A CORI PER LA PRIMA VOLTA IN ASSOLUTO NELLE
ELEZIONI POLITICHE LE SINISTRE NON OTTENGONO LA MAGGIORANZA DEI
VOTI.
Il
paese di Cori non è sfuggito nelle ultime elezioni politiche all’onda giallo –
verde (M5S, Lega) che si è abbattuta in tutta Italia. Cori storicamente è
sempre stato una roccaforte di sinistra: infatti quando in passato sul resto
d’Italia stravinceva la destra berlusconiana o, andando più a ritroso, la Democrazia Cristiana, il piccolo
puntino rosso, al nordovest della Provincia
Latina, era come un isolotto, o come uno scoglio, in mezzo al mare blu o
bianco.
Effettuando
delle ricerche nell’archivio storico delle elezioni del Ministero dell’Interno ho notato gli schiaccianti numeri a Cori dei
partiti di sinistra sugli altri, in qualche elezione politica passata alla
storia:
- 1948: Fronte Democratico Popolare (socialisti e comunisti) 2.819 voti (52,43%), Democrazia Cristiana 1.933 voti (35,95%), i partiti liberali di destra e quelli nostalgici del fascismo e della monarchia non arrivavano nemmeno a 100 preferenze per lista;
- 1976: Pci 3.944 voti (58,22%), Dc 2.097 voti (30,96%), Psi 342 voti (5,05%), Msi – DN 179 voti (2,64%);
- 1994: Pds 3.000 voti (41,4%), Ppi 1.084 (14,96%), FI 915 voti (12,63%), An 890 voti (12,28%), Prc 782 voti (10,79%), uninominale: Progressisti 53%, Polo del Buongoverno 27%, Patto per l’Italia 15%;
- 2008: Pd 3.311 voti (47,9%), Pdl 2.262 voti (32,72%), Udc 507 voti (7,33%);
- 2013: Pd 2.197 voti (32,69%), M5S 1.569 voti (23,64%), Pdl 1.115 voti (16,59%), Monti 511 voti (7,6%).
Neanche quando le liste civiche, facenti riferimento ai partiti di centrodestra, si affermavano alle votazioni comunali nel 1999 e nel 2004, i partiti del centrosinistra perdevano la maggioranza dei voti coresi alle elezioni politiche, europee, regionali, provinciali di quegli anni. Allora i coresi (specie la seconda volta) sceglievano di tradire le ragioni del cuore alle votazioni comunali, premiando per il buon lavoro effettuato (arredo urbano, nuovo ospedale di comunità) la compagine amministrativa che, grazie alla spaccatura del centrosinistra, si trovò incredibilmente in mano le redini del paese. Negli ultimissimi tempi è accaduto l’inverso: mentre nelle elezioni comunali il centrosinistra non ha avuto rivali, alle ultime elezioni politiche, per la prima volta in assoluto, i partiti di centrodestra uniti sono divenuti la prima coalizione, sia alla Camera dei deputati che la Senato della Repubblica, superando di oltre 500 preferenze la coalizione del centrosinistra, mentre il Movimento Cinque Stelle è stato il partito più votato, staccando di quasi seicento voti il Partito Democratico, il quale ha perso il tradizionale primato, terza è arrivata la sorprendente Lega con oltre 800 voti (nel 2013 aveva ottenuto 8 voti). All’uninominale solo quarto è arrivato l’ex sindaco Conti con la lista Liberi e Uguali.
Alle elezioni regionali non ci sono state grosse sorprese: i candidati di centrosinistra, radicati sul territorio e fortemente sponsorizzati dagli amministratori comunali nostrani, come al solito sono andati meglio di quelli degli altri partiti o degli altri movimenti. Nemmeno se si votasse a breve per le elezioni comunali ci sarebbero grosse sorprese, essendo il centrosinistra insediato in quasi tutte le aggregazioni folcloristiche, istituzionali e sociali del paese. Ma i dirigenti comunali qualche paura se la saranno presa e avranno capito che il voto di protesta che ha premiato i loro avversari nella loro, fino a poco tempo fa inespugnabile roccaforte, è motivato dalle stesse ragioni del resto d’Italia: vale a dire l’allegra gestione dell’immigrazione clandestina e la disoccupazione. Il mondo di oggi è tutto stravolto rispetto ai decenni passati: mentre in passato le classi alto – borghesi si affidavano alle forze monarchiche liberali, al fascismo (che riuscì anche a conquistare il consenso del popolo, tranne che di alcuni oppositori confinati o esiliati), alla Democrazia Cristiana e i ceti sociali meno abbienti s’affidavano ai partiti social – comunisti, con la speranza che potessero migliorare le loro condizioni di vita, oggi, a seguito del tramonto di tutte le ideologie e al cambiamento della società, uno, indifferentemente dalla condizione sociale, sceglie di essere rappresentato da chi ritiene che possa affrontare al meglio le sfide della società di oggi e può altresì disgustare e rifiutare la politica, intesa come casta di privilegiati.
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