Cina.
Dal
1949, quando il comunismo di Mao ha preso il potere, ha fatto più di 70 milioni
di vittime. A cui vanno aggiunti gli aborti forzati imposti dal 1979 per la
legge sul figlio unico: 300 milioni di “nascite in meno” in 21 anni.
A
questo regime comunista - tuttora imperante - Bergoglio tre mesi fa ha lanciato
un amorevole messaggio (sotto forma di intervista) che - come scrive Sandro
Magister - brilla «per il suo totale silenzio sulle questioni religiose e di
libertà» e «per le sue parole sfrenatamente assolutrici di passato, presente e
futuro della Cina, esortata a farsi “misericordiosa verso se stessa” e ad
“accettare il proprio cammino per quel che è stato”, come “acqua che scorre” e
tutto purifica, anche quei milioni di vittime che il papa mai nomina, neppure velatamente».
Avendo
taciuto così pure sulle migliaia di persone tuttora nei lager (compresi vescovi
e sacerdoti) come può oggi Bergoglio fare la morale agli altri sui migranti?
Peraltro
- a proposito di aborto - i predecessori di Bergoglio ritenevano una “catastrofe
umanitaria” anche l’aborto libero (non forzato come in Cina) introdotto dalle
legislazioni dei paesi democratici dagli anni Settanta (sull’esempio dei paesi
totalitari).
I
dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità dicono infatti che ogni anno, in
tutto il pianeta, si fanno circa 50 milioni di aborti (la Seconda guerra mondiale in
sei anni fece 50 milioni di vittime).
In
40 anni dunque siamo ben sopra al miliardo di aborti. Ma questa tragedia non è
in cima ai pensieri di Bergoglio come l’emigrazione.
Per
la quale ama fare esibizioni di bontà “politically correct” (e in favore di
telecamera) come quella di Lesbo e (prima) di Lampedusa.
Naturalmente
il problema c’è e va risolto. I trattati internazionali stabiliscono che i
profughi (che scappano da guerre e persecuzioni) devono essere accolti ed è
quello che l’Europa fa.
Ma
i profughi sono una minoranza e - come hanno ripetuto molte volte i patriarchi
delle chiese martiri orientali - desiderano anzitutto tornare nelle loro case.
Sogno
impossibile se non si spazza via totalmente l’Isis. Ma come fare? Bergoglio,
che si è sempre rifiutato di chiamare per nome - cioè “Stato islamico” -
l’autore di quei crimini, è contro interventi di polizia internazionale. Altre
soluzioni?
Il
Papa potrebbe chiedere all’Arabia Saudita di farsi carico dei profughi
provenienti da Siria e Iraq: è un Paese con tantissimo territorio libero, uno
Stato con immense ricchezze derivanti dal petrolio ed è anche il centro
propulsore dell’Islam, quindi sarebbe tenuto a soccorrere i musulmani.
Oltretutto l’Arabia è vicinissima a quelle aree, quindi i profughi potrebbero
trovare asilo lì, evitando migrazioni terribili e pericolose.
Lo
stesso discorso si potrebbe fare all’Iran che è l’altro Paese confinante,
anch’esso super-islamico (sia pure sciita). Ma sia Arabia Saudita che Iran in
quella regione sono tra i fomentatori dei conflitti e non tra gli operatori di
pace. Perché il Papa non lancia messaggi morali a quei due regimi?
Ci
sono poi - accanto ai profughi - i migranti economici. In questo caso il primo
diritto da proclamare - come fecero Giovanni Paolo II e Benedetto XVI - è il
“diritto di non emigrare”, cioè di non doversi sradicare.
Pure
i vescovi africani, l’anno scorso, hanno lanciato un appello alle giovani
generazioni scolarizzate perché restino nei propri Paesi aiutandone lo sviluppo
(oggi l’Africa è un continente in crescita che ha prospettive economiche molto
buone).
Il
fenomeno dell’emigrazione sconvolge sia Paesi di partenza, sia quelli di arrivo
che non sono in grado di sopportare una simile invasione.
Oltretutto
il traffico di esseri umani è spesso gestito da organizzazioni criminali che si
arricchiscono sulla pelle dei migranti e talora portano quei poveretti alla
morte.
Perché
dunque il Papa non invita anzitutto a scongiurare il fenomeno migratorio invece
di pretendere l’abbattimento delle frontiere d’Europa? Non si rischia così di
alimentarlo?
Secondo
certi osservatori, per esempio, il suo tour buonista a Lampedusa nel 2013
probabilmente contribuì a illudere migliaia di persone inducendoli a
intraprendere viaggi terribili e a volte mortali.
Il
Papa dimostra altrettanta superficialità riguardo all’impatto sull’Europa della
marea migratoria. Sottovaluta l’evidenza storica di una difficilissima
integrazione (vedi il caso del Belgio). E non considera che certi Paesi come
l’Italia hanno già fatto il massimo. Del resto la nostra opinione pubblica -
che avverte la crisi economica (l’Italia ha il record europeo della povertà) -
trova sconcertanti certi episodi di cronaca che mostrano un eccesso di pretese
da parte dei migranti che ospitiamo.
Il
problema è soprattutto l’enormità dell’ “invasione”.
In
una recente intervista Bergoglio è arrivato a dire: «Si può parlare oggi di
invasione araba» dell’Europa, «è un fatto sociale». Ma - ha minimizzato -
«quante invasioni l’Europa ha conosciuto nel corso della sua storia! Ha sempre
saputo sorpassarsi, andare avanti per trovarsi poi come ingrandita dallo
scambio di culture».
Colpisce
la spensierata superficialità di queste parole. Ancora una volta papa Bergoglio
mostra di essere a digiuno di storia.
Se parliamo delle invasioni barbariche sono state per l’Europa una vera devastazione: fu spazzato via il millenario Impero romano e il continente sprofondò nel caos, regredendo a uno stato pressoché selvatico.
Se parliamo delle invasioni barbariche sono state per l’Europa una vera devastazione: fu spazzato via il millenario Impero romano e il continente sprofondò nel caos, regredendo a uno stato pressoché selvatico.
Ci
vollero secoli - e la vigorosa Chiesa dei monaci (non certo quella di
Bergoglio) - per risollevarsi e dar forma al luminoso Medioevo.
Se
poi parliamo - come Bergoglio - di “invasione araba” va detto che nella storia
d’Europa proprio le invasioni musulmane (arabe e turche) sono state il più
tragico dei flagelli.
Perché
a Oriente hanno spazzato via la grande civiltà bizantina e per tre volte hanno
tentato l’occupazione militare dell’Europa (miracolosamente scongiurata anche
grazie a veri papi davvero illuminati).
I
saraceni hanno poi sottoposto per secoli l’Italia a scorribande sanguinarie.
Bergoglio continua a voler ignorare la natura dell’Islam e sottovalutarne il
pericolo.
Si
dedica con tanta passione ai migranti musulmani, che non ha tempo di ricordarsi
dei molti cristiani perseguitati (come Asia Bibi), schiavizzati e uccisi sotto
regimi islamici e comunisti.
di Antonio Socci
http://www.antoniosocci.com/ http://www.liberoquotidiano.it/
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