“CUORE” E “CRISTOFORO
COLOMBO” FURONO DUE SERIE TELEVISIVE DI SUCCESSO DEGLI ANNI 1980 DELLA RAI.
Recentemente
ho trovato due serie televisive di successo degli anni 1980 in versione integrale,
lanciate a suo tempo dalla Rai: Cuore
e Cristoforo Colombo; c’era anche Marco Polo: lo prenderò in futuro se
ancora troverò il dvd. La mente ci riporta nei tempi lontani, ovvero quando li
trasmisero in prima visione, nei migliori anni della nostra Tv, come dice lo
slogan. Allora, quando uscivano le videocassette originali dei film costavano
un sacco di soldi; coloro che possedevano dei videoregistratori potevano
registrare i programmi che preferivano, mentre i libri che illustravano quelle
serie televisive, che uscivano in contemporanea alle stesse e che si trovavano
nei supermercati, erano alla portata di tutti.
Cuore
Durante
il 150° anniversario dell’Unità d’Italia riportai
dal Libro Cuore le parti che parlano
dei quattro protagonisti del Risorgimento
Italiano (vedere qui). Il film per la Tv si differenzia dal romanzo originale di De
Amicis, con il quale sono cresciute intere generazioni di italiani negli anni
dell’adolescenza, principalmente per l’anno dell’ambientazione, 1899 anziché
1882, per i racconti mensili (dagli
Appennini alle Ande, sangue romagnolo, l’infermiere di tata, il tamburino
sardo, la piccola vedetta lombarda, lo scrivano fiorentino, eccetera), che invece di essere letti
in classe, vengono mostrati sullo schermo coi primissimi proiettori
cinematografici senza audio e infine perché mostra anche l’età adulta dei
protagonisti impegnati nella Grande
Guerra, che ricordano gli anni della loro adolescenza a scuola. È fedele al
romanzo in quanto c’è sempre il frammisto tra patriottismo e solidarietà umana,
in uno stato italiano appena sorto, indicando dei sani principi e delle sane
virtù. In una classe elementare di Torino ci sono i figli dei ricchi e quelli
dei poveri: ci sono i benestanti che rispettano la classi meno abbienti, tra
cui il protagonista Enrico (interpretato da un giovanissimo Carlo Calenda),
educato a dovere dalla famiglia, e quelli che non lo fanno. Coloro che non
studiano e si comportano male finiscono subito in riformatorio. Il messaggio
finale della serie è il rinnegamento dei valori patriottici, coi quali sono cresciuti
i protagonisti, vivendo il massacro della Guerra
1915 – 1918; addirittura nell’ultima scena il Maestro Perboni, dichiarandosi
socialista, rileva di aver finto per anni nel trasmettere certi valori ai suoi scolari. Queste revisioni avrebbe dovuto darle De Amicis, che aveva
combattuto per l’Unità d’Italia, se
fosse vissuto negli anni della Prima
Guerra Mondiale. Tutte le guerre sono brutte, ma c’erano molti in quegli
anni che ritenevano che quel conflitto fosse una giusta causa per completare il
processo di unificazione italiana.
Cristoforo Colombo
In
questo caso la serie cerca di ricostruire le esatte vicende storiche senza
romanzarle. Il navigatore genovese Cristoforo Colombo era convinto di raggiungere
le Indie attraverso una via che nessuno aveva tentato prima di allora: andare
ad est, attraverso l’ovest. Propose la sua idea alla corte del Portogallo prima
e a quella spagnola poi. Boicottato ed ostacolato da entrambe le monarchie,
stava per recarsi in Francia, quando la Spagna, terminate le guerre di riconquista
cristiana contro i mori, ci ripensò e gli affidò una piccola flotta di
esplorazione. Dopo tre mesi di navigazione approdò in una piccala isola
dell’odierno arcipelago delle Bahamas, che ribattezzò San Salvador. Come da sue
richieste il titolo di ammiraglio gli fu conferito e in un primo momento anche
quello di viceré, ma di oro, che sarebbe dovuto servire per finanziare una
grande crociata per liberare il Santo Sepolcro, ne trovarono ben poco (anche in
questo caso Colombo aveva richiesto un’alta percentuale). Dalla Spagna,
conoscendo ormai le rotte, sempre più navi navigavano l’oceano verso le nuove
terre; tramite il Papa, si trovò anche un accordo con il Portogallo per la
ripartizione del continente scoperto. Colombo si fece sempre più nemici tra la
nobiltà e il clero, mentre la Regina
Isabella stravedeva per lui: li accumunava la loro grande
fede cristiana. Spagnoli ed indigeni si scontravano spesso e Colombo a
malincuore fece trasferire molti dei nativi in Spagna per farne degli schiavi:
era il solo modo di risparmiare le loro vite e dar loro un avvenire cristiano (secondo
l’interpretazione del Vangelo in quel tempo solo chi era battezzato otteneva la
salvezza eterna). Colombo e il fratello furono arrestati e riportati in Spagna
in catene. La Regina si indignò e li fece liberare. Morta
Isabella di Castiglia, Colombo dovette lottare testardamente col marito, Re
Ferdinando, per farsi riconoscere i propri diritti. Successivamente Cristoforo
compì, per proprio conto, altri viaggi di esplorazione, convinto sempre di
essere alle estremità delle indie, senza mai trovare quelle ricchezze e quelle
civiltà che Marco Polo aveva descritto nei suoi viaggi. Il navigatore fu
fortunato a trovare le Americhe, aveva sbagliato i calcoli sul diametro
terrestre, altrimenti avrebbero vinto coloro che ritenevano che le Indie
sarebbero state lontanissime da raggiungere navigando l’Oceano Atlantico.
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