Dopo il terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo lo scorso 6 aprile sono state ricostruite in tempi celeri le nuove casette, in questi giorni stanno per essere consegnate ai senzatetto che finalmente possono abbandonare le tende. I terremotati felici, senza dimenticare i loro familiari che non ci sono più, prendono possesso delle case antisismiche già arredate, a un prezzo simbolico e dentro trovano una bottiglia del miglior champagne e una pizza. Ventiquattro tra le migliori imprese edili italiane con le loro abilissime maestranze, coadiuvate dai più bravi ingegneri ed architetti, hanno lavorato in questi sei mesi 24 ore su 24, non conoscendo né domeniche e né altre festività. Quando sarà ultimata la ricostruzione vera e propria queste nuove abitazioni de L’Aquila saranno adibite ad alloggi per studenti universitari. Il governo all’indomani della tragedia promise di provvedere ai bisogni primari della gente e sembra che quella promessa sia stata mantenuta. Per il governo e per il suo capo Berlusconi fu una responsabilità molto impegnativa promettere, gli avversari erano già pronti ad attaccare, perché si trattava della solita demagogia, “vergogna, sfruttare questa tragedia per fini propagandistici elettorali!”; se tali promesse sono state mantenute significa che avevano veramente a cuore la gente abruzzese che aveva subito quel dramma e sapevano benissimo che se si fosse trattato delle solite promesse elettorali avrebbero perso la faccia e i voti. Superata la prima fase dell’emergenza, cioè dare un tetto alla gente, si provvederà con calma alla ricostruzione vera e propria: si inizierà dalle chiese, dai monumenti, dagli edifici pubblici e via via tutte le altre abitazioni.
In Umbria e Marche i terremotati dovettero attendere anni e anni per la ricostruzione, nel frattempo li sistemarono nei container di lamiera, dove si soffocava dal caldo in estate e dove si moriva di freddo in inverno. Il dilemma che sorge ora è il seguente: buttare tutto giù e ricostruire in cemento armato con tecniche antisismiche, rispettando lo stile antico delle case, oppure rinforzare le abitazioni lesionate con tiranti in acciaio? Ci sono delle tecniche, ancora dai costi elevati, che permettono alle pareti delle costruzioni antiche, che generalmente sono prive di ossatura in cemento armato, di non sgretolarsi, rimanendo intatte, inserendo dei tiranti d’acciaio, così si fa in modo che i solai non si sfondino. Il governo dovrebbe fare una legge per consentire l’agevolazione all’adeguamento antisismico per tutti gli edifici d’Italia, nuovi e vecchi. A differenza del Giappone, altro paese ad elevatissimo rischio sismico, in Italia manca una cultura della prevenzione dei terremoti: se ne parla solo quando ci sono, poi si dimentica in fretta e generalmente si costruisce a cavolo. Come si usa dire a Cori: mbè che fa, ma quando ci vè jo taramoto da nu! A questo proposito propongo un’accurata perizia su tutti gli edifici di Cori e urgenti interventi su quelli più a rischio. Pensate che ad Agrigento hanno dovuto evacuare un ospedale nuovissimo perché costruito con calcestruzzo depotenziato e in caso di piccola scossa sarebbe collassato. Il fine principale di chi governa dovrebbe essere l’interesse della collettività, non gli interessi personali e nel caso dell’Abruzzo si è pensato principalmente al popolo italiano bisognoso di aiuto, quindi giù il cappello denigratori! Si pensava che questo governo potesse lavorare tranquillo, invece il Casini o il Follini di turno lo sta facendo Fini: ma il signor Fini non lo sa che l’Italia è la patria che appartiene a tutti gli italiani, valorosi difensori delle loro vestigia e delle loro tradizioni, e non si vende, né tantomeno si regala a chicchessia? Se ci deve essere qualche straniero sia il benvenuto, ma ciò non vuol dire che deve venire a imporre le sue leggi, cancellando la nostra cultura, se deve votare, essendo cittadino del suo paese vota lì. Alcune correnti politiche non sanno più dove cercarli i voti, così vorrebbero sfruttare quella gente per ragioni politiche e Fini vuol attrarre simpatia da quegli ambienti per puntare alla più alta carica dello stato. Perché allora non continuare a parlare da uomo di destra e puntare alla presidenza del consiglio?
In Umbria e Marche i terremotati dovettero attendere anni e anni per la ricostruzione, nel frattempo li sistemarono nei container di lamiera, dove si soffocava dal caldo in estate e dove si moriva di freddo in inverno. Il dilemma che sorge ora è il seguente: buttare tutto giù e ricostruire in cemento armato con tecniche antisismiche, rispettando lo stile antico delle case, oppure rinforzare le abitazioni lesionate con tiranti in acciaio? Ci sono delle tecniche, ancora dai costi elevati, che permettono alle pareti delle costruzioni antiche, che generalmente sono prive di ossatura in cemento armato, di non sgretolarsi, rimanendo intatte, inserendo dei tiranti d’acciaio, così si fa in modo che i solai non si sfondino. Il governo dovrebbe fare una legge per consentire l’agevolazione all’adeguamento antisismico per tutti gli edifici d’Italia, nuovi e vecchi. A differenza del Giappone, altro paese ad elevatissimo rischio sismico, in Italia manca una cultura della prevenzione dei terremoti: se ne parla solo quando ci sono, poi si dimentica in fretta e generalmente si costruisce a cavolo. Come si usa dire a Cori: mbè che fa, ma quando ci vè jo taramoto da nu! A questo proposito propongo un’accurata perizia su tutti gli edifici di Cori e urgenti interventi su quelli più a rischio. Pensate che ad Agrigento hanno dovuto evacuare un ospedale nuovissimo perché costruito con calcestruzzo depotenziato e in caso di piccola scossa sarebbe collassato. Il fine principale di chi governa dovrebbe essere l’interesse della collettività, non gli interessi personali e nel caso dell’Abruzzo si è pensato principalmente al popolo italiano bisognoso di aiuto, quindi giù il cappello denigratori! Si pensava che questo governo potesse lavorare tranquillo, invece il Casini o il Follini di turno lo sta facendo Fini: ma il signor Fini non lo sa che l’Italia è la patria che appartiene a tutti gli italiani, valorosi difensori delle loro vestigia e delle loro tradizioni, e non si vende, né tantomeno si regala a chicchessia? Se ci deve essere qualche straniero sia il benvenuto, ma ciò non vuol dire che deve venire a imporre le sue leggi, cancellando la nostra cultura, se deve votare, essendo cittadino del suo paese vota lì. Alcune correnti politiche non sanno più dove cercarli i voti, così vorrebbero sfruttare quella gente per ragioni politiche e Fini vuol attrarre simpatia da quegli ambienti per puntare alla più alta carica dello stato. Perché allora non continuare a parlare da uomo di destra e puntare alla presidenza del consiglio?
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