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giovedì 11 gennaio 2018

376) BREVE VACANZA “CALDA” A PALERMO



A PALERMO, TRA TURISMO, DOLCE VITA, STORIA, MAFIA, IN PIENO INVERNO IL CLIMA È PRIMAVERILE.


In questi ultimi giorni un po’ ovunque le temperature sono andate in rialzo, per il vento “scirocco” proveniente dall’Africa che ha causato delle piogge sabbiose. Invece in Sicilia, come in Nord Africa, è normale avere delle temperature quasi primaverili in pieno inverno; ovviamente anche laggiù arriveranno ogni tanto delle brevi ondate di gelo. Le temperature miti invernali diventano insopportabili per chi non è abituato ed è malpreparato, vestendo con abiti pesanti, inoltre le allergie primaverili s’anticipano, essendo in Sicilia quasi tutto fiorito. In questo periodo da noi le temperature sono un po’ più basse ma gli inverni rigidi di una volta ormai sono una rarità: il termometro può avvicinarsi allo zero ed andare sottozero per pochissimi giorni e poi risale in fretta. L’anno scorso quando visitati Sofia per pochi giorni c’erano neve, gelo e molti gradi sottozero; a parte qualche disagio vissuto, quello dovrebbe essere il vero clima invernale. 


Quest’anno, per una breve vacanza di pochi giorni, ho preferito rimanere in Italia, scegliendo di visitare Palermo. In teoria si dovrebbe avere timore di recarsi in territori dove la criminalità organizzata fa da padrone; in realtà è difficile che un qualunque turista sia preso di mira da quelle organizzazioni (egli potrebbe subire episodi di delinquenza comune come in qualunque altra parte del mondo): se la mafia ancora è forte intascherà una fetta degli introiti del turismo e sarebbe inopportuno prendersela con i visitatori che portano soldi. Gli episodi di violenza mafiosi sono mirati: colpiscono chi mette i bastoni tra le ruote ed ha il coraggio di ribellarsi al sistema corrotto o possono esserci guerre interne a Cosa Nostra per l’ascesa ai suoi vertici. La città palermitana male non è: è ricca di storia, cultura, monumenti, eleganti negozi presi di mira per l’inizio dei saldi nelle affollate vie del centro, ecc. Il capoluogo siciliano è bello ed interessante, ma non mi ha fatto perdere la testa: c’è di meglio in Italia e nella stessa Sicilia. Sono presenti le vestigia, alcune delle quali patrimonio Unesco, romane, arabe, normanne, aragonesi, liberty. Ci sono altresì molti monumenti a personaggi storici e alle vittime della mafia. Nelle zone più vecchie palermitane ci sono gli storici mercati, tra cui quello del quartiere Ballarò. Alla periferia di Palermo si trovano altre località interessanti: il lungomare di Mondello e il Duomo di Monreale.

Per quest’ultimo luogo mi ha accompagnato un giovane, una specie di tassinaro, dopo che abbiamo concordato il prezzo. Durante il tragitto abbiamo fatto quattro chiacchiere: mi ha detto che si è laureato a Roma, ha una famiglia, è costretto a guadagnarsi da vivere in quel modo, è poliglotta e i suoi affari vanno meglio nel periodo estivo. Ha aggiunto, dopo alcune mie domande, che la mafia ancora è forte, è diventata invisibile, qualche omicidio c’è ancora e i commercianti, compresi gli stranieri, pagano la protezione. Ha detto: “tutto quello che vedi in televisione è realtà!”  Chissà se le cose stanno ancora in quel modo o qualche lieve cambiamento c’è stato: forse si cerca di impressionare la gente, sapendo che anche la mafia è un’attrazione siciliana. (infatti qualche negozio vende tra i classici ricordi turistici, oltre al modellino del carretto siciliano, oggettistica raffigurante i classici mafiosi e l’omertà sicula). Avrei voluto dire a quell’autista (in tono scherzoso) se qualche % dei suoi incassi andavano a qualche cosca, ma mi sono trattenuto: temevo che sarebbe stato un pretesto per aumentarmi la tariffa. Di sicuro sono più convenienti i tassì collettivi che dal centro di Palermo vanno all’aeroporto: il prezzo è pressoché uguale alle corriere, ma impiegano meno tempo per arrivare allo scalo di Punta Raisi, intitolato ai magistrati Falcone e Borsellino. L’aerovia Palermo – Roma è affollatissima: viene molto spesso utilizzata dai siciliani residenti a Roma e dintorni, oltre che da qualche turista. È anche Roma che in qualche modo dirige le sorti di Palermo e della Sicilia: nella capitale la criminalità organizzata cerca l’appoggio delle politica, mentre i vertici delle forze dell’ordine e l’alta magistratura danno manforte ai carabinieri, alla polizia, alla finanza e ai giudici dell’isola per cancellare completamente il fenomeno mafioso.

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