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mercoledì 19 dicembre 2018

410) DALLE SERIE TV MARCO POLO



LA STORIA DI MARCO POLO, DESCRITTA DALL’OMONIMA SERIE TELEVISIVA DEL 1982 E DA ALTRE FONTI. 




La serie televisiva di Marco Polo di otto puntate fu trasmessa dalla Rai tra la fine del 1982 e l’inizio del 1983; ebbe un grande successo, tant’è vero che fu trasmessa in moltissimi paesi tra cui la Cina (dove andarono anche a girare il film): fu un avvenimento eccezionale per qui tempi. Si narrano i viaggi di Marco Polo, di suo padre e di suo zio, veneziani, avvenuti nella seconda metà del 1200, verso l’Estremo Oriente, alla corte dell’Imperatore mongolo (e della Cina) Kublai Khan, discendente diretto del fondatore dell’impero Gengis Khan.

La storia ebbe inizio a Venezia con Marco bambino che perse la madre, mentre il padre, che non aveva mai conosciuto, ancora non tornava dai suoi lunghissimi viaggi per commerciare le stoffe. Il protagonista aveva sedici anni nel 1270, quando suo padre e suo zio ritornarono in laguna in veste ufficiale di ambasciatori dell’Imperatore Mongolo, il quale voleva aprire dei commerci con l’occidente cristiano e conoscere più affondo la sua religione: a tale scopo il sovrano chiese un centinaio di sacerdoti cattolici e l’olio santo custodito nel Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il Papa mancava da tre anni: infatti i cardinali riuniti a Viterbo non riuscivano a mettersi d’accordo; i viterbesi infuriati chiusero a chiave i cardinali nell’edificio  (da li conclave, cioè chiusi a chiave) e scoperchiarono i tetti per farli sbrigare a prendere una decisione. Niccolò Polo e Matteo Polo ripartirono per la Cina, dopo aver incontrato le autorità veneziane, e portarono con sé il giovane Marco. In Terra Santa prelevarono l’olio santo da Gerusalemme e assistettero alla nomina papale di Teobaldo Visconti (Papa Gregorio X), che si trovava in Palestina al seguito dei crociati. I tre Polo proseguirono il viaggio con due sacerdoti che fuggirono presto per la troppa paura. Il cammino, lungo l’antica “via della seta” durò più di tre anni e la piccola comitiva rischiò più volte di finir male e si ridusse di numero: per i mussulmani che li catturarono e poi liberarono, per la peste, per i predoni del deserto, per le valanghe di neve. Alla corte di Kublai Khan nella Città Proibita a Khanbaliq (Pechino), Marco Polo guadagnò le simpatie della famiglia imperiale: dall’imperatore, alla moglie (affascinata dal Cristianesimo, da Gerusalemme, da Roma), al principe ereditario malato, col quale il protagonista instaurò una profonda amicizia. 



I Polo, al servizio dell’Imperatore, vissero per più di diciassette anni in Cina, conoscendo da protagonisti le molte vicissitudini dell’Impero Mongolo che, tra tribù e sottotribù, occupava tutta l’Asia settentrionale, sino ad arrivare all’Europa Orientale: rivolte, repressioni, corruzione, tentativi d’invasione di Cipango (Giappone) finiti male, le religioni all’infuori del cristianesimo che avevano tutte uguali dignità. Nel 1291 i tre veneziani convinsero l’Imperatore a farli tornare a casa, col pretesto di accompagnare via mare una promessa sposa del reggente mongolo di Persia.  Nel 1298 Marco Polo, che si trovava a bordo di una nave veneziana, fu fatto prigioniero dai genovesi durante la battaglia di Curzola e fu incarcerato. Durante la prigionia conobbe Rustichello da Pisa, al quale narrò le sue vicende personali che furono trascritte nel libro “Il Milione”. Marco e Rustichello furono sottoposti a processo dall’Inquisizione per alcuni contenuti del loro libro: venivano descritte le religioni islamica, buddista e confuciana che erano considerate sacrileghe, le conoscenze astronomiche che erano sconosciute in Europa, i libri che in Cina erano “stampati” e non scritti a mano uno per uno, i pozzi di acqua nera che bruciavano (il petrolio), i fochi articifiali, eccetera. Alla fine Marco Polo fu assolto e liberato con la motivazione di non aver commesso peccati e di aver rafforzato la sua fede cattolica attraverso la conoscenza degli altri culti. Egli tornò a Venezia, dove non c’era nessuno ad attenderlo, e rivide la sua vecchia casa, con i disegni raffiguranti gli uomini con la testa di cane ed altre stravaganze, che aveva fatto da ragazzo, sentendo le fantasiose storie dei posti remoti ai confini del mondo dove era approdato suo padre. Marco in seguito si sposò con una nobildonna ed ebbe tre figlie; non tornò più nel Catai (Cina) e morì nel 1324 a quasi settant’anni, un bel traguardo per l’epoca.


I viaggi di Marco Polo e dei suoi familiari furono un’impresa più che straordinaria per qui tempi e contribuirono molto a far conoscere l’Estremo Oriente in Europa. A Cristoforo Colombo, quasi due secoli dopo, leggendo “Il Milione”, venne in mente di raggiungere i posti descritti navigando verso occidente e trovò per caso un nuovo continente, quello americano.

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