NEL
PERIODO ESTIVO, ANDANDO IN GIRO QUASI SCOPERTI, IN MOLTI INDIVIDUI SI NOTANO
SCRITTE, DISEGNI E SCARABOCCHI VARI INCISI NELLE GAMBE, NELLE BRACCIA E NEL
CORPO. IL DAR NELL’OCCHIO DAL PUNTO DI VISTA ESTERIORE NON FA LA PERSONA.
Ora che fa caldo la gente va in giro sbracciata o quasi ignuda:
in molti individui si notano scritte multiformi, disegni multicolori e schizzi
vari impressi nelle braccia, nelle gambe e nel corpo. C’è colui che si tatua in
modo molto modesto, con minidisegni e miniscritte, e c’è quello che lo fa in
modo molto più consistente, coprendo quasi interamente la pelle (almeno un
piccolo spiraglio per far respirare la pelle bisogna lasciarlo, altrimenti, con
l’intero corpo verniciato, si muore soffocati). Non soltanto i giovani si
fissano con quella mania, anche la gente di una certa età ha iniziato a farsi
contagiare. Si calcola approssimativamente che gli individui tatuati ammontino
a circa il 12 – 15% della popolazione. Questa fatta di cittadinanza come mette
qualche risparmio da parte lo impiega per farsi “affrescare” o “scolpire”
come un bassorilievo.
Il tatuarsi potrebbe comportare qualche rischio: infatti ci sono
stati dei gravi casi di infezioni, episodi isolati, ma che dimostrano che non
si può star tranquilli al 100%. Inoltre si rischiano ustioni permanenti, se si va sotto il sole cocente con un tatuagio fatto da poco. Ricordo che negli anni 1980 questa pratica già
andava di moda, anche se in modo più ridotto rispetto ad adesso; in quel lasso
di tempo in alcune gomme americane da masticare si trovavano i tatuaggi finti,
i quali potevano essere applicati sul corpo e che col tempo si scolorivano o si
staccavano. Un limitato periodo può andar pure bene, per tutta la vita a me non
piacerebbe affatto. Nei maschi un ulteriore elemento, che è visto come
abbellimento estetico, è l’orecchino: un tempo destava scandalo e quando uno lo
portava si pensava a “particolari
tendenze”, mentre oggi non si sconvolge più nessuno.
Chi non segue le inclinazioni del momento non è benvisto, è
antico, potrebbe anche essere oggetto di scherno; però io penso che si può
essere sé stessi anche senza nessuna traccia di inchiostro sul corpo, senza
orecchini, senza stare tutto il tempo con la testa abbassata verso un
minischermo, insomma non seguendo gli orientamenti dell’epoca. Ai figli o agli
altri parenti si può voler bene ugualmente, anche non scrivendo i loro nomi nel
proprio corpo. Pur rispettando che la pensa in modo differente, aggiungo ai
precedenti pensieri che un uomo debba essere forte, disciplinato, ordinato,
rassettato; quando si esagera con quelle mode egli non è visto in modo
totalmente positivo, specialmente se dovesse ambire ad avere una discreta occupazione.
Non è l’aspetto esteriore quello che conta (l’apparire), bensì le qualità di
una persona e quello che la stessa ha dentro (l’essere): tale considerazione va
applicata a tutti, sia a coloro che vogliono dar nell’occhio, sia ai soggetti “invisibili” più discreti.
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