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mercoledì 14 agosto 2019

426) FULMINI LEGHISTI NEI CIELI SERENI D’AGOSTO


LA LEGA DI SALVINI, PER TORNACONTO PERSONALE, HA DECISO DI CHIUDERE L’ESPERIENZA DEL GOVERNO CONTE COL MOVIMENTO CINQUE STELLE (anche per sua responsabilità). NON ERA IL MOMENTO ADATTO: TRA LITI VARIE QUALCOSA DI POSITIVO STAVA CONCRETIZZANDOSI. Sarà SICURO CHE SI ANDRà A VOTARE IN UN PERIODO NON ABITUALE?






Improvvisamente la Lega di Salvini ha deciso di aprire una crisi di governo per far cadere l’esecutivo di Giuseppe Conte di cui fa parte col Movimento Cinque Stelle. Il pretesto è stato il voto contrario dei penta-stellati alla ferrovia alta velocità Torino – Lione, che certamente sarà realizzata e si sapeva prima delle votazioni in parlamento. Da un movimento che ha fatto sempre la sua bandiera e il pieno di consensi con la battaglia contro la Tav, cosa ci si aspettava che lo stesso rinnegasse la sua anima? Quelli della Lega lo sapevano sin dall'inizio, a dimostrazione che è stato solo un pretesto per tentare d’andare al voto e concretizzare il consenso di cui in questo momento gode la Lega, come hanno dimostrato le ultime elezioni europee. 


È normale che quando due forze politiche agli antipodi si mettono insieme ci siano dei contrasti, degli scontri: bisogna cercare di mediare, di trattare, cercando delle soluzioni intermedie che non pendano eccessivamente né dall’una, né dall’atra parte, come fu fatto i primi mesi di quest’avventura, prima che le lotte e gli insulti tra alleati prendessero il sopravvento. Sarebbe bastato seguire il contratto di governo che avevano stipulato agli esordi di questo esecutivo, il quale si sapeva non sarebbe durata tutta la legislatura ma pochi si aspettavano che finisse così presto. Qualcosa di positivo era stato realizzato: netto contrasto all’immigrazione irregolare (tra poco ritornerà?), taglio dei privilegi della politica (alcuni di questi provvedimenti rischieranno di rimanere incompiuti), aiuti alle famiglie e alle imprese in difficoltà, lotta ai furbi, revisione dei requisiti per le pensioni, eccetera. Io avrei aspettato la prossima primavera per le elezioni che non è detto che saranno scontate: potrebbero formarsi altre maggioranze parlamentari per portare a compimento il taglio dei parlamentari e la legge finanziaria. 




Sono d’accordo che con i no a tutto dei Cinque Stelle, soprattutto per quanto concerne le opere pubbliche per il mantenimento dello sviluppo di un paese, e con i loro frequenti attacchi e insulti agli alleati di governo non si va da nessuna parte, ma non condivido il lasciare incompiuto alcuni provvedimenti, come quelli citati in precedenza, che stavano per essere approvati e per impedire l’aumento delle tasse. Quando si inseguono sogni, illusioni per anni, prima che il tempo faccia il suo corso, si arriva ad un punto di non ritorno e, anziché continuare a tergiversare per decenni con azioni inutili e con mobilitazioni di adepti, bisogna prendere delle decisioni drastiche: o si trova il tempo ed il coraggio per affrontare la situazione, valutando da più parti se potranno esserci le condizioni per aprire qualcosa di concreto, oppure se si ritiene sin da subito che manchino i presupposti per i più semplici e svariati motivi o sia troppo complicato, è più logico lasciar perdere, rinunciare, cercando delle soluzioni alternative più facili e più a portata di mano, in maniera da restituire serenità, tranquillità a tutti. La Lega di Salvini dopo aver regalato sogni a tutti con i Cinque Stelle, avendo trovato la forza d’abbandonare la sua collocazione politica classica ed entusiasmando militanti e altra gente, è tornata sulla terra, rendendosi conto delle difficoltà e degli ostacoli da sormontare per illudere con ennesime altre speranze, ha deciso di tornare alla sua collocazione naturale di centrodestra. 




Le maggioranze alternative e trasversali che potrebbero formarsi (M5s – sinistra), nonostante le smentite, per evitare le urne hanno fatto tornare la Lega sui propri passi, cedendo di schianto alle richieste dei grillini per approvare il taglio della casta politica. Ora non si sa se si voterà il prossimo autunno oppure no: se le elezioni politiche ci saranno, sarà a distanza di un secolo dall'ultima volta. E se si voterà sarà sicuro che Salvini riuscirà ad ottenere la maggioranza? Potrebbe esserci anche una fase di stallo come l’ultima volta, cioè si perderanno mesi per trovare delle alleanze valide.

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