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domenica 29 novembre 2015

292) IL MESE DEI DEFUNTI

GUARDANDO AL MESE DEI DEFUNTI CHE VOLGE AL TERMINE, SI RIFLETTE SULLA VITA, SULLA MORTE E SULLA LOTTA TRA DI ESSE.




Il mese di novembre è tradizionalmente dedicato ai defunti. I cimiteri sono curati ed addobbati come non mai, le tombe si evolvono sempre di più (le lapidi di ultima generazione stampano direttamente sul marmo le scritte e le fotografie) ed altissima è la presenza delle persone che visita i propri cari estinti. Solo ora, cioè alla fine di novembre, parlo di questo argomento, sarebbe stato più consono se ne avessi parlato agli inizi del mese: ci avevo pensato ma nel frattempo sono accaduti altri eventi (alcuni dei quali drammatici ed imprevedibili che appunto ci fanno riflettere ancora di più sulle nostre non immortalità e non onnipotenza) a cui mi è sembrato dare priorità. Spesso la maggioranza di noi si sente eterna, onnipotente e raramente pensa alla propria morte. Tutti noi, come impone la moderna società odierna, vogliamo imporci, strafare, passare sopra gli altri con metodi scorretti, ma non ci rendiamo conto che potrebbe bastare, in qualsiasi età, la comparsa d’un male incurabile, di un infarto, di un incidente, oppure un atto terroristico o una calamità naturale, per porre fine a tutto. Sarà la modernità, il benessere diffuso che ci fa venire voglia di desiderare ed ottenere spesso tutto quello che vogliamo, di dare la risposta ad ogni quesito, facendoci dimenticare che siamo solo di passaggio, come sapevano bene gli antichi. A tal proposito cito un simpatico episodio di tanti anni fa che mi è stato riferito. Una volta ad un signore anziano morì la moglie, organizzò il funerale e comprò la cassa da morto anche per lui per ottenere uno sconto, ragionando così: “tanto quanti anni ancora potrò campare?” La bara la ripose sotto il suo letto, credendo che presto gli sarebbe servita, ma non fu così: morì centenario e la cassa da morto che aveva acquistato non era più buona poiché la legge aveva imposto dei nuovi modelli. Una persona semplice è consapevole che la natura farà il suo corso e che egli passerà a miglior vita; ci sono invece quelli più sofisticati, che disponendo di un patrimonio invidiabile, esorcizzano il decesso in tutti i modi, anche dopo il loro trapasso: infatti si fanno congelare, sperando di risvegliarsi tra qualche secolo, quando la scienza sarà arrivata ad un punto tale da risuscitare i morti (aspetta e spera…).  Da morti sarebbe meglio farsi togliere gli organi: se sono ancora in buone condizioni e non sono logorati e rovinati dall’età.




È vero che la vita media della gente si è allungata rispetto al passato, ma ci sono ancora molti che non hanno la fortuna di arrivare alla vecchiaia. Alcuni scienziati americani anni fa esaminarono i tipi di mortalità e le relative differenze negli Usa e in Kenia. Essi constarono che la popolazione del Kenia, dove ovviamente la vita media era ed è tuttora molto inferiore rispetto a quella degli Stati Uniti, di rado si ammalava di cancro al seno e di altre malattie diffuse in occidente grazie all’inquinamento e alle cattive abitudini alimentari. In tutto c’è la legge del contrappasso: da una parte del globo si campa poco per la povertà, per la carenza di igiene e per la mancanza di cure per le più banali malattie, ma si scampa ai malesseri che colpiscono l’occidente per l’eccessivo sviluppo, per l’industrializzazione e per il mangiar troppo e male. Quella ricerca americana fu effettuata agli inizi degli anni ’70, oggi ci sono stati dei lievi progressi, sia nel mondo povero, sia in quello ricco: da una parte l’esplosione demografica africana ha fatto diminuire la mortalità infantile, mentre dall’altra parte le ricerche, le scoperte scientifiche e la prevenzione hanno permesso di contrastare i tumori e c’è stata una riduzione dei decessi. Proprio in America, in Gran Bretagna ed in altre nazioni sviluppate le nuove generazioni crescono nutrendosi esclusivamente delle schifezze delle catene McDonald e simili: qualche volta esse contraggono malattie in età giovanile, per la scarsità delle protezioni nell’organismo, a causa della privazione della verdura e della frutta. Alcuni esperti consigliano, onde evitare di contrarre il cancro e le malattie cardiovascolari, di passare ad una alimentazione costituita interamente da frutta e da verdura (vitamine e qualche carboidrato), eliminando carne, latticini, pesce, dolci, ovviamente pure alcol e fumo, e di fare molto movimento. Non tutti sono concordi: per un perfetto metabolismo basale e per un completo sviluppo delle ossa e del fisico, l’organismo necessita di nutrirsi anche delle carni (scegliendo quelle sicure e non esagerando nel consumo), del latte, del pesce (alimenti ricchi di proteine, di carboidrati, di fosforo); soltanto dei dolci, dell’alcol e del fumo, che non centra con la nutrizione, si può fare a meno. Nell’arco dei decenni mica tutti si ammalano alimentandosi male, bevendo, fumando molto e vivendo una vita sedentaria: ci sono alcuni che superano tranquillamente gli ottant’anni, per una questione di buoni fisici, di buoni anticorpi e di fortuna. Per eliminare l’inquinamento di ogni tipo  nocivo alla salute dovremmo rinunciare a tutte le comodità della vita tecnologica e moderna, tornando a vivere come nei tempi antichi: penso che nessuno sia disposto a farlo. Ancora una volta la bilancia pende da una parte: il progresso ci consente di vivere comodamente, riducendo o eliminando la fatica fisica, ma rischiamo di sentirci male per le contrapposizioni che comporta.  

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