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lunedì 1 giugno 2009

16) RIPERCORRENDO LA VIA DELL’IMPERO




Da pochi anni in occasione del 2 giugno, anniversario della nascita della Repubblica Italiana, sono state ripristinate la festività nazionale e la parata militare su Via dei Fori Imperiali a Roma: la strada che da Piazza Venezia conduce al Colosseo. In quella strada sono collocate le rovine dell’antica Roma e a Piazza Venezia c’è l’Altare della Patria o il Monumento al Milite Ignoto, inizialmente intitolato a Vittorio Emanuele II di Savoia (il monumento del Vittoriano) considerato il Padre della Patria, esso è l’emblema patriottico dell’Italia di oggi: sorto tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento con non poche polemiche, sia perché si ritenne e si ritiene che stoni con i resti di Roma antica, sia perché per edificarlo furono abbattute molte abitazioni e chiese medioevali. Piazza Venezia è la piazza che fu cara al Regime Fascista, a Palazzo Venezia c’era l’ufficio di Benito Mussolini, spesso si affacciava dal balcone per tenere i suoi grandi discorsi, con le folle oceaniche assiepate che ascoltavano osannandolo; su Via dei Fori Imperiali anche allora avvenivano le parate militari, quella strada era denominata Via dell’Impero, non solo per rimembrare i fasti di Roma antica, ma anche per celebrare il nuovo impero, sorto “sui colli fatali di Roma”, con la conquista dell’Etiopia e imperatore fu proclamato Vittorio Emanuele III, già Re d’Italia. La dinastia dei Savoia che unificò l’Italia nella seconda metà dell’ottocento era una dinastia francese, divenuta piemontese e infine divenuta romana; quando Roma fu scelta per capitale, la città attraversò ovviamente anni di ammodernamenti, di cambiamenti e di trasformazioni urbanistiche: con i Savoia e con il Fascismo. Il 17 marzo 1861 fu proclamato a Torino il Regno d’Italia, anche se in quel momento rimanevano fuori dal Regno le tre Venezie e Roma, futura capitale, furono così cancellati 1400 anni di vergogne, di umiliazioni, di dominazioni straniere, di smanie di potere, di grandezza e di ricchezza di nobili nostrani, di papi e di cardinali: motivo per cui secondo il mio parere il 17 marzo dovrebbe essere festa nazionale, come un tempo, la festa dell’Unità d’Italia, più importante del 2 giugno, la festa in cui si ricorda la forma di governo istituzionale d’Italia. I Savoia con 20 anni di dittatura fascista, con una terribile e disastrosa guerra si giocarono il Trono d’Italia; guerra voluta per l’egemonia di potere sul mondo della Germania nazista e del Giappone imperiale, con i quali l’Italia si schierò per avere la propria parte di bottino, sicura della loro vittoria, per rivivere ancor di più le glorie della sua Roma, ma i fascisti non capirono che quando iniziò l’alleanza con i nazisti tedeschi finì l’autonomia italiana ed essi divennero loro succubi. Oggi per le conseguenze di quella guerra la nostra Italia ha perso la propria autonomia, è schiava degli Usa e la sovranità nazionale l’ha perduta ancor di più con l’Unione Europea: allora non vi sembrano uno sfregio le forze armate di Roma, capitale di un’Italietta, che sfilano lungo la Via dei Fori Imperiali, dove anticamente sfilavano le legioni di Roma padrona del mondo?





Far parte dell’Unione Europea ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi: preferirei che fosse un’unione per favorire l’economia e gli scambi commerciali ma non voglio che si faccia il grande stato europeo. Pure far parte della Nato ha i suoi vantaggi: facendo parte della più grande alleanza militare del mondo non verremo mai attaccati dalle altre nazioni pazzerelle, perché sono timorose della nostra superiorità; con la fine della Guerra Fredda è stato scongiurato l’incubo di una guerra totale e nucleare e la pace è garantita. Le insidie oggi non arrivano più dai singoli stati ma da gruppi terroristici: ogni tanto bisogna impiegare i soldati delle forze Nato per sconfiggerli e per garantire la sicurezza e la stabilità nelle nazioni dove c'è quel problema. Tornati a casa i militari sfilano a Roma, in occasione della Festa della Repubblica, dinanzi al Cesare di oggi (Napolitano o Berlusconi?), in una nazione che cerca di ritrovare un orgoglio patriottico e nazionale per troppo tempo dimenticati, nonostante i forti movimenti autonomisti e regionalisti del paese. La Roma di allora cadde per le invasioni barbariche, l’Italia di oggi farà la stessa fine con le ondate migratorie? Oppure dopo l’era monarchica e l’era repubblicana arriverà anche per noi un impero, come avvenne per Roma antica? Ma fare quei paragoni è un’utopia perché oggi tutto il mondo è un unico villaggio globale di cui sappiamo tutto, comincia ad andarci stretto e sentiamo il desiderio di esplorare sempre più l’universo per cercare altri pianeti abitati. Tornando sulla Terra, io appassionato di musiche e marce militari, vi faccio godere quest’inno della Brigata Sassari di stazza nell’isola della Sardegna: quell’isola fu il nucleo originario d’Italia, che i Savoia barattarono con gli austriaci in cambio della Sicilia; quando Napoleone invase il Piemonte il Principe Vittorio Emanuele I fuggì in Sardegna, che non fu occupata, dopo la Restaurazione la capitale del Regno tornò ad essere Torino, ma il nome del Regno cambiò in “Regno di Sardegna”, i Re di Casa Savoia che salivano al trono assumevano il titolo di Re di Sardegna e poi con l’Italia unita assunsero il titolo di Re d’Italia. Dei reparti dell'esercito italiano portano ancora la denominazione del Regno di Sardegna: le caserme della Brigata Meccanizzata Granatieri di Sardegna, ad esempio, sono dislocate in tutta l'Italia centrale e non c'entrano nulla con la Sardegna, se non con lo scudetto della Brigata: i quattro mori decapitati e fasciati, simbolo della vittoria dei sardi sugli arabi che tentarono di occupare l'isola, con al centro una granata. Quell’isola è un po’ staccata dall’Italia perciò non mancano movimenti separatisti, ma sono poca roba; nella vicina Corsica, che appartiene alla Francia, il sentimento separatista è più forte: fa parte d’Italia geograficamente, se ne facesse parte anche politicamente la spinta separatista sarebbe minore.




PARATA AI FORI IMPERIALI


All’ombra dei Fori imperial,
orgoglio e pregio, dall’altar
dell’Italia e della sua capital,
ecco, appare la parata militar!

E le folli col cuor alla man
nel vento, è l’Italo tricolor,
si riconoscono vere Italian,
con politici di tutti i color!


Via, “La marcia degli eroi”:
“bersaglier!” “Folgore” grida,
con i vari reparti e inni poi
si rifinisce la nazional gita!


Al caduto di ieri un pensier
va, e oggi si rischia la pelle
per miseri popoli: è dover
dar speranze vitali più belle!



Gli angeli le legioni del ciel
sono; l’angelo umano audace
è, del sogno è custode fedel:
quel sogno chiamato pace!


Andrea Lucarelli (giugno 2004)

4 commenti:

  1. #1 03 Luglio 2009 - 11:01

    Del tutto in disaccordo quando parli di sovranità e Nato.

    Da come la vedo io oggi è impossibile avere una sovranità essendo una piccola nazione (e qui mi pare anche tu sia d'accordo), ma servono alleanze regionali.
    Serve l'Europa.
    E non un'Europa economica, come è ora, europa dei banchieri e sottomessa agli Usa e la Nato, bensì un'Europa Potenza, politica e militare che possa dire la propria in ambito internazionale.

    Poi far parte della per scongiurare attacchi terroristici è proprio sbagliato, alla fine l'attacco terroristico per eccellenza non l'hanno fatto proprio agli Usa?
    Ma a parte quello, su cui esistono forti dubbi, la Nato serve proprio per toglierci quella sovranità che invece avremmo se avessimo un ruolo geopolitico vero e non sottomesso agli Usa.

    ciao
    partito

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  2. #2 03 Luglio 2009 - 11:04

    "Poi far parte della Nato per scongiurare attacchi...."

    era saltato Nato
    partito

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  3. #3 03 Luglio 2009 - 18:45

    Hai frainteso: non ho scritto che far parte della Nato significa scampare ad azioni terroristiche, ho scritto che significa scampare ad attacchi da parte di altre nazioni. Le azioni terroristiche non riguardano le entità statali di quegli stati, riguardano i gruppi di terroristi che tentano di rovesciare i governi nei paesi dove sono annidati e che vorrebbero compiere azioni eclatanti in occidente.

    Anluc

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  4. #4 04 Luglio 2009 - 09:42

    Si il discorso non cambia, o si riduce al "Stiamo dalla parte di chi comanda e quindi siamo sicuri".
    Un pò come dire, "tengo famiglia"
    partito

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