UN PO’ IN TUTTA
EUROPA È IN CORSO UN CALO DEMOGRAFICO PER DENATALITÀ, MENTRE LA POPOLAZIONE
MONDIALE CON ALTRE CULTURE CRESCE VISTOSAMENTE, RISCHIANDO DI TRAVOLGERE IL
VECCHIO CONTINENTE E DI CAMBIARNE GLI ASPETTI. LA BASILICA DI SANTA SOFIA DI
ISTANBUL, TORNATA MOSCHEA, POTREBBE ESSERE IL PUNTO DI SVOLTA IN TAL SENSO.
Tutti gli anni
l’Istat diffonde le notizie relative alla demografia d’Italia senza che si
registrino sostanziali novità: nascite sempre più giù, anziani in aumento,
fughe all'estero, aumento degli stranieri (in questo caso aumento minore
rispetto al recente passato). Nel resto d’Europa, da est a ovest, le cose non è
che cambino molto: ovunque è in corso un inverno demografico, tranne delle
eccezioni come Francia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Danimarca, ma non sono
le popolazioni locali determinanti nel permettere ogni anno ai nati di superare
in numero i morti. Le piccole Islanda, Slovacchia, Irlanda, che hanno poca
immigrazione, riescono a fatica ad avere un saldo positivo di popolazione.
L’Italia, come ho già detto, perde popolazione ogni anno: i morti superano i
nati di circa 200.000 unità e quest’anno è stato raggiunto il minimo storico di
nascite dall'Unità d’Italia, superando di poco le 400.000, di cui un 14% di
neonati ha entrambi i genitori stranieri (un calo di popolazione farebbe pure bene
se non fosse per il dislivello pochi giovani/molti anziani e per altri problemi
mondiali che sto per esporre). Al contrario, la popolazione dei paesi meno
sviluppati nel resto del mondo cresce a vista d’occhio: quella mondiale nel
complesso potrà raggiungere i 10 miliardi di individui tra pochi decenni,
dopodiché non crescerà più ed inizierà la fase calante. Fino ad allora però nel
globo si aggiungeranno più di due miliardi di individui, che nasceranno nella
stragrande maggioranza dei casi nei paesi extra europei e probabilmente molti
tra costoro si riverseranno nel vecchio continente, che verrà travolto, e il
suo sangue sarà cambiato.
In questi giorni
abbiamo assistito alla riconversione in moschea dell’antichissima Basilica
Ortodossa di Santa Sofia dell’antica Costantinopoli (l’odierna Istanbul), dopo
che era stata sconsacrata dal culto Islamico dal padre della Turchia moderna
Ataturk e trasformata in un museo. Le folle festanti ed esultanti dicevano che era
soltanto l’inizio e auspicavano che l’Islam si espandesse. La Turchia, nel
bilancio tra nati e morti, guadagna circa 800.000 abitanti ogni anno e le
comunità greche di religione cristiana ortodossa sono praticamente scomparse:
ad Istanbul erano il 30% della popolazione ad inizio ‘900, ma anche nelle zone
costiere turche c’erano comunità consistenti; dopo la guerra greco – turca
degli anni 1920 ci furono scambi di popolazioni tra le due nazioni belligeranti
e prima c’erano stati vari genocidi della popolazione greca della Turchia.
Costantinopoli era la seconda Roma, l’altra capitale dell’Impero romano e della
cristianità (che culminò nel grande scisma dalla Chiesa Romana del 1054), una
volta caduta in mano ottomana crebbe l’importanza della Russia (o meglio di Santa
Madre Russia) come grande potenza di religione Ortodossa e Mosca fu denominata
la terza Roma. Ora che la Russia è tornata una nazione devota, dopo decenni di
ateismo di stato, potrebbe far sentire potentemente la sua voce, nel caso che
le nazioni ortodosse fossero minacciate da Erdogan. Gli ortodossi non sono come
i cattolici e in questa questione di Santa Sofia si sono fatti sentire con
determinazione. Un’antica profezia dice che un giorno Costantinopoli tornerà cristiana.
Difficilmente ci
saranno in futuro guerre di religione, l’Islam auspica di penetrare in
occidente con la massiccia immigrazione e l’elevata fecondità, capendo le
debolezze occidentali: denatalità, buonismo e permissivismo politico. Già nel
1974, all'assemblea delle nazioni unite il presidente algerino Houari
Boumediene disse queste parole: “’Un giorno milioni di uomini lasceranno
l’emisfero sud per fare irruzione nell'emisfero nord. E non in modo amichevole.
Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. È
il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria” (quel giorno sembra
che sia arrivato) Qualche tempo fa dalla stessa Turchia esponenti del governo turco
auspicavano l’emigrazione di massa in Europa, invitando a proliferare il più
possibile. È il caso del Kosovo, il luogo storico dove è nata la nazione
serba: l’elevata fecondità dei kosovari, di fede islamica, sta facendo
estinguere i serbi. Rischierà di concretizzarsi l’antico sogno musulmano, cioè
fare di Roma la futura capitale dell’Islam, imponendole leggi e usanze in
contrasto con i nostri diritti e le nostre conquiste sociali che abbiamo
raggiunto con svariati sacrifici, con le basiliche di San Pietro, di San Paolo,
di San Giovanni e altre che rischieranno di fare la fine di Santa Sofia a
Istambul/Costantinopoli e ai pochi cattolici superstiti verrà lasciata qualche piccola
chiesetta. Per far sì che l’Italia e l’Europa continuino ad essere quello che
sono sempre state, bisognerà affidarsi a quelle formazioni politiche che promuovono
la salvaguardia e l’identità dei popoli europei, conservando culture e
tradizioni millenarie, e che non sono per le immigrazioni di massa e le facili
concessioni delle cittadinanze. Bisognerà promuovere la natalità e favorire l’immigrazione
di genti che ha origini del paese ospitante, tenendo sotto costante
monitoraggio altre forme d’immigrazione. Bisognerà altresì contrastare il
sovraffollamento mondiale, per far sì che si riducano i problemi della fame, e
gli stati in via di sviluppo possano decollare economicamente.
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