IL FINE 2017 È SEGNATO DALLE STRUMENTALIZZAZIONI POLITICHE DEI PRESEPI E DALLO SCIOGLIMENTO DEL
PARLAMENTO ITALIANO.
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Il mondialismo dilagante che distrugge le nostre
tradizioni
Sulle
pagine della stampa nazionale ci sono state aspre polemiche riguardanti alcuni
presepi, i quali vengono dissacrati e strumentalizzati a fini politici. Infatti
in alcuni degli stessi la sacra famiglia
è stata raffigurata sotto forma di immigrati, con tanto di barcone, e
addirittura ha assunto delle sembianze islamiche. Ci ricordano che anche
Giuseppe, Maria e il Bambin Gesù
emigrarono in Egitto (comunque come la Palestina era sempre Impero Romano); si, ma quando finirono
le persecuzioni di Erode tornarono a casa. In altri presepi vengono rappresentate
le famiglie omosessuali. Il presepe dovrebbe riprodurre la rappresentazione
della nascita di Gesù, ricostruendo l’atmosfera e l’ambiente di quei tempi; non
vanno bene neanche le statuine dei calciatori, dei cantanti, dei santi e via
dicendo. Questo mondialismo imperante contagia i benpensanti e vorrebbe
distruggere la nostra identità, facendoci rinunciare al nostro folclore e alle
nostre tradizioni, di cui ci vorrebbero far vergognare, cosi da imporci gli usi e i costumi altrui; si va a stravolgere i presepi o a bandire la parola Gesù dai
canti natalizi scolastici. Anche alcune frange della Chiesa Cattolica si
allineano (non tutte chiaramente); sponsorizzando fortemente la costruzione
delle grandi moschee (dove spesso si predica il terrorismo e l’intolleranza) e
concedendo i terreni ecclesiali per tale scopo. Premettendo che la solidarietà
universale non fa distinzione di religione, se si arriva a quei livelli,
accettando che altri culti si espandano e si equiparino al proprio, allora si
crede ancora che la fede cattolica sia la sola via della salvezza universale?
Nel momento dell’ascensione Gesù Cristo ha invitato i suoi seguaci ad andare in
tutto il mondo e battezzare tutti. Oggi non viene tirato fuori quel tratto di
Vangelo, anche perché si perde la vita andando ad evangelizzare alcuni popoli.
- Le nuove elezioni politiche e un breve bilancio della XVII legislatura
Il
prossimo 4 marzo 2018 saremo chiamati al
voto per le elezioni politiche nazionali italiane (sarebbe meglio votare in due giorni). Nei giorni scorsi il Capo dello Stato ha sciolto le due
camere per scadenza naturale. Nel 2013, ad inizio legislatura, nessuno avrebbe
scommesso sulla sua durata quinquennale con ben tre governi: vinse Bersani, ma
al Senato non aveva la maggioranza
che aveva ottenuto alla Camera grazie
al premio. L’allora segretario Pd fu
fatto fuori quando non riuscì a portare Prodi al Quirinale e, su suggerimento
del rieletto Napolitano (per un breve periodo), si giunse ad un compromesso tra esponenti moderati di
sinistra e il Pdl. L’entrata al
governo del Pdl (e dopo la sua fine
del Ncd, poi Area popolare) ha posto un freno a politiche troppo di sinistra:
come ad esempio le leggi troppo permissive sull’immigrazione o lo smembramento
della famiglia tradizionale; giungendo al compromesso delle unioni civili, non
equiparate ai matrimoni, si sono evitati i matrimoni omosessuali. Berlusconi in
questa legislatura ha avuto un rapporto di amore – odio verso la sinistra:
prima è entrato nel governo Letta per poi uscirne quando lo esclusero dal
Senato, successivamente ha collaborato con Renzi, infine gli ha fatto di nuovo
opposizione. I momenti chiave della legislatura sono stati la bocciatura,
tramite referendum, della riforma costituzionale e il naufragio, tramite Corte
Costituzionale, del nuovo sistema elettorale. La riforma del lavoro non ha
causato grandi cambiamenti; gli 80 € all’inizio sono stati apprezzati, facendo
volare Renzi e il Pd, successivamente
sono precipitati entrambi per non aver fronteggiato a dovere altre questioni.
Il prossimo marzo ci saranno buone probabilità che finalmente s’insedierà un
governo eletto (di cds), dopo quattro non eletti. Se dovessero verificarsi le
minime possibilità che nessuna coalizione raggiunga la maggioranza assoluta dei
parlamentari, credo che difficilmente concederanno a breve nuove elezioni: i
vertici dello stato e i poteri forti faranno grandi pressioni affinché si
giunga ad un governissimo di grande coalizione. In questa eventualità vedremo
cosa farà Forza Italia.