SI VANNO DEFINENDO LE
COALIZIONI E LE LISTE PER LE ELEZIONI POLITICHE DEL PROSSIMO 4 MARZO, LE
MAGGIORI SARANNO LE SEGUENTI:
·
Centrosinistra
(alleanza tra Partito Democratico, Civica Popolare, +Europa, Insieme);
·
Centrodestra (alleanza
tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia – Udc);
·
Movimento Cinque
Stelle;
·
Sinistra (Liberi e
Uguali);
·
Liste di estrema
sinistra;
·
Liste di estrema
destra.
Gli schieramenti e i partiti sopraelencati parteciperanno alla
prossima contesa delle elezioni politiche nazionali che si terranno domenica 4
marzo prossimo venturo. Il sistema elettorale per Camera dei Deputati e per il Senato
della Repubblica sarà maggioritario al 37%, proporzionale al 61% e il 2% dei
parlamentari saranno eletti dall’estero. Le alleanze tra partiti sono rimaste
grossomodo invariate rispetto alle precedenti politiche, tranne nel
centrosinistra, dove l’asse si è spostato più al centro, tagliando le frange
estreme.
Un altro fatto di rilievo rispetto alle precedenti elezioni
nazionali è la scomparsa del polo del centro puro che era rappresentato da
Mario Monti: si ritorna così alle prime fasi della seconda repubblica, quando
gli eredi democristiani erano divisi tra destra e sinistra. La sostanziale esplosione
del Movimento Cinque Stelle, partito
di protesta che (nella teoria e non nella pratica) dovrebbe andare contro la
politica tradizionale, ha impedito la rinascita democristiana, ormai ridotta a
piccole particelle secondarie, brulicanti di voltagabbana, i quali saranno i
primi ad inserirsi nell’eventuale governissimo.
Il centrodestra sembra tornato alla vecchia Casa delle Libertà con gli storici quattro partiti, l’unica
differenza è che Bossi, Fini e Casini sono stati sostituiti da Salvini, Meloni
e da altri; è rimasto soltanto Berlusconi, che tuttavia lancerà un suo erede in
caso di affermazione elettorale di Forza
Italia. L’Europa ora spera in Berlusconi, quando in passato l’aveva
silurato, per fermare le politiche antieuropeiste dei suoi alleati e per
giungere ad un governo europeista di compromesso, nel caso in cui nessuno
raggiunga la maggioranza. Bisogna pure comprendere la situazione odierna, ben
diversa da quella dei primi anni 2000, per capire perché la
Lega Nord e gli ex An sono diventati più populisti
del solito: qualche politica dell’Ue non è stata benefica nei nostri confronti,
con l’introduzione dell’Euro le sorti dei singoli stati sono nelle mani dei
pochi tecnocrati, l’immigrazione clandestina di massa è fuori controllo, i criminali
circolano liberamente e ci sono dei frequenti attacchi terroristici in Europa. Anche
per gli altri temi, specie per le pensioni, ci sono dei contrasti tra le parti
moderate e le parti estreme del centrodestra, ma dei punti di convergenza si
troveranno. Sarà un azzardo, una scommessa, riformare per l’ennesima volta il
sistema pensionistico italiano, ci saranno dei pro e dei contro: da un lato
sarà una grande spesa per lo Stato anticipare l’età pensionabile, considerando
che la vita si allunga sempre più, dall’altro lato ci sarà la possibilità per i
giovani di occupare i posti di lavoro che lasceranno gli anziani e si
eviteranno le fughe all’estero.
A sinistra l’egemonia nel Pd
di Renzi ha provocato la fuga di molti verso la formazione elettorale Liberi e Uguali che non sarà sua
alleata. Hanno capito che un’eventuale alleanza non provocherà la vittoria e
così ognuno va per conto proprio. Per le elezioni regionali del Lazio invece apparirà
quell’alleanza, con l’auspicio a sinistra che sarà decisiva. Il prezzo da pagare
per l’accorpamento elettorale potrebbe essere la rinuncia all’ammodernamento
della Strada 148 Pontina. Sarà molto
difficile che salti il citato progetto, prendendo atto che i lavori sono stati
approvati ed appaltati (il ricorso alle vie giudiziarie in corso riguarda una
disputa tra le società che hanno partecipato alla gara d’appalto, non l’annullamento
dell’opera). I sinistri vecchio stampo sono come i grillini: quello no,
quell’altro no, quest’altro ancora fortemente no.
La causa dell’incertezza elettorale è da attribuire al fenomeno Cinque Stelle: da quando è presente
nelle elezioni politiche impedisce alle due principali coalizioni di avere
delle maggioranze nette; è il primo partito, la sua natura antipolitica ne
impedisce le alleanze con le formazioni tradizionali, la sua unica speranza è
raggiungere un’impossibile (per ora) maggioranza assoluta. Io non ce li vedo
bene a reggere le sorti di una nazione come la nostra.