L’IMMIGRAZIONE ILLEGALE, CON LE NAVI ONG CHE ATTENDEVANO, NON SI ERA MAI ARRESTATA: MENTRE CON DRAGHI NON SE NE PARLAVA PIÙ, DA POCHE SETTIMANE, DA QUANDO È TORNATA LA DESTRA AL GOVERNO, OCCUPA NUOVAMENTE LE PRIME PAGINE DELLO SPAZIO MEDIATICO.
Col ritorno della destra al governo sono partiti a razzo i mezzi
d’informazione con le solite massicce campagne di contrasto. I grandi media
nazionali ed internazionali quando c’era Draghi al governo, l’uomo delle
istituzioni, dell’Europa, dei poteri forti, erano tutti filogovernativi, non
dando molta importanza a delle questioni che oggi ingigantiscono a dismisura,
per cercare di mettere in cattiva luce, in Italia e nel mondo, il nuovo governo
di Giorgia Meloni. Un esempio di quanto esposto è stata la grande indignazione
mediatica per uno sgombro di un raduno illegale di giovani, in un capannone
abusivo e non sicuro, nel quale sarebbero circolati droga e superalcolici. Si
sta dalla parte degli abusivi, degli spacciatori, pur di andare contro questo
esecutivo. Inoltre si dà poca importanza alle minacce di morte, esposte
attraverso le scritte sui muri e ai manichini impiccati, rivolte verso qualche
membro della nuova classe governativa; se fosse accaduto a qualche esponente
dell’altra parte politica, apriti cielo!
La maggior questione che è tornata in auge dopo l’oblio nel quale
era piombata è il solito problema degli sbarchi illegali di immigrati privi di
documenti. Nonostante questi approdi quest’anno fossero aumentati
considerevolmente rispetto ai precedenti anni, quest’estate se ne parlava
appena, non mettendoli in primo piano. Pure allora c’era il problema delle navi
delle Organizzazioni non governative (ong), che attendevano qualche
giorno, qualche settimana, prima di avere l’autorizzazione ad attraccare nella
solita Italia (che doveva dire per forza sì, mentre gli altri paesi se rifiutavano
non c’era alcun problema), ma non era affatto uno scandalo, anche con i morti a
bordo. Uguale per coloro che una volta sbarcati venivano lasciati liberi di
commettere atti di criminalità e di terrorismo, come nel caso dell’attentato ad
una chiesa in Francia: ci fu poco clamore mediatico. Ora si sta tornando ai livelli
mediatici, sul tema degli sbarchi illegali, di quando Salvini guidava il
Ministero dell’interno nel Governo Conte I. La nota positiva di quel periodo
era che gli sbarchi e i decessi in mare diminuirono di parecchio.
Tornando ad oggi, si sta dando risalto a quelle nazioni che fanno
la morale all’Italia sull’accoglienza e che allo stesso tempo se ne guardano
bene di far entrare nelle loro terre quei profughi: blindano le loro frontiere
e si rifiutano di accogliere le loro navi ong; una nave tedesca, francese,
norvegese è territorio di Francia, Germania, Norvegia, paesi che dovrebbero
essere il primo approdo dei naufraghi. Nonostante queste ong, le quali puntano
per forza all’Italia, snobbando i porti più vicini del Nordafrica, la stragrande
maggioranza degli approdi di immigrati irregolari nelle coste italiane avviene
in modo autonomo o con l’ausilio delle motovedette nostrane e costoro vengono
tutti accolti. Di conseguenza il governo si sta impegnando molto di più dei
precedenti alfine di bloccare finalmente questa inumana tratta, fonte di
profitto per molti, lasciando aperto il canale dell’immigrazione legale, in
base alle esigenze e alle possibilità.
Sarà importante per l’Europa rimuovere, attraverso vari aiuti, le
motivazioni che spingono tali popolazioni ad andarsene dalle loro terre. Coloro
che cercano di partire fanno parte delle classi più colte e diciamo pure più
benestanti: loro dovrebbero impegnarsi, chiedendo l’aiuto ai paesi più evoluti,
nel rilancio e nello sviluppo dei loro territori, allontanando dal potere i
governanti locali che non vogliono che accada ciò, detenendo quasi interamente
le ricchezze in quei determinati stati.
Insomma, l’immigrazione via mare, con tutto quello che la contorna, è un argomento affrontato fino alla nausea, tra le colombe dell’accoglienza incondizionata e i falchi delle rigide regole, ma, mediaticamente, cade nel dimenticatoio o è un tema di primissimo piano a seconda dei momenti politici che si vivono.
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