IL
POPOLO DELLA GRECIA CON CORAGGIO E DETERMINAZIONE HA PREFERITO ANDARE VERSO UN
FUTURO IGNOTO PIUTTOSTO CHE AVERE LA VITA PIÙ COMODA, AUMENTARE I DEBITI E FARSI MANGIARE DAI POLITICI E DAI BANCHIERI EUROPEI
E MONDIALI.
È stato grande il popolo greco nell’ultimo fine settimana nel dire
no al piano di rientro dei debiti, che il loro stato non è stato in grado di
pagare, proposto dell’Europa e del FMI. Negli anni passati i piani di austerità
imposti da un’Europa capeggiata dalla Germania non hanno prodotto grandi
risultati, se non quelli di impoverire sempre di più la nazione e far aumentare
la disoccupazione. Il Primo Ministro greco Tsipras ha preferito consultare il
suo popolo prima di sedersi da suddito al tavolo dei grandi d’Europa e
rispondere: “sissignori!” Infatti
egli ha dichiarato che il referendum istituito non era sull’Euro e sull’Europa: la vittoria del no gli servirà ad essere più forte quando si siederà al tavolo
dei potenti d’Europa. Quei potenti irritati per l’esito referendario non
vogliono più saperne della Grecia: spereranno che Tsiparas li implorerà
accettando tutto quello che dicono? Non si può pensare di estinguere i vecchi
debiti aprendone di nuovi: sarà un circolo vizioso che non avrà mai termine; in
quel vortice della finanza mondiale la Grecia ci entrò grazie all’Europa e all’Euro: ora
come farà ad uscirne indenne e senza essere schiavizzata? Dovrà cercare l’aiuto
della Russia o della Cina?
Storicamente la
Grecia, se escludiamo il periodo florido dei tempi
antichissimi, è sempre stata una nazione povera, il turismo in parte la salva:
ha accettato la scommessa europea per decollare economicamente ed ha fallito,
mentre le nazioni guida dell’UE sono ingrassate sempre più (le stesse
analogie si possono riscontrare nella Spagna e nel Portogallo: hanno aderito
alla Cee, dopo delle dittature, con
le stesse ambizioni greche ed oggi a decenni di distanza stanno regredendo
economicamente). I Greci da qualche anno sono stremati: per alleviare un poco
le loro sofferenze avrebbero potuto comportarsi da pecoroni e votare in massa
si, come suggerivano i poteri forti mondiali indicando le gravi conseguenze in caso di no, invece hanno capito che il si era la causa di tutti i loro mali, si sono
ribellati, incuranti dell’aumento di tutti i loro patimenti. Qualche eccesso se
lo sono concesso: infatti nella nazione ci sono molti pensionati non
anzianissimi. Anche da noi in Italia fino a qualche anno fa in determinati
settori lavorativi statali (e non) c’erano le minipensioni: fortunatamente noi,
che siamo un paese più sviluppato della Grecia, ci siamo resi conto in tempo
che era un lusso che non potevamo permetterci, perché le conseguenze sarebbero
ricadute sulle nuove generazioni.
La svolta greca potrebbe aprire un vortice che determinerà il
fallimento della moneta unica e delle politiche economiche d’Europa. Meglio
tornare alle valute nazionali per non essere rasi al suolo (economicamente
parlando) dai tedeschi e dai francesi? Meno male che alcune nazioni forti del
nord non partecipano a questo circolo vizioso e si allontanano sempre più dall'Europa e dell’Euro (Gran Bretagna, Danimarca, Svezia), altrimenti per noi
nazioni mediterranee sarebbe ancora peggio. A questo punto i paesi dell’Europa
dell’Est per non perdere quel poco di positivo che hanno nelle loro economie,
si guarderanno bene dall'adottare l’Euro.
In Italia esiste un forte dislivello nord/sud; è proprio il ricco
nord che salva le aree più degradate del paese, altrimenti finirebbero peggio
della Grecia. Negli ultimi anno però anche noi abbiamo sentito gli effetti
della crisi internazionale: i burocrati di Bruxelles hanno imposto i governi a
loro graditi, delle volte andando anche contro la volontà popolare, per
non andare contro i loro interessi e noi abbiamo subìto delle conseguenze
negative. Con il troppo servilismo di Renzi gli effetti della crisi potrebbero
dilatarsi e, anche se non finiremo come la Grecia, le spinte separatiste del nord potrebbero accentuarsi, in modo che il
settentrione indipendente, non mantenendo più il sud, sentirà in toni minori
gli effetti della crisi economica.
Post scriptum: al coraggio
che hanno avuto i greci può essere accostata la similitudine del coraggio che
hanno coloro che manifestano pubblicamente il proprio pensiero, poi camminano
tranquillamente e a testa alta nei punti di maggior ritrovo del proprio paese e
negli orari di maggior afflusso di persone, perché essi sono consapevoli di non
aver nulla di cui vergognarsi e di essere delle persone oneste e pulite.