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lunedì 16 novembre 2015

291) ENNESIMI ATTENTATI TERRORISTICI ISLAMICI A PARIGI

L'invasione è già iniziata: la civiltà europea va difesa

Per fronteggiare il terrorismo islamico è necessario chiudere le moschee illegali, bloccare ai confini i clandestini e abrogare lo ius soli. Poi potenziare e addestrare le forze dell'ordine


Siamo in guerra. Parigi è stata trasformata in un campo di battaglia. Dopo toccherà a Roma. È una guerra scatenata dal terrorismo islamico, ormai autoctono ed endogeno.
Una guerra intestina, europei musulmani contro europei miscredenti, che si consuma in Europa. Una guerra che registra il fallimento dello Stato, dei suoi servizi segreti e della magistratura, che non hanno saputo elaborare una strategia politica, prevenire e reprimere il terrorismo islamico. Una guerra dove in realtà il principale nemico da combattere siamo noi stessi, la nostra ingenuità, la nostra ignoranza, la nostra paura, il condizionamento degli interessi materiali, la collusione ideologica di una maggioranza che concepisce l'islam come una religione di pace e immagina i terroristi islamici come una scheggia impazzita che tradirebbe il «vero islam». Inevitabilmente il trauma prodotto da terroristi islamici che si fanno esplodere, che massacrano e che giustiziano uno ad uno i nemici dell'islam, ci costringe a prendere atto che siamo in guerra. Ma non abbiamo la lucidità intellettuale e il coraggio umano di affermare che i terroristi che perpetrano degli efferati crimini invocando «Allah è il più grande», sono i musulmani che più di altri dicono e fanno alla lettera e nella sua integralità quanto Allah ha prescritto nel Corano, quanto ha detto e ha fatto Maometto. Un attimo dopo aver toccato con mano le atrocità dei terroristi islamici archiviamo il fatto nei meandri impenetrabili della ragione. Perché abbiamo paura di
guardare in faccia la realtà. Quanti continueranno a occuparsi delle stragi di Parigi tra una settimana o dieci giorni? La verità è che temiamo di prendere atto che la radice del male è l'islam, ritenendo che dovremmo scontrarci con tutti i musulmani, moderati, integralisti e terroristi che, con modalità diverse, difendono la bontà dell'islam. Ebbene non si tratta di fare la guerra a un miliardo e mezzo di musulmani, ma di salvaguardare il nostro legittimo dovere, prima ancora che diritto, di difendere la nostra civiltà per essere pienamente noi stessi dentro casa nostra.Cosa dovremmo fare concretamente? Se fossi il ministro dell'Interno, nell'ambito della proclamazione dello stato d'emergenza indispensabile per fronteggiare la guerra del terrorismo islamico, attuerei immediatamente i seguenti provvedimenti: 1) chiudere le moschee illegali, a partire da quelle che sono registrate come centri culturali, le moschee e i siti jihadisti collusi con il terrorismo, che legittimano nel nome di Allah l'odio, la violenza e la morte nei confronti di ebrei, cristiani, atei, apostati, adulteri e omosessuali. 2) Bloccare le frontiere all'ingresso dei clandestini, che sono in stragrande maggioranza giovani musulmani che arrivano dalle coste libiche, filtrati dal terrorismo islamico, ponendo fine all'attività della criminalità organizzata straniera e italiana che lucra con il traffico e l'accoglienza dei clandestini. L'Italia non può continuare a essere l'unico Stato al mondo che legittima la clandestinità e che investe le proprie risorse per l'auto invasione di clandestini. 3) L'adeguamento delle Forze dell'ordine assumendo 40mila giovani che riequilibrino l'organico e consentano di abbassare l'età media che è di 45 anni; avviare un corso di formazione anti terrorismo per almeno 12mila agenti; l'ammodernamento delle armi e dei mezzi; l'aumento sostanziale delle retribuzioni che sono mediamente di 1.350 euro; la tutela giuridica che favorisca le forze dell'ordine nell'esercizio del loro dovere di garantire la sicurezza dei cittadini e la difesa delle istituzioni. 4) Abrogare lo ius soli e limitare
la concessione della cittadinanza agli stranieri che abbiano dimostrato con i fatti di rispettare le leggi, di condividere i valori della sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta compresa la libertà del musulmano di abiurare l'islam senza essere automaticamente condannato a morte per apostasia e, soprattutto, di operare concretamente per costruire un'Italia migliore. Chiedo al ministro dell'Interno Alfano di smetterla di dirci che non ci sono riscontri dell'imminenza di attentati. Con questo terrorismo islamico microcellulare, dove 8 terroristi sono stati in grado di mettere a soqquadro la capitale di un importante Stato europeo, non ci saranno mai riscontri che consentano di prevenire gli attentati. Alfano deve ugualmente smetterla di fare proclami altisonanti per l'espulsione di singoli imam violenti. Sono la punta dell'iceberg, è una mera operazione mediatica. Solo scardinando l'iceberg, la filiera che attraverso il lavaggio di cervello trasforma le persone in robot della morte, potremo vincere la guerra del terrorismo islamico. È questa la specificità e la vera arma del terrorismo islamico. Oggi tutte le nostre istituzioni sono inadeguate a fronteggiare la guerra del terrorismo islamico. Dobbiamo cambiare. Fortificarci dentro. Subito. Quando conteremo i nostri morti sarà troppo tardi. Siamo in guerra. O combattiamo per vincere o saremo sconfitti e sottomessi all'islam.

1 commento:

  1. Abbiamo rinunciato ai nostri valori. I terroristi ci hanno ucciso così
    Di Paolo Quadrozzi, il 25 novembre 2015 - # - 5 commenti
    Valeria Solesin non è stata uccisa da un ladro, non è morta in un incidente stradale. Non è rimasta vittima di una catastrofe naturale: un terremoto o un alluvione. Niente di tutto questo: Valeria Solesin è stata ammazzata a colpi di kalashnikov da un commando di terroristi islamici, che ha ideato, progettato ed eseguito un assalto ad un locale in nome di Allah.

    Un attacco contro la nostra libertà, la nostra civiltà e la nostra identità. Ieri i funerali laici a Venezia: davanti alla Basilica che custodisce le reliquie di uno dei quattro evangelisti si svolge il rito. Abolita la pietas cristiana delle esequie, annullata ogni identità, una piazza simbolo della cristianità trasformata in un “civile” e “sobrio” palco per le autorità. Quella Basilica e tutto ciò che rappresenta per la storia d’Italia e del cristianesimo diventa poco più che uno sfondo suggestivo per qualche bella foto. Niente di più.

    Non c’è spazio per ricordare ciò che siamo stati e ciò che siamo. E’ il momento del rito ateo, areligioso, “aperto alle donne e agli uomini di ogni credo”. Ed è qui che i terroristi islamici hanno vinto davvero: ci hanno spinto a rinunciare ai nostri simboli, ai nostri valori, alla nostra identità. Ed è qui che ci hanno ucciso davvero, senza che ce ne accorgessimo. Anzi, con la nostra complicità: abbiamo mostrato il collo ai nostri carnefici e ci siamo fatti tagliare la gola col sorriso sui denti. Con l’Inno alla gioia a fare da colonna sonora al funerale dell’Europa.

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