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mercoledì 30 dicembre 2020

459) TUTTO IL 2020 NEL BLOG NUOVOANLUC


RIASSUNTO DEGLI ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO 2020 IN QUESTO BLOG, SEGNATI IN MAGGIORANZA DALLA TERRIBILE PANDEMIA DEL CORONAVIRUS.


Questo 2020 da quasi tutti è stato definito terribile e molti non vedono l’ora che si tolga dai piedi. Bisognerà vedere però se gli anni venturi saranno migliori. Io che avevo iniziato questo anno nella spensieratezza di una breve vacanza nelle Puglie e tutto lasciava presagire che l’anno sarebbe stato fantastico. Adesso li ricordo con rimpianto e malinconia i brevi viaggi che mi concedevo, in particolare, dato il periodo, quelli d’inizio anno, dei quali i più belli sono stati: il Portogallo e Sofia sotto la neve. Nell’estate 2020, cioè quando l’epidemia che si è diffusa in tutto il mondo, ha concesso una tregua, molte persone hanno potuto riempire, come nulla fosse, i luoghi della villeggiatura, incuranti delle regole di prevenzione che raccomandavano le autorità preposte: ciò ha fatto ripiombare i contagi da epidemia alle stelle. Io in quel periodo ho dovuto pensare ad una piccola operazione che ho subìto, approfittando della “tregua dall’epidemia”: nel postintervento per circa una settimana sono stati dolori, poi fortunatamente mi sono ripreso bene.

Purtroppo, non si può dire altrettanto dei molti contagiati che hanno combattuto contro il Coronavirus, o Covid 19, arrivato in Italia dalla Cina ufficialmente a febbraio, e non ce l’hanno fatta a vincere. Questo nuovo virus, che si è trasmesso probabilmente da un pipistrello all’uomo, ha trovato i soggetti più a rischio impreparati, i quali nelle normali influenze e polmoniti si premunivano, effettuando i vaccini, evitando così le gravi conseguenze. La mortalità di quest’anno da noi sarà leggermente più alta di quella degli anni passati. Non sono mancate, nell’era delle moderne tecniche di comunicazione di massa, dove chiunque la fa da padrone, teorie di complotti e di negazione della gravità di questa inedita situazione. Nuovi vocaboli, anglofoni ovviamente, sono entrati a far parte del nostro lessico, primi fra tutti: lockdown (chiusura, confinamento), smart working (lavoro agile, telelavoro). A fine anno è arrivato quello che dovrebbe essere l’antidoto contro il Coronavirus, ma ancora non se ne conosce l’efficacia e gli effetti benevoli. L’economia mondiale, compresa l’italiana, ha subito un drastico crollo, a causa delle chiusure totali della maggioranza delle attività lavorative, oltre che degli svaghi, delle processioni e delle altre cerimonie religiose, dei campionati sportivi professionistici e dilettantistici, al fine di evitare il dilagare della pandemia, con la mancanza di posti letto nelle strutture sanitarie per i casi più gravi. Per non permettere il peggioramento della situazione economica e l’aggravarsi dell’impoverimento di molti soggetti, dopo il primo blocco totale di due mesi, c’è stata la seconda fase: delle riaperture e di convivenza col virus. Tutto è ripreso con cautela: dallo sport (che forse è stata una vera e propria forzatura), ala religione, alle attività commerciali.

L’Unione Europea, approfittando della situazione, ha imposto a tutti i paesi membri dei prestiti obbligatori, che saranno utili, ma sottometteranno ancora di più gli stati più deboli ai più forti. La Gran Bretagna, dopo lunghi negoziati, ha salutato l’Europa, rispettando l’esito del referendum del 2016, e non dovrà più stare ai suoi dettami. Anche negli Stati Uniti il Covid è stato devastante, ancor di più che da noi, ed è costato la presidenza a Trump, che aveva lavorato bene, facendo volare l’economia prima del virus ed inaugurando una nuova era di pace, sconfitto da Biden, tra le esultanze dei media e del mondo a livello politico corretto.


In Italia il Governo Conte, con il Coronavirus, è potuto durare a lungo: il solito Renzi lo avrebbe scosso e minacciato molto prima se non ci fosse stata quest’emergenza. L’esecutivo ha fronteggiato l’avvenimento con misure di aiuto straordinario, come la cassa integrazione (per alcuni arrivata solo dopo molti mesi) e gli aiuti alimentari; lo tesso avrebbe però potuto fare a meno di concedere bonus per le vacanze e i monopattini, investendo le risorse in beni prioritari per le famiglie, come ad esempio i libri scolastici. Il taglio dei parlamentari è passato attraverso il referendum e le elezioni regionali si sono concluse in pareggio. Certa stampa si ostina a difendere questo governo ed un partito in particolare, non tenendo conto dei moltissimi suoi voltafaccia e cambi di opinione, ed è odiatrice nei confronti degli avversari. Le rigidità nei confronti dei cittadini non sono state attuate in campo d’immigrazione illegale: gli sbarchi sono aumentati (forse attirati da voci di sanatorie in agricoltura che si sono rivelate dei fiaschi totali), alcuni immigrati erano positivi al virus, mentre qualcun altro tra questi, vagando come nulla fosse, ha causato una strage in una chiesa francese. Rimanendo in tema di fanatismo islamico, c’è stata la controversa vicenda di Silvia Romano, la volontaria rapita e liberata da convertita all’Islam. Un Islam che è in crescita grazie all’elevata fecondità delle sue genti, contro la quasi sterilità occidentale: se nulla cambierà il punto di svolta nel travolgimento del nostro mondo potrebbe essere la vicenda dalla vecchia Basilica cristiana di Costantinopoli (Istanbul), che da museo è tornata moschea.

Il paese di Cori non è stato risparmiato dal Covid: ci sono stati molti contagi e delle morti, alcune delle quali nella Residenza sanitaria assistenziale, e delle polemiche, finite sulla stampa ed in Tv, per i bidoni dell’immondizia per i malati, diversi dai soliti, e che rendevano gli infettati facilmente individuabili. Ho parlato anche della piccola processione della Madonna del Soccorso che ha sostituito quella tradizionale e della vita che rirendeva in estate a Piazza Signina dopo il deserto dei mesi precedenti. 

Ho scritto, nell’anno del 150° anniversario della Breccia di Porta Pia, delle ricorrenze del Risorgimento dimenticate, a vantaggio di altre festività di altro stampo. Ho recensito due libri: quello relativo all’ultimo Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943 e i diari di Giulio Andreotti dal 1979 al 1989. In questo 2020 due grandi stelle del calcio mondiale del passato ci hanno lasciato: Maradona e Paolo Rossi; di entrambi ci sono le loro biografie nel blog dei mondiali di calcio, insieme al mondiale di Italia 90, che ho ricordato qui a trent’anni di distanza. Di Maradona forse si è pensato solo al calciatore, esaltandolo, non guardando alle pecche oltre il rettangolo di gioco, forse perché in politica la pensava in un certo modo. Rossi e Maradona giocavano negli anni 1980: di quegli anni ne ho parlato ad inizio anno, tra ricordi personali e narrazioni che smentiva qualche teoria dei molti nostalgici.

lunedì 14 dicembre 2020

458) CAPOLINEA PER IL GOVERNO CONTE II?

IL GOVERNO È COSTRETTO A CONTRARRE 200 MILIARDI DI DEBITI CON L’UE E FESTEGGIA PER AVER TROVATO L’ACCORDO AL SUO INTERNO. I 5STELLE, TENTANO DI FAR CADERE LE COLPE SU SALVINI, PER IL LEGGITTIMO CONTRASTO ALL’IMMIGRAZIONE ILLEGALE, MA CI SONO DELLE PROVE CHE LI INCHIODANO. RENZI SCALPITA MA DIFFICILMENTE GLI FARANNO LARGO. SI FARÀ DI TUTTO PER EVITARE LE URNE, COSÌ DA DECIDERE (COME AL SOLITO) SUL PROSSIMO CAPO DELLO STATO.

 


Alla fine, come da previsioni, il governo Conte II ha ceduto all’Unione Europea, la quale pretende che tutti gli stati membri siano finanziati dalla Bce per far fronte alle molte emergenze dell’epidemia Covid 19. Se fossero dei soldi regalati andrebbe bene, il guaio è che dovranno essere restituiti. All’Italia dovrebbero spettare oltre 200 miliardi di euro: un ulteriore immenso indebitamento in una nazione che ha già un elevato debito pubblico. L’Europa ed in particolare la Germania con questa mossa ci terranno sempre di più sotto scacco: incomberà sulle nostre teste questa spada di Damocle e ne pagheranno le conseguenze i comuni cittadini, le generazioni future e lo stato, che dovrà offrire delle garanzie. I soldi arriveranno nel corso degli anni e non saranno superiori da quelli decisi nelle manovre finanziarie nostrani, cambierà solo il creditore. La Germania non è riuscita con due guerre mondiali a sottomettere l’Europa, oggi vi riesce attraverso la politica economica dell’Ue. Qualcuno al tempo della riunificazione tedesca aveva previsto che nel giro di pochi decenni i teutonici si sarebbero presi delle rivincite: non si sono riscattati in ambito militare, in altri modi sì.

Il Governo Conte festeggia per aver convinto alcuni dissidenti della maggioranza ad accettare i dettami imposti da Bruxelles e Berlino, ma al di là dell’apparenza restano le crepe al proprio interno. I tanti no, ostentati per lungo tempo dal Movimento Cinque Stelle, divengono puntualmente dei sì per mantenersi il potere; anche nel caso del processo a carico di Matteo Salvini c’è stato un loro clamoroso voltafaccia, per addossare tutte le colpe solo a lui, invece ci sono delle prove schiaccianti documentate che ne provano le loro corresponsabilità. A parte il fatto che essi, quando governavano con la Lega, avevano fatto approvare il decreto sicurezza che ora stanno smontando insieme al Pd; ora, facendo delle pessime figure, rinnegano anche le loro stesse parole (a voce e scritte), le quali condividevano la linea della Lega per il contrasto agli ingressi illegali, al traffico dei nuovi schiavi e agli altri affari connessi.

Ne vedremo delle belle, non nell’immediato, perché ci vorranno mesi per questo processo e non è escluso che quando questo terminerà le sorti di questo governo saranno state già decise per altri fattori, come le tensioni tra i partiti e la solita smisurata ambizione di Matteo Renzi, il quale ha iniziato a minacciare la crisi. Molto difficilmente Renzi diverrà nuovamente Presidente del Consiglio: l’altra volta poteva contare sul fatto di essere capo del Partito Democratico, questa volta dirige un piccolo partito che, con la minaccia delle elezioni anticipate, tornerà nei ranghi, perché temerà la sparizione dalla scena politica. Egli potrebbe accontentarsi di ottenere un importante ministero in un nuovo governo. Poi, in caso di crisi di governo il Presidente della Repubblica potrebbe arrabbiarsi e sciogliere le camere, contro la volontà del parlamento stesso (uhm…). Intanto prendono tempo, ritardando la rimodulazione dei collegi elettorali, causata dalla riduzione dei parlamentari: così avranno la scusa per evitare le elezioni immediate. Sullo sfondo di tutto c’è la prossima scadenza del mandato presidenziale: si farà di tutto per far eleggere per l’ennesima volta un capo dello stato di centrosinistra, evitando con le elezioni anticipate la terrificante ipotesi di avere al Quirinale un uomo di destra per sette anni.

domenica 29 novembre 2020

457) SULLE CHIACCHIERE DEL COVID E SU MARADONA


·         Chiacchiere sul Coronavirus


Ha fatto molto scalpore un articolo pubblicato su un giornale, tanto da finire in un programma televisivo pomeridiano della Rai, in cui si parla della gente di Cori che va in giro per le strade del paese ad individuare le persone affette da Coronavirus, attraverso i bidoni della spazzatura, diversi da quelli tradizionali, posti vicino alle abitazioni dei malati. Saranno gli effetti negativi del reddito di cittadinanza? Come se fosse una grave infamia essere effetti da questo virus. Alcune persone, oggetto di chiacchiere, sono costrette a pubblicare sui moderni mezzi di comunicazione sociale i risultati delle loro analisi per dimostrare la loro negatività nei confronti del virus. Non c’è nulla di male (nel senso che non è vergognoso) essere affetti da questo famigerato Covid: è un virus come l’influenza, come la normale polmonite, solo che, essendo nuovo, la cura ancora non si trova, perciò è stato letale per i molti soggetti più deboli di salute. Che bisogno c’è di impicciarsi dei fatti altrui? Alcuni dicono ai fini della prevenzione, onde evitare di essere a loro volta infettati; le persone positive al Coronavirus di buonsenso, che sono la stragrande maggioranza, seguono tutte le regole di isolamento e di quarantena. Non è escluso che tutti quanti noi, compresi quelli che chiacchierano, da qui a qualche mese, cioè da quando saranno disponibili i vaccini, potremmo trovarci negli stessi panni degli attuali malati e così essere oggetto delle medesime maldicenze. Bisogna stringere i denti ancora per un po’, seguire tutte le regole preventive, pregare ed incrociare le dita. Invece di sparlare e denigrare non sarebbe meglio cercare dei modi per aiutare i malati?

 

·         La morte di Maradona e la doppia morale politicamente corretta



Purtroppo Diego Armando Maradona, considerato il più forte calciatore di tutti i tempi, è deceduto. I media di tutto il mondo, italiani compresi, hanno dato ampio spazio a questo avvenimento, al pari della morte di un capo di stato, di governo, di un papa. A Napoli soprattutto è accaduto quanto descritto: avendo portato alla ribalta la squadra calcistica locale, facendole vincere due campionati ed una coppa europea, il calciatore affianca nella venerazione popolare il santo patrono San Gennaro. Quello che ha lasciato di positivo dal punto di vista sportivo prevale sulle fasi negative della sua vita. Anche a me è dispiaciuta la sua dipartita; rammento con molta nostalgia i tempi di bambino/adolescente, quando la Serie A italiana era considerato il migliore campionato del mondo: le gesta calcistiche sue in Italia e nel mondo facevano innamorare e sognare, insieme alle altre grandi stelle straniere. Pure io penso che sia stato il più grande di tutti in campo e tutto sommato mi era simpatico, nonostante fosse molto chiacchierato nella vita extra sportiva, dava lezioni di moralità sugli altri senza prima guardare sé stesso e riconosco che alcune volte è stato usato e poi scaricato dai massimi vertici del calcio mondiale. Qualcosa da segnalare, nelle ovazioni ed esaltazioni alla sua persona post mortem, la ho. A sinistra soprattutto esaltano la sua figura per le sue idee politiche, rimuovendo dalle memorie le frequentazioni di Maradona con ambienti malavitosi, l’eccessiva dipendenza dalla droga, il procedimento giudiziario in corso per possibile evasione fiscale. Quando qualcuno di destra è accusato di quella roba (accusato non condannato), egli è un mostro, un delinquente, e la negatività delle accuse cancella le azioni positive che ha fatto, mentre di Maradona parlano soltanto bene senza guardare alle sue pecche.  Comunque onore a Diego Armando Maradona e riposi in pace.

CARRIERA E VITA DI MARADONA

mercoledì 11 novembre 2020

456) PRESIDENZIALI USA 2020


NELLE PRESIDENZIALI USA 2020 DOVEVA VINCERE A TUTTI I COSTI IL DEMOCRATICO BIDEN, PERÒ ANCORA NON È CERTA LA SUA VITTORIA E L’AUSPICATA ONDA BLU DEMOCRATICA NON C’È STATA. IL PERDENTE (?) TRUMP, CRITICABILE PER I SUOI MODI ARROGANTI E SPREZZANTI, NON HA LAVORATO MALE, POI È ARRIVATA LA MALEDETTA PANDEMIA….. OGGI I RADICAL CHIC NOSTRANI CHE GONGOLANO, DOMANI POTREBBERO SCENDERE IN PIAZZA CON LE BANDIERE PACIFISTE ED ANTIAMERICANE.   

 


Era scritto che in queste elezioni presidenziali Usa del 2020 doveva perdere per forza il presidente in carica, il repubblicano Donaldo Trump e i poteri forti statunitensi e mondiali hanno fatto di tutto, utilizzando tutti i metodi possibili, per far divenire presidente il suo principale sfidante, il democratico Joe Biden. Anche l’azienda farmaceutica multinazionale Pfizer ha atteso la proclamazione di Biden presidente prima di annunciare l’antidoto contro il Coronavirus (bisognerà vedere se davvero funzionerà); quando Trump diceva che il vaccino era prossimo ad arrivare tutti ridevano. 

È strano che nei principali stati federali in bilico e decisivi era in corso un testa a testa tra i due sfidanti, poi improvvisamente il voto arrivato per posta era quasi tutto a favore del democratico candidato. Il voto postale è aumentato considerevolmente rispetto alee volte precedenti, a causa di questa pandemia, ma esso è poco affidabile. Sarebbe stato più ragionevole far votare la gente ai seggi un po’ per volta in diversi giorni: così sarebbe stato tutto certificato, autenticato e senza alcun trucco. Negli Stati Uniti nessun rappresentante di lista può assistere allo spoglio delle schede elettorali e ci sono dei macchinari per il voto e per il conteggio non controllabili per coloro che non hanno dimestichezza. Diversi ricorsi sono stati presentati e il riconteggio dei voti potrà avvenire, magari non ci saranno sorprese e il risultato verrà confermato, ma è un diritto di Trump ricorrere (lo prevede il regolamento per le elezioni presidenziali) e constatare che tutto sia stato regolare, non vedo dove sia lo scandalo. Anche se la sconfitta verrà confermata il presidente uscente non è stato travolto dall’onda blu democratica che tutti avevano previsto, anzi ha guadagnato oltre 6 milioni di voti rispetto alle presidenziali 2016 e metà degli americani stravede per lui.

Certo, il presidente uscente sarà un tipo arrogante, presuntuoso, spaccone, come tutti i classici miliardari americani, tuttavia ha lavorato bene, raggiungendo traguardi eccellenti in ambito nazionale ed internazionale. Fino al gennaio di quest’anno gli Usa avevano fatto passi da gigante in ambito economico, distanziando sempre di più la Cina, a cui erano imposti dei dazi sulle sue merci in entrata, in ambito internazionale hanno negoziato con successo con la Corea del Nord, senza arrivare ad un attacco militare, con la Russia i rapporti sono stati di distensione. Se non fosse arrivato il Coronavirus, snobbato come da tutti all’inizio e che poi ha messo in ginocchio gli Stati Uniti, il Presidente Trump sarebbe stato riconfermato a furor di popolo. 

Anche da noi i c’è stata una gioia incredibile all’annuncio del superamento della soglia della vittoria per Biden, da parte dei Tg, dei giornali, dei radical chic, che si rifanno al pensiero politicamente corretto e ora spereranno che da oltreoceano partirà una nuova linfa a favore delle sinistre europee. Che ci credessero pure. Non vorrei però che il loro entusiasmo alle stelle man mano scemasse, fino a scendere in piazza con le bandiere pacifiste e contro l’America, quando questa scatenerà qualche conflitto locale.  

sabato 31 ottobre 2020

455) VIRUS, DISASTRI ECONOMICI, RIGIDITÀ SÌ E NO

PER CONTRASTARE L’AVANZARE DEI CONTAGI DA CORANAVIRUS IL GOVERNO HA DECISO ALCUNE CHIUSURE, INCURANTE DEL DISASTRO ECONOMICO. GUAI A CHI SGARRA LE REGOLE, MA IN CAMPO D’IMMIGRAZIONE ILLEGALE REGNA IL CAOS E L’ANARCHIA ASSOLUTA.


In questi giorni in molte città d’Italia stanno sorgendo proteste, pacifiche e non, contro i nuovi provvedimenti adottati dal governo, al fine di contrastare il crescente aumento dei contagi da Coronavirus, che prevedono tra l’altro le chiusure anticipate di palestre sportive, cinema, teatri, bar e ristoranti alle ore 18:00. Questo virus per coloro che hanno le responsabilità è come il Conte Dracula: il giorno si riposa e la notte circola. Per i bar la chiusura alle 20:00 sarebbe stata oro, per i ristoranti non sarebbe cambiato nulla. Molte attività rischieranno il fallimento e monta la rabbia, soprattutto perché molte di esse si erano adeguate alle nuove disposizioni in materia di sicurezza e di distanziamento sociale. Nonostante questi provvedimenti i contagiati sono in aumento e alcuni esperti, come soluzione, propongono una nuova chiusura totale, come quella della scorsa primavera, la quale ha portato alla fame molte famiglie.

Non sono un negazionista, seguo tutte le regole in atto, evito posti affollati come i mezzi pubblici, perfino in famiglia mantengo le distanze, riconoscendo così che il pericolo virus è un po’ più serio rispetto alle normali influenze e polmoniti, che come col Covid provocano alcune vittime, se non addirittura lo stesso numero, tra i soggetti più a rischio e che hanno dei problemi di salute, ma sarebbe bastato proseguire coi sistemi di prevenzione e distanziamento che erano già in atto, invece di rischiare di portare l’economia al collasso. Quei locali colpiti dai provvedimenti sono spesso molto ampi e si si fossero rispettate le regole raramente ci si sarebbe infettati, questo virus si prende soprattutto nei mezzi di trasporto pubblici, dove tutti sono ammassati. Per gli asintomatici il problema non sussiste, avrebbero però potuto adottare dei provvedimenti di protezione per le categorie più a rischio, consigliando loro d’isolarsi e agli altri di evitare con essi contatti troppo ravvicinati.

Gli ospedali e le altre strutture sanitarie sono al collasso e chi deve curarsi per altri problemi viene in alcuni casi snobbato, o non va più a fare visite di prevenzione per timore del Covid, ricevendo un colpo di grazia spesso fatale. Le strutture sanitarie che erano ritenute inutili, con tanto di polemiche politiche (in particolare vedasi Lombardia), divengono in questi tempi delle vere e proprie manne dal cielo. La scorsa estate tutti si lamentavano che c’erano troppi movimenti e le regole di prevenzione non venivano rispettate: ma chi erano coloro che invogliavano con i bonus ad andare in vacanza o a muoversi in monopattino? L’Europa eroga sostanziosi prestiti per evitare il disastro totale finanziario: che sia questa la chiave di tutto? Far indebitare gli stati più a rischio, facendoli entrare in un vortice da cui non ne usciranno più, per assoggettarli. Chi si ribella alle decisioni del governo, anche pacificamente, senza violenza, è perseguito duramente: multe salate, denunce, precessi, eccetera. Negli ultimi sette mesi ci sono stati minuziosi controlli sui cittadini per individuare assembramenti, perfino con i droni e con gli elicotteri. Controllori precisi, inquadrati, minuziosi, se sgarri e se non paghi qualche tassa son dolori, ma non si contrastano con lo stesso scrupolo e la stessa diligenza le altre gravi problematiche. Immigrati irregolari possono giungere senza documenti e senza permessi e sono liberi di girare e fare ciò che vogliono (con i nuovi decreti diverrà ancora più facile), anche uccidere nelle chiese, e nessuno può dire nulla.

domenica 18 ottobre 2020

454) I DIARI SEGRETI DI GIULIO ANDREOTTI

 I DIARI SEGRETI DI GIULIO ANDREOTTI NARRANO PRINCIPALMENTE L’ATTIVITÀ POLITICA DAL 1979 AL 1989 DELLO STORICO STATISTA DEMOCRISTIANO.


La famiglia del defunto esponente democristiano Giulio Andreotti ha fatto pubblicare i suoi diari nel periodo intermedio di due sue presidenze del Consiglio dei ministri, vale a dire tra il 1979 ed il 1989. Si tratta di un volume di quasi 700 pagine pubblicato dalla Solferino editore e in cui ci sono delle introduzioni da parte di Andrea Riccardi e naturalmente dei figli dell’autore. Già altri diari di Andreotti, di anni diversi, erano stati pubblicati dallo stesso quando era in vita. Leggendo questo libro, all’inizio ero insoddisfatto, ritenendolo poco più di un’agenda, poi sfogliando le pagine, gli argomenti e i temi trattati sono divenuti molto interessanti, a volte anche un po’ noiosi, specialmente quando si approfondivano dettagliatamente aspetti tecnici e competenze dello specifico ministero che ricopriva il politico.

Il Ministero degli esteri, in ben cinque governi, era la carica che ricoprì Giulio Andreotti tra il 1983 ed il 1989. Quello era il ministero che più lo appagava (in precedenza aveva rifiutato altri incarichi di governo), poiché egli riteneva di avere la giusta esperienza e le giuste competenze per ricoprire quel ruolo che Bettino Craxi, capo del Psi e che aveva tramato sin dai primi anni 1980 per ricoprire il ruolo di Primo ministro, gli offrì per primo. Lo stesso Craxi, quando cadde il suo governo, si oppose con fermezza al ritorno di Andreotti a Palazzo Chigi. Nel luglio 1989, una volta bruciati i vari Craxi, Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti poté ricevere dal Presidente della repubblica Cossiga l’incarico di formare il suo sesto governo, esattamente a dieci anni di distanza da quando cessò il suo ultimo incarico di capo dell’esecutivo, e quando egli si recò al Quirinale per sciogliere la riserva con la lista dei ministri, si arresta il racconto di questi diari. È un racconto di dieci anni intensi di attività politica e di altro: si parla dei vari viaggi dell’autore dei diari da un capo all’altro del mondo per svolgere attività diplomatica e di dialogo tra le nazioni d’occidente e d’oriente, del Medioriente, tra nord e sud del mondo, degli incontri a Roma con i principali politici del globo, degli intrecci e delle trame politiche, delle iniziative di beneficenze nei paesi in via di sviluppo, aiutando Madre Teresa di Calcutta, del Vaticano, del Papa, delle messe; c’è qualche accenno alla vita familiare, come le feste in famiglia, le vacanze in Trentino Alto Adige, la nascita dei nipoti, la presentazione di suoi libri, la recensione di altri. Si dà importanza alla figura del nuovo papa, il polacco Giovanni Paolo II, e del suo ruolo nello spronare le ribellioni in Polonia, soggetta a regime comunista, tramite il sindacato Solidarnosc. Si parla anche del campo profughi di Latina, che negli anni ’80 ospitava i fuggiaschi dell’Europa dell’Est, di cui ben 8.000 polacchi. Nel 1980 Giulio Andreotti usò la sua influenza, al fine di evitare la pubblicazione di alcune fotografie del Papa che faceva il bagno nella piscina della sua residenza di Castel Gandolfo. In questi racconti sono presenti le prime avvisaglie delle varie accuse di collusione tra Andreotti e il malaffare, che sono smentite con decisione dall’interessato; allora sembravano accuse campate in aria che non avrebbero avuto seguito.

Sfogliando le pagine di questo volume mi tornano in mente tanti episodi di cronaca e non che ascoltavo nei telegiornali allora: in quegli anni solo le notizie di calcio capivo a fondo, le notizie politiche per me non avevano significato, tranne qualcosa d'importante (Muro di Berlino, tensioni Usa/Urss), mi rimanevano impressi solo i nomi e i volti dei politici più in vista, come Andreotti, Spadolini, Craxi, Reagan, Gorbaciov. Negli anni della mia nascita (1976 – 1979) Andreotti era il Presidente del consiglio e proprio quando egli tornò a guidare il governo (1989 – 1992) iniziavo a seguire con interesse le notizie politiche, pur desiderando una politica più a conservatrice che verrà pochi anni dopo.

domenica 27 settembre 2020

453) RFERERENDUM E REGIONALI 2020


SCONTATA E PREVEDIBILE VITTORIA DEL SI AL REFERENDUM COSTITUZIONALE. ALLE REGIONALI IL CENTRODESTRA NON VA MALE MA NON RIESCE LA SPALLATA AL GOVERNO. CROLLO DEL M5S.

Com'era prevedibile al referendum costituzionale per la riduzione dei parlamentari il sì ha vinto nettamente con circa il 70%. Gli elettori non si sono lasciati rigirare dai vari dai vecchi dinosauri della politica, e da alcuni politici voltagabbana, che andando contro le direttive dei loro partiti, invitavano a votare no: la loro principale preoccupazione non era il taglio della democrazia, ma il vedersi ridurre le probabilità di mantenere le poltrone. Così, dalla prossima legislatura, il parlamento avrà 400 deputati e 200 senatori: un numero più che sufficiente, in linea con le altre nazioni, alcune delle quali più popolose della nostra. È stato un primo passo, il prossimo possibilmente dovrà essere superare il bicameralismo perfetto, cioè destinare le due camere a delle funzioni diverse. Già ci provarono due volte a riformare le funzioni della Camera e del Senato, nel 2006 e nel 2016, ed entrambe le riforme fallirono, sempre coi referendum. La modifica costituzionale del 2006 era senza dubbio migliore di quella del 2016. Se in futuro su questo tema ci sarà ampia convergenza tra i partiti, di maggioranza e di opposizione, lo scoglio referendario verrà superato agevolmente. Intanto bisognerà velocemente fare una legge elettorale attinente al nuovo numero dei parlamentari; velocemente perché, non si sa mai, potrebbero arrivare le elezioni anticipate.

Per ora il governo presieduto da Giuseppe Conte e composto da M5S e Pd tiene e non c’è stata quella spallata che tutti avevano previsto, con la schiacciante vittoria del centrodestra nelle sette regioni dove si sono tenute le elezioni per i rinnovi dei consigli regionali. Il risultato finale, escludendo i risultati della Val d’Aosta, dove la Lega comunque è risultato il primo partito, è stato di 3 a 3. Nella sinistra, che temeva un’ecatombe elettorale, si esulta, senza considerare che un’altra loro roccaforte (la regione delle Marche) è caduta. Essi sono riusciti a mantenere la Toscana, la Campania e la Puglia, dove i loro presidenti uscenti hanno staccato di molto gli avversari: motivo per cui considerano queste votazioni una grande vittoria. Ma non guardano alle sconfitte, oltre che nelle Marche, in Liguria e in Veneto: nella terra ligure è miseramente fallita l’alleanza tra sinistra e Cinque Stelle, mentre nel Veneto il governatore uscente è risultato rieletto con il 75% dei consensi, un vero record. In Toscana la partita è stata aperta, mentre in passato non c’era storia, in Campania e in Puglia è stato un errore insistere con dei nomi già ampiamente collaudati. Complessivamente ora il centrodestra, in attesa che si definisca la maggioranza valdostana, governa in 14 regioni su 20, mentre il centrosinistra cinque: non era mai accaduto prima. Cinque anni fa il centrodestra solamente tre regioni governava. Il Movimento Cinque Stelle, nonostante esulti per lo straordinario risultato del referendum, rivendicando la paternità della riforma, è tracollato: essendo ben lontano dai numeri con cui stravinse le ultime elezioni politiche, sarà costretto a stringere alleanze con la sinistra per non sparire politicamente in campo amministrativo, rinnegando la sua natura antipolitica, compresa l’antisinistra.

domenica 20 settembre 2020

452) ANNIVERSARIO DELLA PRESA DI ROMA

CENTOCINQUANT’ANNI FA, A SEGUITO DELLA BRECCIA DI PORTA PIA, ROMA DIVENNE CAPITALE DEL NUOVO STATO ITALIANO E FINÌ IL MILLENARIO POTERE TEMPORALE DEI PAPI.

Il neonato Regno d’Italia, all'inizio degli anni 1860, non sentiva realizzato appieno il processo di unificazione perché Roma ancora non era stata liberata e fatta capitale. La città eterna veniva vista come il cuore ideale della neonata nazione, sia per motivi storici, sia per motivi geografici: era ed è a metà distanza tra nord e sud. Il papa Pio IX, dopo aver perso Romagna, Marche e Umbria, nel 1870 governava soltanto 2/3 dell’odierna Regione Lazio ed era posto da oltre 20 anni sotto la protezione dell’Impero francese di Napoleone III, il quale  dopo aver sconfitto la Repubblica Romana (quando ancora non era imperatore ma Presidente della repubblica), aiutò i piemontesi nel processo di unificazione d’Italia, in cambio di Nizza e Savoia, ma non permetteva che Roma e il Lazio si unissero al neonato Regno d’Italia. Il Governo italiano non intendeva andare in rotta di collisione con Parigi per Roma, per questo fermò ed arrestò più volte Garibaldi, il quale con dei volontari al seguito, intendeva prendere a tutti i costi la città papalina. Il Re Vittorio Emanuele II si riteneva un fedele cattolico e intendeva proteggere il Papa Pio IX, e il clero in generale, dai molti anticlericali, dai massoni garibaldini e dagli esuli romani, bramosi di vendette, di ritorno a Roma; un po’ gli piangeva il cuore mettersi contro il Papa Pio IX, per realizzare il sogno suo e degli italiani di Roma capitale.

 

Per tranquillizzare la Francia la capitale fu trasferita da Torino a Firenze: il citato trasferimento faceva parte del trattato tra Italia e Francia del settembre 1864, in cui l’Italia si impegnava a non toccare lo Stato Pontificio. Nonostante ciò, il Generale Garibaldi nel 1867 riuscì a penetrare nello Stato della Chiesa, dopo che seppe che c’era stata un’insurrezione fallita ad opera dei Fratelli Cairoli, ma fu sconfitto dagli Zuavi francesi a Mentana che avevano i nuovi fucili a tiro rapido Chassepot. A Roma non mancavano rivoluzionari e cospiratori che, quando venivano scoperti venivano ghigliottinati: fu il caso di Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, ritenuti responsabili di un attentato mortale contro gli Zuavi pontifici, e di altri che avevano appoggiato Garibaldi a Mentana. Nel 1869 il Concilio Vaticano I proclamò l’infallibilità del Papa in materia di fede. Roma era allora una città sporca e ciabattona che contava 230.000 abitanti, di cui 50.000 erano disoccupati e 30.000 accattoni, con una Curia e un’aristocrazia sceiccali, e una borghesia di avvocati, notai e appaltatori che formavano il sottogoverno laico della Curia. Splendidi palazzi barocchi erano incastrati in ragnatele di tuguri.

Nel 1870 scoppiò la guerra tra Prussia a Francia e quest’ultima, che non era preparata al conflitto, chiese aiuto all’Italia, ma il Governo italiano pretendeva la cessione di Roma come prezzo dell’intervento e Napoleone III interruppe le trattative. Quando nel settembre 1870 l’Impero francese e Napoleone III decaddero, a seguito della loro sconfitta a Sedan nella guerra contro i prussiani, il presidio militare francese aveva abbandonato Roma, il Governo italiano sentiva mano libera e chiese al papa Pio IX l’avvio dei negoziati per l’annessione di Roma all'Italia, mantenendo il rispetto per la sua figura spirituale. Di fronte al rifiuto opposto dal Pontefice al conte Ponza di San Martino, che aveva tentato di indurlo ad accettare l’invasione e ad avviare trattative con l’Italia, il 12 settembre il generale Cadorna, con al seguito 50.000 soldati e anche cronisti, esuli, curiosi, entrò nel territorio pontificio, avanzò senza incontrare resistenza fino alle porte di Roma, dove giunse il 17 settembre. Dopo un ennesimo tentativo di mediazione compiuto dal ministro prussiano presso la Santa Sede, il conte Arnim, la mattina del 20 l’artiglieria italiana iniziò ad attaccare le mura della capitale pontificia. Aperta una breccia presso Porta Pia, alle ore 10 fanteria e bersaglieri entrarono in città, mentre l’esercito papale alzò bandiera bianca (era desiderio di Pio IX evitare spargimenti di sangue). Alle 14 il generale Cadorna e il generale Kanzler, comandante delle forze pontificie, firmarono la capitolazione. Edmondo De Amicis scrisse: “in Piazza del Quirinale arrivano di corsa i reggimenti, i bersaglieri, la cavalleria. Le case si coprono di bandiere. Il popolo si getta tra i soldati plaudendo”. Il Regio esercito italiano mantenne l’ordine in città, evitando le vendette e il linciaggio degli odiati soldati pontifici, caduti prigionieri e che non incutevano più terrore tra il popolo; solo pochi di essi, che si trovavano in giro da soli, furono uccisi.

Manifesto affisso a Cori il 20 settembre 1870

Il Governo italiano propose al Papa le “Leggi delle guarentigie”, per regolarne i rapporti, il Pontefice le rifiutò, lanciando scomuniche, e proclamandosi prigioniero dello Stato italiano. Il potere temporale dei papi terminava dopo oltre mille anni: da alcuni fu definito l’evento del secolo, anzi no, del millennio. Il 2 ottobre 1870, con un grande plebiscito (40.785 voti favorevoli e 46 contrari), Roma dichiarava la sua annessione all'Italia. Pochi mesi dopo a Firenze si riunì il nuovo parlamento, comprendente i rappresentanti di Roma e del Lazio. Il 2 luglio 1871 il Governo si trasferiva nella Città Eterna, che iniziava la sua nuova vita come Capitale dell’Italia! Le matasse della Questione italiana e della Questione romana, dopo svariati rompicapi italiani ed europei, venivano sbrogliate, anche se ci vorrà il 1929 per la regolarizzazione dei rapporti tra Regno d’Italia e Chiesa Cattolica con un trattato, che sancirà la nascita del minuscolo stato papale della Città del Vaticano.

Fontie parziale: http://www.storico.org/risorgimento_italiano/presa_roma.html

domenica 30 agosto 2020

451) ESTATE DA PANDEMIA


IL CORONAVIRUS NON SI ARRESTA NEL TEMPO ESTIVO IN CUI TUTTO È TORNATO ALLA NORMALITÀ E SONO AUMENTATI I MOVIMENTI DELLE PERSONE PER LE VACANZE. ALLORA ANCHE PRIMA SI SAREBBE POTUTO CONVIVERE CON IL VIRUS, EVITANDO LA CHIUSURA TOTALE E I DANNI ECONOMICI.

 


Sembra che sia tornato un ritorno di fiamma tra le masse e il Coronavirus, generato dai molti focolai presenti nei principali luoghi di villeggiatura. Sembra strano che fino a pochi mesi fa tutti si lamentavano per le condizioni economiche, mentre oggi sono andati quasi tutti in vacanza. Senza dubbio le prenotazioni nei luoghi di villeggiatura saranno state in netto calo rispetto agli anni passati e alcuni avranno beneficiato dei contributi governativi per i soggiorni. Le priorità per il governo avrebbero dovuto essere ben altre e non certo le vacanze e i monopattini.

Chi scrive, di solito negli ultimi anni, quando partiva per qualche breve viaggio, riportava qui sopra delle dettagliate cronache sui luoghi visitati, contornati da storia, cultura, tradizioni, quest’anno però non si è mosso, sia per prudenza, col virus ancora in circolazione, sia perché è stato in convalescenza (per altri motivi) ed ha dovuto accontentarsi di visionare, sui vari canali sociali della rete informatica, i momenti di spensieratezza degli altri nei vari luoghi di villeggiatura. Ormai i momenti della vita è più importante condividerli che viverli. La maggioranza dei villeggianti ha scelto quest’estate di riscoprire l’Italia, a causa delle limitazioni negli spostamenti imposte da molte altre nazioni; anch'io da qualche anno a questa parte avevo riscoperto questa tendenza. Quei pochi che si sono recati all'estero, nei paesi che hanno tenuto aperte le frontiere, stanno tornando quasi tutti positivi al Covid, idem per alcuni che hanno scelto le vacanze italiane. Nelle discoteche e negli altri luoghi di svago ci si infetta e infatti molti di questi locali li stanno chiudendo. Gli assembramenti notturni nei luoghi di ritrovo e all'aperto sono tornati alla grande, anche qui a Cori, rimettendo a paro il “deserto” all'inizio della primavera scorsa. Al tempo della chiusura totale, quando uscivo per brevi passeggiate o per fare acquisti, mi sedevo una decina di minuti su qualche panchina di Piazza Signina ed era uno spettacolo, un pezzo raro, gustarsela completamente deserta nei tardi pomeriggi del sabato e della domenica, c’era solo qualche automobile che passava di rado. Pensavo: quando ricapiterà tutto questo? Infatti, oggi la citata piazza è tornata più affollata e caotica di prima, specie queste sere estive, con le solite auto parcheggiate in mezzo alla strada e nell'area pedonale, e i locali più frequentati, con i loro complessini notturni, un po’ si stanno rifacendo dei mancati guadagni dei mesi scorsi. Tornare alla normalità sì ma con prudenza, i focolai, che non si sa dove potrebbero annidarsi, dal paese alla città, non sono per niente estinti. Sarà necessario mantenere debita distanza tra individui nei luoghi pubblici e quando non si potrà, negli spazi chiusi, ristretti, bisognerà coprirsi bocca e naso, questo è ovvio.

Quello che contesto è che, anche quando è esplosa questa epidemia, si sarebbe potuto continuare a mantenere aperte le attività essenziali, seguendo le necessarie precauzioni e misure preventive, come sta avvenendo adesso. Per le attività superflue, di svago, pazienza se le avessero chiuse per qualche tempo. Soltanto i soggetti più a rischio avrebbero dovuto obbligare a rimanere in casa. Nel periodo del confinamento globale ci sono stati molti danni a famiglie e ad attività imprenditoriali, alcune di quest’ultime hanno accusato duramente il colpo ed hanno dovuto chiudere i battenti. Non credo si sia trattato di un complotto mondiale per creare degli stati di polizia, come sostengono i maliziosi di tutto il mondo, tuttavia coloro che detenevano e detengono le redini delle molte nazioni avrebbero dovuto riflettere seriamente sulle conseguenze dannose. Ci sono stati diversi errori del Governo italiano: all'inizio snobbò l’epidemia, successivamente commise diversi errori nella zona rossa della Lombardia, permettendo d’infettare altre regioni italiane; quando si rese conto degli errori esso pensò di rimediare chiudendo tutta Italia. Da una parte doveva pendere: o si salvaguardava l'economia o si evitava il diffondersi del virus. Ma ora i governanti si rendono conto che se la situazione peggiorerà non potranno assolutamente richiudere tutto quanto, pure se molti si infetteranno. 

venerdì 14 agosto 2020

450) SI AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

 SI AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI PER RIDURRE GLI SPRECHI DELLA POLITICA E I PRIVILEGI DELLA CASTA. IL CONFRONTO CON GLI ALTRI REFERENDUM ISTITUZIONALI.

 


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IL PROSSIMO REFERENDUM COSTITUZIONALE

I prossimi 20 e 21 settembre si terrà il referendum costituzionale confermativo della riforma voluta dal parlamento che riduce i suoi componenti, rispettivamente: alla Camera dei deputati essi passeranno da 630 a 400, mentre al Senato della repubblica passeranno da 615 a 200. Assieme al referendum si terranno le elezioni amministrative e regionali; tutte queste consultazioni ci sarebbero dovute essere la scorsa primavera, esse sono state rinviate tutte per l’emergenza sanitaria Coronavirus. Sarebbe stato meglio che non fosse stato chiesto questo referendum, il cui risultato pare scontato; l’ha fatto qualche parlamentare con la speranza di non vedersi ridursi le possibilità di perdere la poltrona. L’Italia è una delle nazioni al mondo che ha più rappresentanze parlamentari e quella che spende di più per mantenere la casta politica, tra stipendi e vitalizi. Votando sì, si ridurranno un po’ tutti questi eccessi e il meccanismo per approvare le leggi rimarrà invariato. Qualcuno dice che la Costituzione scritta dai padri costituenti non dev'essere toccata; allora occorre ricordare che il numero dei rappresentati al parlamento era leggermente inferiore agli albori della repubblica rispetto ad oggi: nel 1948 furono eletti 574 deputati e 237 senatori, nel 1953 i deputati passarono a 590, nel 1958 questi furono aumentati a 596, nel 1963 si raggiunse il numero attuale di 630 deputati e 315 senatori. Fu un processo di graduale aumento per consentire il dilatarsi di una casta privilegiata, con tutti gli sprechi e le mangerie varie, e oggi i comuni cittadini pagano le conseguenze. Qualcuno che è per il no sostiene che con questa riforma le rappresentanze territoriali saranno drasticamente ridotte o addirittura spariranno per alcune zone: contro questa teoria bisogna considerare che i senatori, che nel sistema attuale sono la metà dei deputati, rappresentano tutte le regioni d’Italia in proporzione al numero degli abitanti dei vari collegi. Approvando la riforma le rappresentanze territoriali ci saranno comunque (il numero dei deputati sarà sempre superiore all'odierno numero dei senatori), seppur in numero ridotto. Occorrerà fare di corsa un’altra legge elettorale e ridisegnare i collegi, altrimenti codesta riforma non servirà a nulla. La riduzione dei vitalizi e dei parlamentari sono dei primi passi verso l’abbattimento dei privilegi politici, ora speriamo che si proseguirà nel taglio degli stipendi d’oro, e trova d’accordo quasi tutti i politicanti di tutti i colori, anche se c’è qualche frangia di questi che manifesta malumore e presenta ricorsi. Queste riforme mi trovano d’accordo, non importa chi le ha fatte. La Lega, che aveva approvato questa legge quand'era al governo, è rimasta coerente dopo il passaggio all'opposizione, continuando a sostenere il sì convinto, mentre il Pd prima era contrario, dopo che è entrato al governo ha dovuto per convenienza cambiare posizione. Molti in tutti i referendum costituzionali hanno guardato ai partiti che hanno proposto le modifiche della Costituzione per decidere come votare e non alle migliorie e ai vantaggi: spesso si è votato no per non darla vinta ai politici di colore avverso.

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   I PRECEDENTI REFERENDUM COSTITUZIONALI

2001 ci fu il referendum per trasferire alcuni poteri e competenze dal governo nazionale alle amministrazioni regionali e prevalse ampiamente il sì;

2006 ebbe luogo il referendum per ridurre il numero dei deputati e dei senatori e per la trasformazione del senato in senato federale, il quale si sarebbe occupato esclusivamente delle regioni, le quali avrebbero avuto maggiori poteri, inoltre i cambi di casacca dei parlamentari, al fine di formare maggioranze parlamentari alternative, sarebbero stati vietati e il Primo ministro avrebbe avuto più poteri. Era una riforma accettabile, purtroppo ci fu una forte campagna di contrarietà, principalmente perché fu una riforma voluta da Berlusconi e dalla Lega Nord e a ragion di logica prevalse il no;

2016 fu proposto il referendum per ridurre il numero dei senatori e cambiarne le loro competenze e per trasferire i poteri dalle regioni allo stato; in realtà si trattava di un cambiamento confusionario, in cui non si capiva quali sarebbero state le funzioni del senato, che sarebbe stato composto in maggioranza dai sindaci delle grandi città e dai nominati dalle regioni e avrebbe avuto potere consultivo e non decisionale. Allora questo nuovo senato a cosa sarebbe servito? Lo stato avrebbe dovuto riprendersi alcune competenze che erano state trasferite alle regioni. Prevalse il no perché quasi tutti i partiti erano contrari, anche alcune componenti di quella maggioranza di centrosinistra che aveva attuato quella riforma.

domenica 26 luglio 2020

449) DECLINO DEMOGRAFICO E SOVRAFFOLLAMENTO

UN PO’ IN TUTTA EUROPA È IN CORSO UN CALO DEMOGRAFICO PER DENATALITÀ, MENTRE LA POPOLAZIONE MONDIALE CON ALTRE CULTURE CRESCE VISTOSAMENTE, RISCHIANDO DI TRAVOLGERE IL VECCHIO CONTINENTE E DI CAMBIARNE GLI ASPETTI. LA BASILICA DI SANTA SOFIA DI ISTANBUL, TORNATA MOSCHEA, POTREBBE ESSERE IL PUNTO DI SVOLTA IN TAL SENSO.


Tutti gli anni l’Istat diffonde le notizie relative alla demografia d’Italia senza che si registrino sostanziali novità: nascite sempre più giù, anziani in aumento, fughe all'estero, aumento degli stranieri (in questo caso aumento minore rispetto al recente passato). Nel resto d’Europa, da est a ovest, le cose non è che cambino molto: ovunque è in corso un inverno demografico, tranne delle eccezioni come Francia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Danimarca, ma non sono le popolazioni locali determinanti nel permettere ogni anno ai nati di superare in numero i morti. Le piccole Islanda, Slovacchia, Irlanda, che hanno poca immigrazione, riescono a fatica ad avere un saldo positivo di popolazione. L’Italia, come ho già detto, perde popolazione ogni anno: i morti superano i nati di circa 200.000 unità e quest’anno è stato raggiunto il minimo storico di nascite dall'Unità d’Italia, superando di poco le 400.000, di cui un 14% di neonati ha entrambi i genitori stranieri (un calo di popolazione farebbe pure bene se non fosse per il dislivello pochi giovani/molti anziani e per altri problemi mondiali che sto per esporre). Al contrario, la popolazione dei paesi meno sviluppati nel resto del mondo cresce a vista d’occhio: quella mondiale nel complesso potrà raggiungere i 10 miliardi di individui tra pochi decenni, dopodiché non crescerà più ed inizierà la fase calante. Fino ad allora però nel globo si aggiungeranno più di due miliardi di individui, che nasceranno nella stragrande maggioranza dei casi nei paesi extra europei e probabilmente molti tra costoro si riverseranno nel vecchio continente, che verrà travolto, e il suo sangue sarà cambiato.


In questi giorni abbiamo assistito alla riconversione in moschea dell’antichissima Basilica Ortodossa di Santa Sofia dell’antica Costantinopoli (l’odierna Istanbul), dopo che era stata sconsacrata dal culto Islamico dal padre della Turchia moderna Ataturk e trasformata in un museo. Le folle festanti ed esultanti dicevano che era soltanto l’inizio e auspicavano che l’Islam si espandesse. La Turchia, nel bilancio tra nati e morti, guadagna circa 800.000 abitanti ogni anno e le comunità greche di religione cristiana ortodossa sono praticamente scomparse: ad Istanbul erano il 30% della popolazione ad inizio ‘900, ma anche nelle zone costiere turche c’erano comunità consistenti; dopo la guerra greco – turca degli anni 1920 ci furono scambi di popolazioni tra le due nazioni belligeranti e prima c’erano stati vari genocidi della popolazione greca della Turchia. Costantinopoli era la seconda Roma, l’altra capitale dell’Impero romano e della cristianità (che culminò nel grande scisma dalla Chiesa Romana del 1054), una volta caduta in mano ottomana crebbe l’importanza della Russia (o meglio di Santa Madre Russia) come grande potenza di religione Ortodossa e Mosca fu denominata la terza Roma. Ora che la Russia è tornata una nazione devota, dopo decenni di ateismo di stato, potrebbe far sentire potentemente la sua voce, nel caso che le nazioni ortodosse fossero minacciate da Erdogan. Gli ortodossi non sono come i cattolici e in questa questione di Santa Sofia si sono fatti sentire con determinazione. Un’antica profezia dice che un giorno Costantinopoli tornerà cristiana.
Difficilmente ci saranno in futuro guerre di religione, l’Islam auspica di penetrare in occidente con la massiccia immigrazione e l’elevata fecondità, capendo le debolezze occidentali: denatalità, buonismo e permissivismo politico. Già nel 1974, all'assemblea delle nazioni unite il presidente algerino Houari Boumediene disse queste parole: “’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell'emisfero nord. E non in modo amichevole. Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. È il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria” (quel giorno sembra che sia arrivato) Qualche tempo fa dalla stessa Turchia esponenti del governo turco auspicavano l’emigrazione di massa in Europa, invitando a proliferare il più possibile. È il caso del Kosovo, il luogo storico dove è nata la nazione serba: l’elevata fecondità dei kosovari, di fede islamica, sta facendo estinguere i serbi. Rischierà di concretizzarsi l’antico sogno musulmano, cioè fare di Roma la futura capitale dell’Islam, imponendole leggi e usanze in contrasto con i nostri diritti e le nostre conquiste sociali che abbiamo raggiunto con svariati sacrifici, con le basiliche di San Pietro, di San Paolo, di San Giovanni e altre che rischieranno di fare la fine di Santa Sofia a Istambul/Costantinopoli e ai pochi cattolici superstiti verrà lasciata qualche piccola chiesetta. Per far sì che l’Italia e l’Europa continuino ad essere quello che sono sempre state, bisognerà affidarsi a quelle formazioni politiche che promuovono la salvaguardia e l’identità dei popoli europei, conservando culture e tradizioni millenarie, e che non sono per le immigrazioni di massa e le facili concessioni delle cittadinanze. Bisognerà promuovere la natalità e favorire l’immigrazione di genti che ha origini del paese ospitante, tenendo sotto costante monitoraggio altre forme d’immigrazione. Bisognerà altresì contrastare il sovraffollamento mondiale, per far sì che si riducano i problemi della fame, e gli stati in via di sviluppo possano decollare economicamente.