GUARDANDO AL MESE DEI DEFUNTI CHE VOLGE AL TERMINE, SI
RIFLETTE SULLA VITA, SULLA MORTE E SULLA LOTTA TRA DI ESSE.
Il mese di novembre è tradizionalmente
dedicato ai defunti. I cimiteri sono curati ed addobbati come non mai, le tombe
si evolvono sempre di più (le lapidi di ultima generazione stampano
direttamente sul marmo le scritte e le fotografie) ed altissima è la presenza
delle persone che visita i propri cari estinti. Solo ora, cioè alla fine di
novembre, parlo di questo argomento, sarebbe stato più consono se ne avessi parlato agli
inizi del mese: ci avevo pensato ma nel frattempo sono accaduti altri eventi (alcuni
dei quali drammatici ed imprevedibili che appunto ci fanno riflettere ancora di
più sulle nostre non immortalità e non onnipotenza) a cui mi è sembrato dare
priorità. Spesso la maggioranza di noi si sente eterna, onnipotente e raramente
pensa alla propria morte. Tutti noi, come impone la moderna società odierna, vogliamo imporci, strafare,
passare sopra gli altri con metodi scorretti, ma non ci rendiamo conto che potrebbe bastare, in
qualsiasi età, la comparsa d’un male incurabile, di un infarto, di un
incidente, oppure un atto terroristico o una calamità naturale, per porre fine
a tutto. Sarà la modernità, il benessere diffuso che ci fa venire voglia di
desiderare ed ottenere spesso tutto quello che vogliamo, di dare la risposta ad
ogni quesito, facendoci dimenticare che siamo solo di passaggio, come sapevano
bene gli antichi. A tal proposito cito un simpatico episodio di tanti anni fa
che mi è stato riferito. Una volta ad un signore anziano morì la moglie, organizzò
il funerale e comprò la cassa da morto anche per lui per ottenere uno sconto, ragionando
così: “tanto quanti anni ancora potrò
campare?” La bara la ripose sotto il suo letto, credendo che presto gli
sarebbe servita, ma non fu così: morì centenario e la cassa da morto che aveva
acquistato non era più buona poiché la legge aveva imposto dei nuovi modelli. Una
persona semplice è consapevole che la natura farà il suo corso e che egli passerà
a miglior vita; ci sono invece quelli più sofisticati, che disponendo di un
patrimonio invidiabile, esorcizzano il decesso in tutti i modi, anche dopo il
loro trapasso: infatti si fanno congelare, sperando di risvegliarsi tra qualche
secolo, quando la scienza sarà arrivata ad un punto tale da risuscitare i morti
(aspetta e spera…). Da morti sarebbe meglio
farsi togliere gli organi: se sono ancora in buone condizioni e non sono
logorati e rovinati dall’età.
È vero che la vita media della gente si
è allungata rispetto al passato, ma ci sono ancora molti che non hanno la
fortuna di arrivare alla vecchiaia. Alcuni scienziati americani anni fa
esaminarono i tipi di mortalità e le relative differenze negli Usa e in Kenia.
Essi constarono che la popolazione del Kenia, dove ovviamente la vita media era
ed è tuttora molto inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti, di rado si
ammalava di cancro al seno e di altre malattie diffuse in occidente grazie
all’inquinamento e alle cattive abitudini alimentari. In tutto c’è la legge del
contrappasso: da una parte del globo si campa poco per la povertà, per la
carenza di igiene e per la mancanza di cure per le più banali malattie, ma si
scampa ai malesseri che colpiscono l’occidente per l’eccessivo sviluppo, per
l’industrializzazione e per il mangiar troppo e male. Quella ricerca americana
fu effettuata agli inizi degli anni ’70, oggi ci sono stati dei lievi progressi,
sia nel mondo povero, sia in quello ricco: da una parte l’esplosione
demografica africana ha fatto diminuire la mortalità infantile, mentre
dall’altra parte le ricerche, le scoperte scientifiche e la prevenzione hanno
permesso di contrastare i tumori e c’è stata una riduzione dei decessi. Proprio
in America, in Gran Bretagna ed in altre nazioni sviluppate le nuove
generazioni crescono nutrendosi esclusivamente delle schifezze delle catene McDonald
e simili: qualche volta esse contraggono malattie in età giovanile, per la scarsità delle
protezioni nell’organismo, a causa della privazione della verdura e della
frutta. Alcuni esperti consigliano, onde evitare di contrarre il cancro e le malattie cardiovascolari, di passare ad una alimentazione costituita
interamente da frutta e da verdura (vitamine e qualche carboidrato), eliminando
carne, latticini, pesce, dolci, ovviamente pure alcol e fumo, e di fare molto
movimento. Non tutti sono concordi: per un perfetto metabolismo basale e per un
completo sviluppo delle ossa e del fisico, l’organismo necessita di nutrirsi anche
delle carni (scegliendo quelle sicure e non esagerando nel consumo), del latte, del pesce (alimenti ricchi di proteine, di carboidrati, di fosforo); soltanto dei
dolci, dell’alcol e del fumo, che non centra con la nutrizione, si può fare a meno.
Nell’arco dei decenni mica tutti si ammalano alimentandosi male, bevendo,
fumando molto e vivendo una vita sedentaria: ci sono alcuni che superano
tranquillamente gli ottant’anni, per una questione di buoni fisici, di buoni
anticorpi e di fortuna. Per eliminare l’inquinamento di ogni tipo nocivo alla salute dovremmo rinunciare a
tutte le comodità della vita tecnologica e moderna, tornando a vivere come nei
tempi antichi: penso che nessuno sia disposto a farlo. Ancora una volta la
bilancia pende da una parte: il progresso ci consente di vivere comodamente,
riducendo o eliminando la fatica fisica, ma rischiamo di sentirci male per le
contrapposizioni che comporta.