I PERSONAGGI DEL MONDO
DELLO SPETTACOLO, CHE CON LE LORO RAPPRESENTAZIONI NARRAVANO I CAMBIAMENTI
ECONOMICI E LO SVILUPPO ITALIANO, SE NE VANNO TUTTI.
Con
la scomparsa del cantante Lando Fiorini, l’ultimo interprete della canzone
tradizionale romana, si è chiusa un’era. L’epoca di tutti quei grandi attori e
cantautori che con i loro lavori illustravano la crescita, i cambiamenti e lo
sviluppo d’Italia dopo l’ultima guerra mondiale. A dire il vero di cantanti
italiani degli anni 1960 – 1970 alcuni sono ancora in attività, ma il Fiorini
aveva tutto un altro stile: infatti era un frammisto tra canzoni popolari
romane e tra quelle moderne create da lui.
Negli
anni del “miracolo economico” Roma,
favorita dagli studi cinematografici di Cinecittà, faceva da sfondo anche in
quasi tutte le grandi pellicole cinematografiche del genere “commedia all’italiana”, che avevano
come protagonisti Alberto Sordi, Nino Manfredi e altri grandi attori. Ci sono
stati interpreti altrettanto bravi come Totò, Peppino De Filippo Aldo Fabrizi,
ma costoro hanno avuto il loro apice prima della guerra e nell'immediato dopoguerra
soprattutto, quando cercavano di far divertire la gente e far così dimenticare
i drammi bellici. Tutti quei capolavori del cinema non li trasmettono quasi
più, se non in tarda serata e in canali televisivi secondari, dobbiamo sorbirci
delle visioni mediocri: le vacanze d’inverno, d’estate e gli sceneggiati
televisivi ambientati nell’Italia deprimente d’oggi, così lontana da quella
della crescita, nel tessuto sociale e nei valori.
Tempo
fa comprai una raccolta di canzoni di Lando Fiorini, chiamata “100 Campane - Canzoni” , la quale contiene
cinque cd. Ascolto in auto quella raccolta quando faccio dei viaggi più lunghi
del solito, come ho fatto la scorsa estate mentre attraversavo la Spagna. Quando sei lontano da
casa e viaggi verso mete sconosciute, lontane dal tuo mondo, ti prende un senso di
angoscia e viene nostalgia: a me bastava ascoltare la voce di Lando Fiorini per
rallegrarmi e sentir meno la mancanza di casa. Tra i brani del suo repertorio
risaltava la zona dove era nato: vale a dire Trastevere, il quartiere più
popolare ed internazionale di Roma (come era scritto sulla locandina
dell’omonimo film, di cui parlai qualche tempo fa per evidenziare le
somiglianze con i paesi), che negli anni della sua giovinezza subiva dei
cambiamenti che ne snaturava l’origine, successivamente ha subito altre
evoluzioni che lo hanno portato ad essere ulteriormente stravolto. L’esempio
palese è “Na preghiera pe Roma sparita”,
in cui l’autore sente nostalgia per una società scomparsa; tale canzone uscì
nel 1975: oggi possiamo dire che è sparita anche la Roma, l’Italia, del 1975. Idem per il brano “Vecchia Roma”.
La
prima canzone che ho conosciuto di Lando Fiorini negli anni 1990 è “Lella”, mi lega anche ad un ricordo
personale: dopo un po’ di tempo confessai una cosa, una marachella, e alcuni, per scherzare, mi cantavano il ritornello.
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