Otto marzo, riflettiamo sulle 'marocchinate'
Ci scrive il Senatore Ferdinando Signorelli, facendo il punto su una delle pagine più orrende della nostra storia
"Manca tuttora nel grande libro della nostra
memoria storica collettiva, la pagina veritiera riguardante la dolorosa vicenda
delle 60.000 donne italiane definite le "marocchinate". Un brutto
termine usato per indicare quelle vittime che, durante la seconda Guerra
Mondiale, in Italia,subirono la violenza degli stupri da parte delle truppe
marocchine del contingente francese della V Armata Americana. Fatti
questi, che si susseguirono ed accompagnarono la loro avanzata, dallo
sfondamento del fronte di guerra di Cassino nel Maggio 1944, sino ai
territori del Lazio, del Grossetano, del Senese. E' stata richiesta
l'istituzione della memoria delle "marocchinate" e la locuzione di
"crimine contro l'umanità", senza alcun risultato. Come pure sono
stati interessati i vari governi per conoscere la sorte toccata alle 60.000
pratiche presentate dalle donne violentate per l'accertamento finalizzato al
loro riconoscimento di vittime civili di guerra,ma senza nessun apprezzabile
riscontro da parte della burocrazia, nelle cui agghiaccianti voragini si sono
lasciate spegnere le speranze di un riscatto. E' ormai impensabile, oggi, ogni
possibile ripristino di questo iter, che avrebbe effetto su un numero
inconsistente di soggetti sopravvissuti. In mancanza ed in attesa di un atto
formale che ponga quegli eventi nelle loro giusta collocazione storica, come
avvenuto per le vittime delle foibe, riteniamo, ancora una volta, che
la celebrazione internazionale per la Donna possa rappresentare l'occasione di stimolo,
di solidarietà e di memoria nei confronti della vergognosa inerzia dello Stato Italiano,
che non si comporta come Patria Comune.
Nei giorni che seguirono la caduta di Esperia,
avvenuta il 17 Maggio 1943, 7000 "goumiers" devastarono, rubarono,
razziarono, uccisero e violentarono circa 3.500 donne, di età compresa tra gli
8 e gli 85 anni. Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui alcuni ragazzi
ed anche un sacerdote, Don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Esperia,
che morì due giorni dopo a causa delle sevizie. Molti uomini che tentarono di
proteggere le loro donne vennero impalati. In una relazione degli anni '50 si
legge che "su 2.000 donne oltraggiate, il 20% fu riscontrato affetto da
sifilide, il 90% da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose. Il
40% degli uomini risultarono contagiati dalle mogli. Senza contare la
distruzione dell'80% dei fabbricati, la sottrazione di gioielli, abiti, denaro
e del 90% del bestiame.
Queste truppe furono fatte sfilare, come
"marcia premiale" , il 4 Giugno 1944, in via dei Fori
Imperiali, a Roma!
Il Presidente Onorario dell'Associazione
Nazionale " Vittime delle marocchinate"
Sen. Ferdinando Signorelli
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