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sabato 31 marzo 2018

384) IL DELITTO DI ALDO MORO E GLI ALTRI IMPUNITI



NON CI SONO STATE DELLE CONDANNE ESEMPLARI PER L’OMICIDIO DI ALDO MORO: I BRIGATISTI ROSSI HANNO FATTO POCHI ANNI DI CARCERE E IN OCCASIONE DEL QUARANTENNALE VENGONO TRATTATI DA STAR, RILASCIANDO INTERVISTE. SONO NECESSARIE LA CERTEZZA DELLA PENA E DELLE DURE CONDANNE PER RIDURRE IL CRIMINE.
 
Quest’anno, in occasione del quarantesimo anniversario del rapimento e dell’uccisione dello statista democristiano Aldo Moro, si sono ricordate un sacco quelle dolorose vicende. Aldo Moro, quando venne rapito, era uno dei politici più importanti d’Italia ed era protetto: ancora oggi non si capisce come possa essere stato sequestrato così facilmente e le sue guardie del corpo ben addestrate possano essere state trucidate da degli assassini principianti (ad eccezione di uno). Ci sono tanti misteri nella storia d’Italia che ancora debbono essere decifrati: il caso Moro è uno di questi, poiché ancora oggi presenta ancora forti interrogativi e molte controversie, la verità la conoscono in pochissimi.

Ora non voglio analizzare questi aspetti, ma prendere spunto da quel clamoroso sequestro con uccisione, per far notare come i gravi crimini non vengano puniti adeguatamente; anzi i loro autori vengono fatti passare sotto i riflettori per stelle del firmamento con onori ed acclamazioni. Come detto nel corso di questo mese si è straparlato di quell’eccellente delitto di quarant’anni fa e i brigatisti, ormai liberi, con spudoratezza e faccia tosta, hanno rilasciato interviste ai mezzi d’informazione, i quali facevano a gara per contenderseli. Molti dei componenti delle Brigate Rosse ancora in vita, che hanno finito di scontare le loro pene, non si sono mai pentiti delle loro azioni, mentre alcuni di quelli condannati all’ergastolo, dichiarando un ravvedimento di convenienza, sono stati graziati con troppa superficialità. Si può pertanto affermare che le gravissime azioni delle Br non sono state punite esemplarmente, come è avvenuto ed avviene per i delitti di Mafia. C’è però una sostanziale differenza: i pentiti di Mafia non si ricredono per ottenere dei forti sconti delle loro pene o addirittura la scarcerazione; sono essi consapevoli che dovranno vivere nascosti e con nuove identità, per timore delle vendette di un’organizzazione criminale ancora viva e vegeta. Così non avviene per i brigatisti rossi dichiaratisi pentiti e che collaborano con la giustizia, poiché teoricamente nessuno la farà loro pagare, essendo tutte le sigle terroristiche degli anni ’70 ormai dissolte e i loro vecchi membri sono ben inseriti nella società, divenendone dei pilastri.

 

È un male non punire adeguatamente i gravi crimini, specialmente quelli di natura terrorista e mafiosa: tutti continueranno imperterriti a delinquere, contando sul buonismo della giustizia italiana, la quale all’inizio ti condanna duramente e dopo poco tempo ti concede la semilibertà o la libertà, per molteplici motivazioni. Ci vuole la certezza della pena e condanne ancora più severe per far in modo che ci pensino bene prima di compiere azioni criminali eclatanti (e non), come lo fu il rapimento e il delitto di Aldo Moro e non bisogna dare rilievo agli autori delle medesime. Se si procederà in tal senso ci potrebbe essere un’arma di prevenzione, al fine di ridurre il rischi del terrorismo odierno, di natura integralista islamica.

1 commento:

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