IL 25 APRILE (ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE) E IL 1° MAGGIO (FESTA
DEL LAVORO) SONO DUE FESTIVITÀ NAZIONALI E LAICHE A CUI SI DEVE DARE MOLTA
IMPORTANZA, MENTRE NESSUNO RICORDA COME È NATA L’ITALIA COME STATO, NEL
COSIDDETTO RISORGIMENTO.
Il 25 aprile e il 1° maggio sono due festività nazionali, laiche a
cui si è tenuti a dare molta importanza e considerazione. Sono due ricorrenze
sentite particolarmente dal popolo che è politicamente simpatizzante per il
centrosinistra. D’accordo che la libertà e il lavoro sono due elementi
importanti da cui dipende il vivere bene degli esseri umani, ma se uno a cui non
interessa la politica osa dire che queste festività sono, né più né meno,
eguali agli altri giorni festivi che ci sono e sono solo una scusa per un lungo
ponte (se c’è vicina anche la Pasqua ancora meglio), apriti cielo. Se si dice
la stessa cosa del Natale, della Pasqua, del Ferragosto, del Capodanno, nessuno
contesta. Per tutti i giorni festivi ci saranno dei validi motivi se sono tali.
Io sono per il mantenimento di queste due feste, ma sono contrario
all'eccessiva esaltazione e alluso politico (specie del 25 aprile) che se ne
fa.
Anche il 2 giugno, la Festa della Repubblica, rischierà in futuro
di finire al pari delle altre due già citate massime solennità. Essa è l’unica
grande festa nazionale rimasta in piedi, in cui si ricorda la nascita
dell’istituzione repubblicana dello stato italiano. Mentre non c’è nessuna
festa e non si parla quasi mai di come il nome Italia a suo tempo non fosse più
considerato solo una tipica espressione geografica, rinascendo come entità
territoriale, come stato, nel periodo del cosiddetto Risorgimento.
Per il compleanno dello stato italiano dovrebbe esserci una grande festività
solenne, superiore a tutte le altre civili, con parata militare, frecce
tricolori, bandiere tricolori in ogni angolo delle città e dei paesi, storia risorgimentale
in televisione. Ci sarebbero diverse date a disposizione: 17 marzo (quando
nel 1861 a Torino fu proclamato il Regno d’Italia ancora incompleto), 20
settembre (nel 1870 ci fu la presa di Roma, che divenne capitale, concludendosi
così la prima parte dell’Unità d’Italia), 4 novembre (nel 1918 fine Prima
Guerra Mondiale e unione all’Italia dei territori che ancora mancavano).
Un tempo il 4 novembre era festivo, oggi invece è un giorno feriale in cui c’è
la festa delle forze armate italiane. Si tende a sminuire il processo politico
e militare che fece della penisola italiana dopo millenni, in cui tutti la
sottomisero, con l’assenso e gli interessi dei vari monarchi, nobili locali e
papi, un unico stato. Nelle rivoluzioni del 1848 gli stati provvisori e
indipendenti che si crearono in Italia avevano per bandiera il tricolore
italiano. Quella fu una grande rivoluzione voluta da tutti gli italiani
dell’800, del nord e del sud, che avevano contro quasi tutta l’Europa di
allora, formatasi col Congresso di Vienna del 1815 (qualche alleato europeo che
aveva a cuore la Causa italiana il Conte Cavour, grazie alle sue manovre
di tessitore, lo trovò, anche se dietro c’erano interessi, come per la Francia
di Napoleone III).
Oggi se si parla del Risorgimento, se ne parla solo per
denigrarlo, per sminuire la grandezza di quell'impresa. Dopo oltre 150 anni
sono sorti dal nulla alcuni movimenti neo borbonici con le loro teorie, spesso menzognere.
È vero che dopo il 1861 ci furono dei problemi, soprattutto al sud, il quale si
aspettava nell'immediato sviluppo ed equità sociali, con guerriglia da parte
dei briganti manovrati con promesse dagli ex regnanti, e dura repressione
dell’esercito, ma alla lunga anche il sud guadagnò con l’Unità d’Italia
(riduzione dell’analfabetismo, scuole, ferrovie, strade), riducendo la
tradizionale arretratezza a cui da sempre era sottoposto. Senza Unità d’Italia
oggi il nord sarebbe ancor più ricco e il sud ancor più povero, come concordano
molti autorevoli storici meridionali.
Parlando qui diverse volte del 25 aprile e scrivendo che se i
partigiani, che liberarono le città del nord poco prima dell’arrivo degli Alleati,
avessero atteso che arrivassero gli stessi senza fare nulla, probabilmente
molte stragi nazifasciste non ci sarebbero state (forse non tutte); ora
riprendendo l’argomento, confrontando due fasi storiche (25 aprile,
Risorgimento) e, analizzando bene, anche dopo il 25 aprile 1945 ci furono gli
stessi problemi, come dopo il 1861 nel sud, e altro sangue fu versato,
soprattutto sopra gli sconfitti. Per dire che ogni momento della storia che uno
ritiene positivo ha i suoi risvolti oscuri e negativi. Bisogna guardare il lato
positivo: uno stato italiano libero ed indipendente era sorto dopo circa 1400
anni e coi decenni le condizioni di vita del popolo un po’ migliorarono. Negli
Stati Uniti d’America c’è la grandissima ricorrenza del 4 luglio, in cui si
ricorda come sia nata la nazione, che nel 1776 proclamò l’indipendenza dalla Gran
Bretagna e che divenne ufficiale dopo sei anni di guerre. Sarebbe bello
anche in Italia trovare una data per il suo compleanno tra le tre proposte
precedentemente.
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