A PALERMO, TRA
TURISMO, DOLCE VITA, STORIA, MAFIA, IN PIENO INVERNO IL CLIMA È PRIMAVERILE.
In questi ultimi giorni un po’ ovunque le temperature sono
andate in rialzo, per il vento “scirocco”
proveniente dall’Africa che ha causato delle piogge sabbiose. Invece in Sicilia,
come in Nord Africa, è normale avere delle temperature quasi primaverili in
pieno inverno; ovviamente anche laggiù arriveranno ogni tanto delle brevi
ondate di gelo. Le temperature miti invernali diventano insopportabili per chi
non è abituato ed è malpreparato, vestendo con abiti pesanti, inoltre le
allergie primaverili s’anticipano, essendo in Sicilia quasi tutto fiorito. In
questo periodo da noi le temperature sono un po’ più basse ma gli inverni
rigidi di una volta ormai sono una rarità: il termometro può avvicinarsi allo
zero ed andare sottozero per pochissimi giorni e poi risale in fretta. L’anno
scorso quando visitati Sofia per pochi giorni c’erano neve, gelo e molti gradi
sottozero; a parte qualche disagio vissuto, quello dovrebbe essere il vero
clima invernale.
Quest’anno, per una breve vacanza
di pochi giorni, ho preferito rimanere in Italia, scegliendo di visitare Palermo. In teoria si dovrebbe avere
timore di recarsi in territori dove la criminalità organizzata fa da padrone;
in realtà è difficile che un qualunque turista sia preso di mira da quelle
organizzazioni (egli potrebbe subire episodi di delinquenza comune come in
qualunque altra parte del mondo): se la mafia ancora è forte intascherà una fetta
degli introiti del turismo e sarebbe inopportuno prendersela con i visitatori
che portano soldi. Gli episodi di violenza mafiosi sono mirati: colpiscono chi
mette i bastoni tra le ruote ed ha il coraggio di ribellarsi al sistema
corrotto o possono esserci guerre interne a Cosa
Nostra per l’ascesa ai suoi vertici. La città palermitana male non è: è
ricca di storia, cultura, monumenti, eleganti negozi presi di mira per l’inizio
dei saldi nelle affollate vie del centro, ecc. Il capoluogo siciliano è bello
ed interessante, ma non mi ha fatto perdere la testa: c’è di meglio in Italia e
nella stessa Sicilia. Sono presenti le vestigia, alcune delle quali patrimonio
Unesco, romane, arabe, normanne, aragonesi, liberty. Ci sono altresì molti
monumenti a personaggi storici e alle vittime della mafia. Nelle zone più
vecchie palermitane ci sono gli storici mercati, tra cui quello del quartiere Ballarò. Alla periferia di Palermo si
trovano altre località interessanti: il lungomare di Mondello e il Duomo di Monreale.
Per quest’ultimo luogo mi ha accompagnato un giovane, una specie
di tassinaro, dopo che abbiamo concordato il prezzo. Durante il tragitto
abbiamo fatto quattro chiacchiere: mi ha detto che si è laureato a Roma, ha una
famiglia, è costretto a guadagnarsi da vivere in quel modo, è poliglotta e i
suoi affari vanno meglio nel periodo estivo. Ha aggiunto, dopo alcune mie
domande, che la mafia ancora è forte, è diventata invisibile, qualche
omicidio c’è ancora e i commercianti, compresi gli stranieri, pagano la
protezione. Ha detto: “tutto quello che
vedi in televisione è realtà!” Chissà se le cose stanno ancora in quel modo o
qualche lieve cambiamento c’è stato: forse si cerca di impressionare la gente,
sapendo che anche la mafia è un’attrazione siciliana. (infatti qualche negozio
vende tra i classici ricordi turistici, oltre al modellino del carretto
siciliano, oggettistica raffigurante i classici mafiosi e l’omertà sicula). Avrei
voluto dire a quell’autista (in tono scherzoso) se qualche % dei suoi incassi andavano
a qualche cosca, ma mi sono trattenuto: temevo che sarebbe stato un pretesto
per aumentarmi la tariffa. Di sicuro sono più convenienti i tassì collettivi che
dal centro di Palermo vanno all’aeroporto: il prezzo è pressoché uguale alle
corriere, ma impiegano meno tempo per arrivare allo scalo di Punta Raisi, intitolato ai magistrati
Falcone e Borsellino. L’aerovia Palermo – Roma è affollatissima: viene molto spesso
utilizzata dai siciliani residenti a Roma e dintorni, oltre che da qualche
turista. È anche Roma che in qualche modo dirige le sorti di Palermo e della
Sicilia: nella capitale la criminalità organizzata cerca l’appoggio delle
politica, mentre i vertici delle forze dell’ordine e l’alta magistratura danno
manforte ai carabinieri, alla polizia, alla finanza e ai giudici dell’isola per
cancellare completamente il fenomeno mafioso.
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