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La festa della Madonna del Soccorso 2020
La tradizionale festa della Madonna del Soccorso, con la sua
immensa partecipazione popolo, quest’anno, a causa delle note vicende
Coronavirus, non ha avuto luogo. C’è stato soltanto un piccolo corteo, con un
piccolo quadro e pochissime autorità civili e religiose presenti, il quale è
arrivato sino al Monte della Ginestra, dopo c’è stata la solita messa del
Vescovo con la tradizionale offerta dei ceri, questa volta però a porte chiuse.
Naturalmente i numerosi devoti sono stati presenti virtualmente, in cuor loro,
pregando affinché tutto finisca, ricevendo nel pomeriggio la visita, sotto casa,
del quadro della Madonna che veniva portato in processione gli anni passati. Ironia
della sorte questa processione nacque proprio, negli anni successivi
all’apparizione della Madonna alla fanciulla Oliva cinquecento anni fa, come
voto, per chiedere la fine d’una pestilenza. Ci saranno state altre occasioni
nel corso di questi cinque secoli che questa processione non si è svolta, a
causa di guerre e di altro. Ormai vanno scemando le dure restrizioni sul
confinamento e qualcuno in giro comincia a vedersi, seppur con delle regole da
rispettare, è stato così anche la domenica della mancata festa: un segno nel
giorno della solennità verso il lento ritorno alla normalità, fino ad arrivare
alle masse che affolleranno nuovamente le strade in occasione delle prossime
feste della Madonna del Soccorso, particolarmente (si spera) per il 500°
anniversario. Si vedranno ancora quei volti conosciuti che capita solo di
vedere una volta l’anno, quando, per la Festa della Madonna, coresi
vicini e lontani ritornano; come in passato si cercheranno, chiedendo aiuto
dall’alto, dei segni che indirizzeranno i tentennamenti della vita in un modo
piuttosto che in un altro, anche se poi, ci si affida più ai propri
ragionamenti e alla logica per effettuare delle scelte.
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La vicenda di Silvia Romano
Ha creato scalpore la vicenda di Silvia Romano, la volontaria
rapita in Kenya un anno e ½ fa che è stata liberata ed è tornata coperta da un
abito islamico, dischiarando di essersi convertita all’Islam. Ci sono tanti
lati oscuri in questa faccenda che si spera verranno fuori, più importanti del
pagamento (o presunto tale) del riscatto. Premetto che mi fa piacere che si sia
salvata e che ognuno è libero di effettuare le scelte che vuole nella propria
vita, anche dal punto di vista religioso, basta che non rechino danni al
prossimo. La conversione di questa donna non è avvenuta per libera scelta, ma
attraverso le pressioni di terroristi sanguinari; le immagini di lei che arriva
conciata in quel modo, con le alte cariche dello stato che la ricevono, avranno
fatto il giro del mondo, mandando segnali di un occidente in declino, senza né
ideali né valori, per la goduria dei terroristi e degli altri fanatici
islamici, che pregustano ulteriori conquiste.
Per cui ritengo che il Capo del governo italiano e il suo Ministro degli
esteri avrebbero dovuto ben guardarsi di andare a riceverla in aeroporto alla
luce dei riflettori, meglio sarebbe stato incontrarla in privato dentro i
palazzi del potere. Ci sono dei pareri discordanti su questa conversione tra i
ministri della Chiesa: c’è chi la giustifica, ritenendola il solo modo per
alleggerire le durezze della prigionia, c’è chi invece ritiene che il cristiano
convinto preferisca il martirio al rinnegamento della propria fede, come hanno
fatto i molti martiri cristiani dichiarati santi. Ricordiamoci anche di
Fabrizio Quattrocchi che uccisero in Iraq ed egli non rinnegò la propria patria
e la sua fede.
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Il lavoro in agricoltura e le regolarizzazioni dei lavoratori
Ci sono stati molti
pareri di disaccordo, anche da esponenti del settore interessato, nel nostro
caso quello agricolo, sul decreto del governo che prevede la regolarizzazione
di immigrati arrivati illegalmente sul territorio italiano per impiegarli in
agricoltura. In un periodo in cui migliaia e migliaia di italiani sono alla
fame o quasi, si legittima l’illegalità migratoria, sdoganandola sempre di più (una buona pubblicità per nuovi arrivi di massa),
e giungendo ad un generale ribasso dei salari. Allora a cosa servono le leggi
sull’immigrazione e sul lavoro? Ancora una volta il M5S mette da parte i principi di legalità su cui si fondava per non perdere le poltrone. In periodi normali, per colmare la carenza di
manovalanza agricola, giungevano legalmente dei lavoratori stranieri che
andavano via al termine delle varie raccolte. Oggi, per l’emergenza che
viviamo, gli spostamenti sono molto limitati, ma si sta provando a farli
ripartire per il necessario (come in questo caso), per cui hanno ritenuto
opportuno ricorrere alla citata legge, pure con la speranza di stroncare il
dramma del caporalato e dello sfruttamento. Avrebbero potuto valutare prima
quanti italiani che hanno bisogno (finora sono molti coloro che si sono
interessati) e quanti immigrati regolari, che hanno perso i lavori, sarebbero
stati disposti ad andare a lavorare nei campi e mandarci i percettori del
cosiddetto “reddito di cittadinanza”, poi se fossero avanzati dei posti
si sarebbero valutate altre opzioni. Secondo me il caporalato e lo sfruttamento
non cesseranno, considerando che per queste regolarizzazioni ci vogliono
centinaia e centinaia di euro, aggiungendo il giusto salario e il giusto tempo
lavorativo per un lavoratore sfruttato, la maggioranza degli sfruttatori per
risparmiare continueranno di nascosto ad aggirare la legge, con l’apporto di
altri stranieri irregolari che continuano a giungere indisturbati. Non
dovrebbero esserci sanatorie per coloro che hanno sfruttato e sono stati
denunciati. Bisognerebbe avere la determinazione per effettuare minuziosi
controlli, così come hanno fatto in queste settimane sulle città che dovevano
rimanere deserte.
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