RIVINCITA DEL CENTRODESTRA CHE SFRUTTA IL MALCONTENTO DELLE PESSIME
POLITICHE DEL GOVERNO E VINCE QUASI OVUNQUE (ANCHE NELLE ROCCAFORTI ROSSE MAI ESPUGNATE), FACENDO LE
PROVE GENERALI IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE. IL VENTO È CAMBIATO?
È tornato il centrodestra. E chi se lo sarebbe
aspettato? Al massimo l’alternativa alla sinistra era rappresentato dal
movimento atipico Cinque Stelle. In
questa tornata elettorale la coalizione formata da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia ha conquistato ben 47 comuni (più altri sette di destra pura) superiori
ai 15.000 abitanti, quando in precedenza amministrava in 34 comuni; il
centrosinistra è sceso da 88 a
55 comuni (più altri due di sinistra, sinistra); il M5s è passato da 20 ad 8. Ma la vera partita che ha sancita la
netta affermazione del centrodestra si è giocata nei capoluoghi di provincia,
si è conclusa: 16 centrodestra, 6 centrosinistra, 2 liste civiche, 0 M5s. Memorabili sono state le
affermazioni di destra, oltre alla riconquistata L’Aquila, a Genova, a Sesto
San Giovanni (la cosiddetta “Stalingrado
d’Italia”), a Lucca: infatti prima d’ora in quelle città nessuna formazione
non di sinistra era riuscita ad affermarsi.
Molte roccaforti rosse sono crollate, grazie
all’aiuto del Movimento Cinque Stelle?
Può darsi, ma alle elezioni politiche il suddetto movimento non potrà dare
alcun aiuto e comunque basterà anche un 40% per vincere: quota che il
centrodestra ha raggiunto in molte città. Per ora i sondaggi indicano poco più
del 30% ai tre partiti di centrodestra uniti: ci sarà da lavorare per superare
il 40%, così da governare in tranquillità. In caso contrario prevedo un ennesimo
inciucio tra Pd e fuoriusciti di Forza Italia. Da un po’ d’anni nelle
elezioni amministrative si registra una forte astensione, che non avvantaggia o
non penalizza nessuno: infatti una volta vince uno schieramento, un’altra volta
vince una coalizione alternativa, un’altra ancora il Cinque Stelle o la lista civica. Sarebbe opportuno ripristinare la doppia giornata elettorale (domenica e lunedì) per tentare di far aumentare il numero degli elettori, in particolare nelle prossime elezioni politiche. Il M5s per la prima volta dopo la
sua fondazione ha registrato una brusca capitolazione: probabilmente ha pagato
le disastrose politiche e l’inesperienza nelle due grandi città che amministra,
Torino e Roma. Quando ci si rende conto di essere passati dalla padella alla
brace, si preferisce tornare alla padella.
L’emorragia del centrosinistra sarà dovuta al
malcontento generale per le politiche impopolari che attua, in particolare per
quanto concerne il massiccio movimento migratorio incontrollato. L’effetto
giovanile e fascinoso di Renzi sembra essere giunto all’epilogo. Due anni fa la
destra raccolse poco nelle elezioni amministrative, ma col colpaccio della
Liguria si accese una fiammella vitale che diede nuova linfa al recupero dei
consensi: la carismatica ed innovativa figura di Giovanni Toti provocò un vero
terremoto in quella rossa regione, che i suoi abitanti giudicarono mal
amministrata, ed è proseguito col cappotto di quest’anno. Quando il
centrodestra si presenta unito difficilmente ha rivali: la maggioranza degli
italiani ha l’inclinazione ad essere moderata, liberale, tendente verso destra.
Nel prossimo futuro l’importante sarà non dividersi e litigare, facendo il
gioco degli avversari. È da dicembre che si attendono le riforme delle leggi
elettorali che ancora non si vedono: sfido io, i parlamentari cercano di
guadagnare tempo per non farci votare, tenersi le poltrone e accaparrarsi le
pensioni d’oro. Napolitano ha dichiarato che non è una buona cosa andare ad
elezioni anticipate: la sua parola è la bibbia.
Suona strano quando si è abituati a vivere nei
centri medio – piccoli, dominati politicamente dalle forze progressiste, incluse
le più estreme che sembrano chissà che cosa ma a livello generale italiano
hanno numeri irrilevanti. Probabilmente quei paesi sono altri mondi.
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