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martedì 18 dicembre 2012

165) L’80ESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI LITTORIA


IL 18 DICEMBRE 1932 NACQUE LITTORIA



Il nostro capoluogo di provincia oggi compie 80 anni: il primo nucleo di abitazioni a ridosso dell’odierna “Piazza del Popolo”, in località “quadrato”, nacque infatti ufficialmente il 18 dicembre 1932 alla presenza del Duce e dopo sei mesi di lavoro dalla posa della prima pietra, avvenuta il 30 giugno del medesimo anno. I primi edifici, in stile razionalistico e futurista, furono progettati da Oriolo Frezzotti. La bonifica delle Paludi Pontine, malsane e infestate dalle zanzare anofele, portatrici della malaria, e che si estendevano da Cisterna a Terracina, fu diretta dal commissario governativo Valentino Orsolini Cencelli: fu un’operazione molto imponente e dal punto di vista ingegneristico grandiosa, perfino per i nostri tempi. Nell’epoca dell’antica Roma la palude era stata in parte bonificata ed erano presenti lungo la Via Appia degli agglomerati urbani di modeste entità, poi con le invasioni barbariche tornò l’acquitrino, così i pochi abitanti del luogo si rifugiarono sui paesi arroccati nei monti: erano ritenuti più sicuri per sfuggire alle scorribande dei barbari prima e dei saraceni dopo. Nel Medio Evo e nel Rinascimento alcuni papi tentarono nuovamente la bonifica senza successo. Il luogo era selvaggio e suggestivo, per cui divenne rifugio sicuro di briganti ricercati, oltre che zona di caccia per i nobili romani, ospiti della famiglia Caetani, proprietaria del feudo dove era presente la palude. Il poeta tedesco Goethe definì le Paludi Pontine il luogo più selvaggio e affascinante d’Europa.



Il Regime fascista si mise in testa di mutare la malsana, mortifica ed inospitale palude in terra fertile da destinare all’agricoltura e come disse Mussolini: “quello che per venticinque secoli tentarono invano ora è realtà!; Prima per trovare un po’ di terra da coltivare dovevamo attraversare un oceano, ora è qui, a mezzora da Roma!” Furono scelti i coloni veneti, friulani ed emiliani dell’Opera Nazionale Combattenti per popolare e coltivare quelle nuove terre. Per conservare una parte dell’antica palude venne creato il Parco Nazionale del Circeo. Dopo Littoria nacquero, in sequenza, le città di Sabaudia, Pontinia, Aprilia e Pomezia, oltre ai piccoli borghi chiamati con le denominazioni geografiche (monti e fiumi) dove si erano combattute le grandi battaglie della Prima Guerra Mondiale: Piave, Isonzo, Carso, Bainsizza, Montello, Sabotino, Grappa, Faiti, Podgorica, Flora, San Michele, Santa Maria, San Donato, Vodice, Ermada. La nuova provincia di Littoria fu istituita nel 1934, a spese di quella di Roma, comprese, oltre ai nuovi paesi, a nord quelli antichissimi dei Monti Lepini e a sud quelli di ascendenza campana. I centri dell'Agro Pontino erano stati concepiti come agricoli, rurali, dopo la Seconda Guerra Mondiale conobbero un notevole sviluppo industriale, cambiando i connotati delle giovani cittadine, le quali divennero poli attrattivi dal Sud Italia. All’inizio Littoria aveva circa 10.000 abitanti, oggi Latina ne ha quasi 120.000: è la seconda città del Lazio per popolazione.


Quella che per millenni fu terra inospitale e malsana, oggi è una terra florida e prosperosa in tutti e tre i settori produttivi (primario, secondario e terziario) che dà molte opportunità d’impiego, anche se in tempi recenti le occasioni iniziano a restringersi. Latina è un centro ideale, non lontanissimo, a poche decine di minuti per noi, dove c’è tutto: non è né immenso e né caotico come Roma, né troppo modesto; tant’è vero che alcuni romani, stanchi della vita eccessivamente stressante della metropoli, vi si stabiliscono, trovando la città perfetta per i loro gusti. Vi si stabiliscono altresì, nei quartieri residenziali, molti abitanti originari dei piccoli paesi dei monti limitrofi, che hanno raggiunto delle elevate posizioni sociali. È stata quindi una buona cosa per l’intera collettività la creazione di Littoria (Latina), capoluogo dell’odierna provincia che recentemente ha rischiato la soppressione, o meglio l’accorpamento con la Provincia di Frosinone. Quello che negli anni ’30 del ‘900 fu realizzato, non credo che oggi sarebbe possibile realizzare, con tutti questi movimenti di opposizione che ci sono ora, coadiuvati dai mezzi d’informazione che danno loro manforte, a qualunque opera pubblica si proponga.


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