IMPRESSIONI SU BARI E
SU LECCE
Nella tarda mattinata di lunedì 6 gennaio,
l’ultimo giorno delle festività natalizie, dalla stazione centrale di Lecce mi
accingo a salire sul treno Freccia Bianca, direzione Roma Termini,
a conclusione di una breve vacanza tra Bari e Lecce. Man mano che il treno
accelera, spostandosi dall’entroterra salentino, sposto lo sguardo dal “Giornale”
al finestrino, dove all’orizzonte appare la costa pugliese, col mare pacato,
come il mio stato d’animo. Il mio bagaglio è riposto nell’apposito spazio
sovrastante, non è molto pieno, ma dentro di me il mio bagaglio di conoscenze e
di cultura è ulteriormente arricchito.
In questi pochi giorni di visita non so dire se
sia più bella Bari o se sia più bella Lecce, ognuna delle due città ha qualcosa
di caratteristico che la rende fascinosa ed attrattiva. Bari è molto più grande
di Lecce, è il capoluogo di regione della Puglia ed è caratterizzata dagli
eleganti teatri (il più importante è il Petruzzelli), dai luoghi di
culto, quasi gemelli, di San Nicola (basilica) e di San Sabino (cattedrale),
dal caratteristico lungomare, dal centro storico denominato “Bari vecchia”.
San Nicola è il patrono barese (originario dell’Asia Minore e le sue reliquie
venero trafugate dai marinai baresi, ispirati da un disegno divino) ed è venerato
in molte nazioni, comprese quelle di religione greco – ortodossa, tant’è
vero che nella basilica barese ci sono scritte persino in russo. Bari vecchia è
un paese nella metropoli, ristrutturata interamente e molto vitale: popolata
quasi interamente da baresi, tra le stradine e i vicoli ci sono negozietti di
generi alimentari, non schiacciati dagli imperi della grande distribuzione, ed altre
piccole attività commerciali eleganti (bar, ristoranti), botteghe di barbieri,
qualche artigiano, eccetera. Ovviamente le prelibatezze enogastronomiche
pugliesi sono da assaporare. Tutte le città delle Puglie hanno i loro castelli,
comprese Bari e Lecce: queste fortificazioni, spesso a scopo militaresco, erano
essenziali per proteggere le città esposte alle incursioni saracene. Le
influenze nelle varie architetture sono di stampo bizantino, svevo, normanno,
aragonese. La caratteristica principale di Lecce è lo stile barocco delle sue
chiese e delle sue architetture civili. Nella Piazza centrale ci sono i resti
di un grandioso anfiteatro romano ed ha alle spalle un edificio pubblico in
stile razionalista, tipico del ventennio fascista. Pensavo che il clima in
Puglia fosse un po’ più caldo rispetto al nostro in questo periodo, invece non
è così: è freddo – umido, a causa della presenza del mare a Bari e della
posizione di Lecce nella penisola salentina, che è priva di rilievi montuosi ed
è soggetta alle correnti dei mari che la circondano. In pieno giorno col sole,
con cappello di lana e con la sciarpa, non si suda. Posso dire che a Bari mi
sono trovato bene perché l’albergo dove alloggiavo era al centro e non ho avuto
difficoltà a trovarlo, mentre a Lecce è stato più complicato scovarlo perché
non era proprio a portata di mano, ma aveva qualcosa in più rispetto a quello
barese: ristorante a prezzi vantaggiosi per i clienti dell’hotel e partite di
calcio Sky direttamente in camera. Bisogna essere abili nelle prenotazioni ed
effettuarle con largo anticipo: ci sono molte strutture che lanciano offerte
con la formula del pagamento immediato ma “non rimborsabile”.
I pensieri del viaggio svaniscono all’arrivo
alla stazione di Roma, dove cambio treno, riuscendo a salire a fatica sul
regionale superaffollato che fa scalo a Cisterna. Nella calca del treno l’umore
si rattrista, rendendosi conto della fine delle spensieratezze festive e del
ritorno alla quotidianità, ma mi consola il fatto di non dover essere ammassato
sempre sui treni locali. Spero che non tutti i giorni si viaggi in quelle
condizioni.
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