DA UN ANNO A QUESTA
PARTE NON SI PLACA IL DIFFONDERSI DEL COVID, TRA LE SOLITE CHIUSURE,
RIAPERTURE, RICHIUSURE, TRA PROTESTE, CRISI ECONOMICHE E DEMOGRAFICHE. SI
INTRAVEDE UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL GRAZIE AI NON SICURI VACCINI? CHIEDERANNO I DANNI ALLA CINA?
Ormai è più di un
anno che questo coronavirus ci perseguita e tutti si sono abituati alle regole
per tentare di evitarlo. A me mancano, oltre alle consuete letture dei giornali
al bar, con qualche chiacchiera con i conoscenti, quegli svaghi che mi
concedevo, pure se non spessissimo, come le visite alle città d’arte italiane,
tra storia, cultura ed enogastronomia, le grandi partite di calcio allo stadio
a Roma, quelle piccole a Cori, i viaggi lunghi in auto, mentre ascoltavo i
dischi preferiti. Resisto, per far sì che si ritorni al più presto alla vita precedente
per tutti noi. Ci stanno esasperando questi valzer: tra colori delle regioni,
chiusure, riaperture e via dicendo. L’Italia, a differenza degli altri grandi
paesi europei, per limitare i danni economici ha deciso di non effettuare più
la chiusura totale, come avvenne nei due mesi primaverili dello scorso anno, ma
seleziona il suo territorio ed impone chiusure, rigide e leggere, in base al
numero degli infettati. I ristoratori, i baristi e gli altri commercianti non
alimentari o non farmacisti, nonostante lavorino parzialmente e non siano più
obbligati alla chiusura, sono le categorie più colpite dal crollo
dell’economia; molti di loro sono stati costretti ad alzare bandiera bianca e
nei loro vecchi negozi ora c’è il cartello “Affittasi”, quando un anno
fa c’era l’augurale ed ottimistica scritta “andrà tutto bene”. Probabilmente quei locali vuoti si
riempiranno di attività cinesi (proprio loro che hanno devastato il mondo),
bengalesi e altre straniere che, cambiando spesso ragione sociale, riusciranno
ad evitare le salate tasse. Ci sono coloro tra i commercianti nostrani che non
si arrendono e scendono in piazza con determinazione per protestare contro le
restrizioni. È fin troppo facile per chi ha un’entrata economica sicura,
indignarsi per queste proteste e dire che per il bene di tutto bisogna fare
ancora dei sacrifici.
Intanto l’Istat certifica
il disastro economico (in primis il debito pubblico alle stelle),
l’impoverimento delle famiglie e l’aggravarsi della crisi demografica italiana.
Nel corso del 2020 sono stati stabiliti dei record negativi (tanto per
cambiare) per quanto riguarda le nascite e positivi per i decessi. Lo scorso
anno ci sono stati oltre 700.000 morti in Italia, superiori di 100.000 rispetto
alla media dei trapassi degli anni scorsi. Il Coronavirus ha influito
sicuramente: è un duro colpo per negazionisti che dicevano che i morti per
covid, sarebbero deceduti comunque in futuro, poiché avevano altri problemi di
salute. Tra le vittime di questa influenza cinese ci sono stati molti soggetti
a rischio, ma anche qualcuno che non aveva nessun tipo di patologia. Le nascite
italiane 2020 hanno toccato un nuovo minimo storico, ma il virus per me c’entra
poco: esso esplose a marzo, quando i concepimenti per il 2020 erano ormai cosa
fatta; anzi forse all’inizio di quest’anno c’è stata qualche nascita in più,
frutto delle famiglie confinate in casa per lungo tempo. La nota positiva della
crisi demografica italiana è che ora i politici iniziano a preoccuparsi e si
stanno prodigando con politiche a favore della natalità: sta per essere
approvato dal parlamento un decreto che dovrebbe fornire aiuti economici, che
varieranno in base al reddito delle famiglie, ad ogni nuovo nato fino alla
maggiore età. In questo provvedimento non mancano contraddizioni, come le tasse
che colpiranno i redditi bassi, ma è già molto che hanno deciso di cominciare
ad affrontare questo problema e in futuro ci saranno ancora dei provvedimenti
al riguardo.
Da qualche mese a
questa parte stanno effettuando delle vaccinazioni di massa per estirpare il
famigerato virus: quegli antipodi sono stati trovati troppo presto, in fretta e
furia, e non sono efficaci al 100%, potrebbero esserci degli effetti
collaterali pericolosi; è proprio vero quel vecchio detto: “la gatta frettolosa
fece i figli ciechi”. Tutto sommato, anche se ci sono delle controindicazioni in
questi improvvisati rimedi, già è tanto che la luce in fondo al tunnel inizia a
vedersi. La responsabile di questa tragedia mondiale, la Cina, se l’è cavata
con poche vittime (poche confrontate con la popolazione totale) e da tempo è
ripresa la vita normale; se essa non avesse tenuto nascosto il micidiale virus
per mesi, si sarebbero potute attuare delle misure preventiva in tutto il
mondo. Avranno tutti il coraggio di chiederle il risarcimento danni?
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