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lunedì 8 giugno 2009
17) CAMBIO DELLA GUARDIA ALLA CHIESA DEL MONTE
Cori forse è una piazza difficile per un prete: vuoi per un forte sentimento anticlericale diffuso, vuoi per la secolarizzazione, che non è solo un problema corese. Per riallacciarmi al discorso dell’anticlericalismo corese dell’11) PROCESSIONE DEL SOCCORSO, quando dissi di un certo anticlericalismo propagato, in quanto i preti erano visti come amici dei padroni, aggiungo che erano malvisti pure perché detenevano il potere: Cori faceva parte dello Stato Pontificio. (un proverbio corese diceva: prèviti, frati e pàssari come i vidi mmàzzai; traduzione: come vedi i preti, i frati e i passeri ammazzali) Leggendo un saggio di Tullio De Mauro si narra che i coresi divennero tutti repubblicani quando durante i motti del 1848 il Papa Pio IX fuggì a Gaeta e fu proclamata
Nonostante la forte avversione verso i clericali molte famiglie cercavano di far entrare i loro figli, o qualcuno dei loro numerosi figli, nei semiari per poter loro garantire un futuro, per studiare e per sfuggire alla durissima vita dei campi, come diceva un altro proverbio corese: “chi ‘n tè voglia de laorà o frate o sbiro se va ffa’” (chi non ha voglia di lavorare diventa frate o sbirro); non era semplice entrare allora nei seminari in quanto le domande di accesso erano numerosissime. Se oggi lo sbirro (poliziotto o carabiniere) è divenuto un mestiere rischioso si, ma ambito, perché con la precarietà è percepito come un posto lavorativo fisso vitalizio, per cui c’è una durissima selezione; al contrario, avendo tutti la pancia piena e essendo cambiate le mentalità, se qualcuno decide di entrare in seminario non penso trovi molti ostacoli: prete ancora qualcuno si fa, perché è guardato dalla gente come una figura importante per i battesimi, per i matrimoni e per i funerali, ma frate non si fa quasi più nessuno, quei pochi che lo diventano se lo sentono veramente. I sacerdoti di oggi sono più deboli rispetto a quelli del passato: qualche volta succede che si lasciano attrarre dagli scintillii esterni della nostra società e lascino l’abito, ma sono solo una piccolissima percentuale. Se il Vaticano consentisse il matrimonio dei sacerdoti non ci sarebbero più abbandoni e neanche ci sarebbero più alcuni casi isolati di pedofilia; scusate, gli apostoli di Gesù Cristo non erano sposati?
Nel nostro mondo occidentale qualcuno non ha più bisogno della religione: si sposa in comune e quando arrivano i figli non li fa battezzare, fortunatamente queste persone si contano sulla punta delle dita, ma se la cosa dovesse ingrossarsi che fine faremo noi, con le nostre tradizioni, con il nostro sangue, con la nostra cultura e con la nostra memoria? Non è tanto una questione politica di sinistra:
A parte la politica, una volta mi fu riferito che quando uno è un assiduo frequentatore delle messe o delle associazioni cattoliche dovrebbe stare sereno, tranquillo, dovrebbe avere una pace interiore, dovrebbe essere superiore alle chiacchiere di paese, non dovrebbe farsi prendere da stupide ripicche, da stupide scaramucce e non dovrebbe stare sempre sul “chi va là”. Non so ora quale futuro attenderà don Angelo Bonaiuto a Cori, ma non posso che augurargli un buon lavoro nella chiesa di San Pietro e Paolo al Monte, edificata nel
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#1 13 Giugno 2009 - 22:16
RispondiEliminaOggi si è insediato il nuovo parroco di Cori Monte don Angelo Bonaiuto al termine della messa presieduta dal Vescovo Petrocchi, presenti pure molti sacerdoti di Cori e della diocesi di Latina. La messa è durata più di due ore, la gente era tantissima, assiepata ed accalcata in ogni angolo della chiesa, proveniente da Cori e da Bassiano, la parrocchia precedente del nuovo parroco, con conseguente gran caldo; presenti il sindaco di Cori che ha tenuto un discorso, gli sbandieratori e i costumanti del Carosello Storico, ma cosa c'entravano? L'omelia del Vescovo come al solito è stata molto pesante per noi "comuni mortali", teologia inzuppata da troppa filosofia, da troppa psicologia, non so forse l'avrà apprezzata e seguita chi era comodamente seduto, ma uno che stava in piedi, con la gente gomito a gomito e con il sudore che scendeva dalla fronte non era molto concentrato e propenso nell'ascolto. E' stato molto interessante invece il discorso tenuto da don Ottaviano Maurizi in ultimo, l'autorità clericale dell'altra parte di Cori, che si è riscaldato ed infuocato molto quando ha predicato, ha ricordato i sacerdoti della parrocchia di San Pietro e Paolo che egli ha conosciuto nei suoi 56 anni di permanenza a Cori, don Luigi Nardini, don Gianni (presente alla cerimonia) e don Fabio, uno dell'anteguerra morto durante i bombardamenti, ha dimenticato però di citare don Antonio Pistilli, anch'egli morto durante i bombardamenti, che era parroco della chiesa che sorgeva dove è presente la chiesa di oggi. Dei pensieri partiocolari e delle preghiere sono stati rivolti a don Fabio più volte durante la messa; ovunque sia adesso spero che leggerà queste poche righe, così potrà rendersi conto dell'affetto riservatogli dalla sua gente. Hanno parlato pure don Luigi, che ha trainato la parrocchia in questi mesi e ovviamente il nuovo parroco, il quale ha prestato il giuramento al Vescovo e gli sono state consegnate le chiavi della chiesa. Chissà che cambiamenti, che streavolgimenti nella sua vita nel dover affrontare cose nuove che non si conoscono e lasciare il vecchio: chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova. Non so che tipo di persona sia e come si comporterà: ora è troppo presto per parlarne, soprattutto per me che non l'avevo mai visto e sentito prima. La serata si è conclusa con un grande rinfresco nelle sale dell'oratorio ed anche lì non ci si entrava per la moltitudine di gente presente: un po' dappertutto, ma soprattutto a Cori quando si mangia a sbafo accorrono tutti in massa.
Anluc